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Estate del ’76, dopocena

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Estate del ’76, dopocena
(Primo Classificato)

Mirco è già fuori, sulla bici, un piede sul pedale e uno sulla ruota del Ford di suo padre.
Guarda l’orologio nella macchina e sputa in terra.
Arrivo io, poi France che si tocca e saltella.
S’abita in discesa. In fondo alla discesa lo stop, e le macchine ci sfrecciano via come diavoli, sulla strada che incrocia.
Arriva Flavio, passo grasso. Mau è l’ultimo.
Si farebbe 45 anni in 5, ma non ci s’ha tempo di contare.
Chessifà, dice France mentre si tocca.
Le susine del Giffo. Sono mature, si va? fa Flavio, e si becca uno Staizzitto, pensi solo a mangiare te! da Mirco, e lo picchia in testa.
E’ il capo, Mirco. E’ nato a Gennaio e poi, dice, una volta ha tirato una boccata dalla cicca di suo padre: una bellezza.
Stasera… o la va o la spacca, e sputa.
Tutti che si guarda lo stop.
E se ci s’ammazza?
Ma quanto parli te, eh?
altro scapaccione.
S’ha paura, ma non si dice. E poi, meglio spiaccicati sotto una macchina che cagasotto treccine femminucce. Non lo sopporto quando Mirco mette la "a" in fondo ai nomi. E neanche gli altri. Ma non si dice.
Si fa il conto a chi parte ultimo, sputa il capo.
Me lo sentivo che c’era la conta e ho infilato 3 fette di cocomero che scoppiavo, a cena.
Io piscio abbastanza lungo. Mirco va più corto di me, ma dice che ha vinto, e sputa.
Flavio piscia sempre più corto di tutti. Stasera idem. Parte per primo.
Ma non c’ho la bici, ha fifa. Altro scapaccione.
Piglia la mia. E che non vi venga la voglia di frenare – zac e zac, e sgancia i freni.
Parti da lassù e pedala come – il capo ha esperienza – come il Fontanelli ieri a Porretta. Allo stop chiudi gli occhi. Sputa.
Flavio monta su e piange, però va. Gli suona in testa Flavia Flavia, voce di coro.
Poi, se va bene, tocca a noi.
S’ha paura. Ma non si dice.

Estate del ’76, ripassa da qui. Soltanto un momento…

Giacomo Marchi

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