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Dispersi – Viaggio fra le comunità armene nel mondo

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DISPERSI
Viaggio fra le comunità armene nel mondo
Pietro Kuciukian, Guerini editore, 1998

Si legge con interesse e partecipazione quest’opera di Pietro Kuciukian, perché si prova sempre molta curiosità per quanto si scrive sul popolo armeno; se poi si sono lette le opere precedenti dell’autore, si desidera seguire questa sua nuova avventura nella memoria di questo popolo.
E’ davvero vasto l’orizzonte scoperto dall’autore, praticamente tutti i cinque continenti, a significare la vastità della diaspora, quella dispersione di un popolo che ha sofferto e continua a soffrire le conseguenze di una politica, quella turca, che lo ha letteralmente "lanciato" in ogni parte del mondo. Si apprezza certamente l’opera di Pietro Kuciukian, ma soprattutto si viene realmente travolti dall’ultima parte, "Tra memoria e oblio": io personalmente ignoravo molte delle notizie ivi raccolte sul popolo armeno e sul suo genocidio e le considerazioni storico-politiche proprio su questo termine sono favolose, ad opera di insigni studiosi che mettono a confronto quello armeno con il genocidio degli Ebrei.
Era ed è un capitolo necessario alla nostra storia questa contrapposizione tra i due genocidi in questione, e desta molto sconcerto il vedere come spesso quello armeno sia stato ignorato e deprezzato proprio da chi ha subito lo stesso sacrificio; e leggere le pagine in cui l’autore riporta testi e testimonianze anche oculari di quanto avvenne in Turchia, sotto l’indifferenza dell’Occidente, riempie di amarezza e di tristezza infinita. Soprattutto la chiusura è shokkante, con quella terribile scena, descritta dal console Gorrini a Trebisonda, in cui scorrono davanti ai nostri occhi la paura, la disperazione e, aggiungo, la nostra rabbia per la crudeltà e il fanatismo di un popolo contro un altro popolo di null’altro colpevole che di voler vivere in pace con le sue tradizioni, la sua religione, la sua cultura millenaria. Si viene trascinati dallo stile curato, ma piuttosto scarno dello scrittore, a percorrere ampi spazi o grandi città, descritti con vigore e poeticità, alla ricerca dell’uomo… perché a volte si tratta proprio di "ricerca", nei luoghi più isolati, di tracce o della presenza di connazionali. Spesso il paesaggio da "contorno" si fa personaggio principale, che nasconde in sé l’oggetto della ricerca, o puntigliosamente cercato, o trovato quasi per caso, sia esso una vecchia conoscenza o uno sconosciuto. Ma sempre, dietro a loro, c’è una storia che è poi la storia del popolo armeno, storie quasi sempre dolorose di distacco da terre o persone.
E non dobbiamo poi dimenticare di quanta utilità sono le schede che l’autore pone alla fine di ogni viaggio, sulle comunità e le istituzioni armene. Ma il testo va letto tutto e bisogna lasciarsi trascinare da questo autore che scrive in modo così personale e che sa modulare i propri sentimenti in armonia con quelli dei suoi lettori.


Francesca Orlando

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