KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista a Silvio Sosio

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Intervista a Silvio Sosio

Ciao, e grazie per aver accettato questa intervista. Una intervista particolarmente importante per noi perch
é il nome di Silvio Sosio è uno di quelli che abbiamo imparato a conoscere una generazione informatica fa. Quando KULT Underground ha mosso infatti i primi passi (e si parla della fine 1994) c’era praticamente già una realtà forte a dimostrare che si potevano fare cose virtuali "serie" – e dietro questa realtà c’eri (anche) tu. Ma prima di chiederti qualcosa di quel periodo vorremmo iniziare come facciamo di solito – ovvero chiedendoti di raccontare ai lettori chi sei, al di fuori della tua attività editoriale.
Com’
è nato Delos – com’è partito tutto?

Delos
è stata la prima rivista pubblicata sul web in Italia, insieme a Beta: siamo nati nel novembre del 1994 sulle bbs e siamo arrivati sul web nell’aprile del 1995. Ma a sua volta è stata, in un certo senso, la conclusione di una lunga strada. Una strada che per noi è iniziata all’inizio degli anni ottanta, quando cominciammo a frequentare il mondo degli appassionati di fantascienza e a pubblicare delle riviste amatoriali, come L’Altro Spazio di Luigi Pachì e la mia La Spada Spezzata, che un anno vinse anche il premio come miglior rivista amatoriale europea. Già allora eravamo all’avanguardia, infatti La Spada Spezzata era composta in desktop publishing, quando ancora l’idea di impaginare una rivista al computer era un’idea bizzarra che avrebbe fatto storcere il naso a qualunque grafico. Negli anni siamo passati attraverso varie esperienze, riviste su cassetta per Spectrum, riviste via fax, per poi arrivare, con gli anni novanta, a organizzare forum di fantascienza sulle bbs. E proprio sulle bbs iniziò l’avventura di Delos.
Tecnologia a parte, penso che la nostra carta vincente fosse il fatto di essere comunque gi
à da molti anni inseriti nell’ambiente. Abbiamo quindi potuto raccogliere attorno alla rivista un gruppo di collaboratori scelti fra le persone più brillanti che potesse offrire il mondo della fantascienza in Italia. E poi la formula, che è stata fin dall’inizio molto diversa dalle riviste – amatoriali o professionali – pubblicate fino ad allora in Italia, che erano sempre in misura più o meno marcata riviste di letteratura con tutto quello che comporta. Delos era improntata all’informazione più che alla critica, dava spazio alle serie televisive, al cinema, proponendosi come un collegamento tra il vecchio fandom letterario e quello nuovo che stava cominciando a emergere, più legato a film e telefilm.

Ci puoi citare qualche aneddoto interessante di questo lungo periodo? Magari su persone famose o particolari che avete conosciuto, o su situazioni specifiche che meritano una menzione?

Be’, ricordo sempre con curiosit
à quando nel 1995 tenemmo una conferenza, alla convention nazionale di fantascienza a San Marino, su fantascienza e telematica… un bel tema che all’epoca era nuovo, che riguardava le nuove tecnologie, in una parola il futuro. Avemmo ben quattro spettatori ad ascoltarci! Senza dubbio più pubblico abbiamo avuto invece quando siamo stati intervistati dalla tv, per esempio le varie volte che ha parlato di noi quel bellissimo programma che era MediaMente su rai Tre, o quella volta che il settimanale di Canale 5 Target mi intervistò sull’argomento del "millennium bug".
Grazie a Delos e a Robot abbiamo fatto conoscenza con tanti autori famosi di fantascienza, come Robert Sawyer, Robert Sheckley, Neil Gaiman, Ian Watson, o con personaggi come il mitico "futurologo" Roberto Vacca, che lesse la parodia dei suoi romanzi che fece Francesco Grasso su Delos e ci scrisse per complimentarsi.

Ci puoi raccontare i passaggi principali della storia di Delos – fino ad arrivare a ci
ò che è ora, ovvero una completa e ramificata realtà? Magari parlando di come sono nati e come sono stati ideati il Corriere della Fantascienza, FantasyMagazine e, ultimi ma solo come sequenza temporale, SherlockMagazine e HorrorMagazine?

Quando si racconta una storia si cercano i momenti che hanno determinato dei cambiamenti, devo dire per
ò che la cosa secondo me più rilevante della storia di Delos è proprio la sua costanza (lo sai bene anche tu, direi!), il fatto che mese dopo mese, anno dopo anno, Delos ha inanellato 95 numeri. Questa è, direi, l’esatta misura della nostra follia…
Alla fine del 1995 scrivevo, nell’editoriale del decimo numero, che il contatore della home page di Delos aveva raggiunto quota mille: questo d
à l’idea di quanto il nostro universo fosse ancora piccolo, a quell’epoca, poco dopo il "big bang" dell’avvento del web che in Italia è avvenuto praticamente con l’apertura di Video On Line, nel 1995. Nel 1997 la periodicità mensile di Delos ci stava già stretta, così creammo il Corriere della Fantascienza, che è stato il modello di molte altre esperienze. Il Corriere della Fantascienza rappresentava una sfida ancora più impegnativa, pubblicando una nuova edizione ogni due o tre giorni (ora è addirittura quotidiano).

Oltre a tutto questo c’
è un altro elemento piuttosto importante che ti vede coinvolto – e sto parlando dei Delos Books. Com’è nato questo progetto? In che modo (se lo è) è una evoluzione del progetto Solid (realizzato, se non sbaglio, insieme ad Horror.it di Colombo)?

Nel 2000 abbiamo stretto un’alleanza con Horror.it e fondato una societ
à, Solid, che mirava ad entrare di forza nel mercato degli ebook – mercato che poi è rimasto al palo. Per completare il nostro network avevamo previsto altri due siti: uno dedicato al giallo, che doveva essere curato da Colombo ma non prese mai il volo, e uno dedicato al fantasy, che affidammo a Franco Clun e Riccardo Coltri. Il sito poi partì quando ormai Solid era in disfacimento. FantasyMagazine partiva dal modello del Corriere della Fantascienza ma ha saputo andare ben oltre, e oggi è il sito della nostra rete che ha più successo in termini di visitatori.
Mancando i presupposti economici per tenere in piedi una srl, e non essendosi mai del tutto concretizzata la fusione con il gruppo di Horror.it, Solid
è stata abbandonata e abbiamo fondato un’associazione culturale, l’unica formula possibile per chi, come noi, voleva fare un sacco di cose belle ma inevitabilmente destinate e non portare mai abbastanza soldi. Così nel luglio del 2003 è nata Delos Books. In essa sono confluiti i nostri siti Fantascienza.com e FantasyMagazine, la neonata Sherlock Magazine, i premi letterari (con già una decina d’anni di storia alle spalle) Alien e Lovecraft e la rivista Robot. Robot in particolare era la sfida più pericolosa: con la Solid avevamo raccolto centinaia di abbonamenti per quattro numeri ma pubblicato un numero solo. Non potevamo accettare l’idea, però, di mollare tutto con la chiusura di Solid. Così, nonostante i soldi degli abbonamenti fossero rimasti dentro a Solid (soldi che mai rivedremo, a quanto pare) ci siamo dati da fare per creare, stampare e spedire i tre numeri restanti agli abbonati. Abbiamo aperto un servizio di autopubblicazione anche per finanziare Robot, lo ammetto senza problemi. Ce l’abbiamo fatta. Abbiamo pubblicato gli altri tre numeri, uno più bello dell’altro a mio avviso, e ora sta per uscire il quinto. Andiamo avanti.
Nel maggio del 2004 abbiamo aggiunto il tassello dell’horror, lasciato scoperto dalla separazione da Horror.it, con HM HorrorMagazine, curata dal bravissimo Ivo Torello, che a differenza di Horror.it viene aggiornata in modo continuo, con nuove notizie e recensioni tutti i giorni. E a dicembre partir
à un’altra nuovissima esperienza, Thriller Magazine, trainata da Mauro Smocovich e da Lorenzo Trenti, dedicata al thriller e al noir, con collaboratori di spicco come lo stesso Lucarelli.

Come si pu
ò diventare un vostro autore? Chi e come fa selezione – e con che criteri? Che costi ci sono (se ce ne sono) per chi selezionate? che tipo di supporto di distribuzione e di pubblicità fare per le vostre produzioni?

La Delos Books pubblica una marea di materiale. Abbiamo qualcosa come settanta collaboratori che lavorano in modo pi
ù o meno continuativo, gratuitamente (come gratuitamente lavoriamo noi, del resto) sulla nostra rete di siti. Abbiamo costantemente bisogno di nuovi collaboratori che scrivano e raccolgano notizie, recensioni, rubriche. E pubblichiamo anche un sacco di narrativa. Racconti sui siti, e anche racconti sulle riviste cartacee – Robot, Sherlock Magazine, Writers Magazine e il prossimo anno anche una Fantasy Magazine su carta – e romanzi nelle nostre collane di libri. Visto che libri e riviste vengono venduti gli autori vengono in generale pagati con royalties, anche se sono spesso cifre abbastanza ridotte. Delle scelte, soprattutto per quanto riguarda la narrativa, si occupa il nostro direttore editoriale Franco Forte, giornalista ma anche scrittore, ha pubblicato romanzi con Mondadori e altri editori e ha sceneggiato fiction trasmesse da Mediaset e BBC.
Per quanto riguarda i costi, devo dirti che abbiamo deciso al momento di sospendere le pubblicazioni a pagamento: il nostro servizio non era certo sul modello degli editori squali che chiedevano decine di milioni per stampare montagne di carta destinate a restare tali, offrivamo invece un servizio molto trasparente che permetteva all’autore di stampare cento o duecento copie del suo libro e di venderlo via internet, operando tra l’altro, comunque, una scelta dei testi pubblicati, che sono stati tutti di qualit
à abbastanza buona. Se un autore vuole stampare il proprio libro, non vedo cosa ci sia di male nell’offrirgli un servizio che gli permetta di farlo in modo qualitativamente valido, offrendo la propria esperienza di editori a un prezzo onesto e accessibile. Tuttavia molti tendevano comunque a considerarci un editore spennapolli per una questione di principio. Per il momento quindi abbiamo sospeso questa attività, anche perché non abbiamo più bisogno di finanziare le altre attività, che vanno avanti con le loro gambette. Ora pubblichiamo solo quello che possiamo permetterci di pubblicare, una decina di titoli all’anno.

In un paese come il nostro come va la fantascienza scritta e venduta? Ovvero, si pu
ò campare scrivendo SciFi? E si può campare vendendo SciFi? Se sì, in che proporzione conta la vendita di entità digitali rispetto a quella di entità cartacee?

La fantascienza
è sempre andata benino, con alti e bassi. Al momento apparentemente siamo in un basso, ma è un basso strano. Se vai in libreria il banco della fantascienza è diventato piccolo, ci sono ben poche novità e sei portato a pensare che, a differenza per esempio dello straripante fantasy, la fantascienza vada male. Ma poi cominci a girare negli altri settori e trovi libri di fantascienza dappertutto, solo che non c’è più scritto sopra fantascienza. Una volta se un giallo era ambientato nel futuro era un libro di fantascienza: ora è un giallo. Se un libro di fantascienza tocca tematiche sociali, o politiche, o di denuncia (come la fantascienza ha sempre fatto) adesso è un libro che va messo in un altro scaffale. Insomma, in un certo senso la fantascienza è diventata così pervasiva che ha finito per dissolversi. Sul fatto di campare scrivendo fantascienza, be’, già il concetto di campare scrivendo narrativa è abbastanza alieno all’Italia. Saranno al massimo qualche decina gli scrittori che vivono della loro narrativa. Uno di loro è Valerio Evangelisti che è uno scrittore soprattutto di fantascienza, anche se è fantascienza abbastanza di confine.
L’ultima parte della tua domanda, riguardo la vendita di entit
à digitali, è prematura. In Italia oggi il mercato di narrativa in forma digitale è pressoché nullo o comunque trascurabile. Noi abbiamo una formula di abbonamento per scaricare la versione pdf di Delos, che costa 10 euro all’anno, e abbiamo qualche centinaio di abbonati, il che mi rende felice soprattutto come testimonianza di apprezzamento. Ma penso che il vero mercato del libro elettronico sia qualcosa che non arriverà prima di qualche anno. Soprattutto grazie a Apple e al suo iTunes Music Store oggi possiamo dire che esiste un mercato della musica online: è un mercato che ha potuto nascere grazie all’offerta di un hardware che ha centrato esattamente l’obiettivo (l’iPod) e a un sistema di diritti d’autore digitali, FairPlay, che non penalizza l’utente, come facevano le precedenti versioni di Microsoft o di altre compagnie. Penso che per la nascita del vero mercato del libro elettronico ci sia da aspettare che accada qualcosa del genere anche lì. Ci vorrà un oggetto fisico, un lettore, che permetta di leggere senza fatica con lo stesso piacere che si prova leggendo un libro di carta, facile da usare come un iPod, bello e capace di creare un fenomeno di costume per invadere il mercato e dare la spinta iniziale che è necessaria. La mia speranza è che Apple prima o poi proponga un lettore per ebook. La tecnologia vincente è di Philips, ma le compagnie in grado di creare "fenomeni" di costume sono Apple o Sony. Staremo a vedere.

Domanda difficile: quali sono gli autori migliori che avete a catalogo? e quali, secondo te, i migliori in assoluto in Italia?

Non abbiamo a catalogo tantissimi autori, e in ogni autore che abbiamo pubblicato abbiamo creduto fino in fondo. Quindi posso dirti che sono convinto che i nostri autori siano senz’altro i migliori in Italia, questo s
ì :-). Spesso gli autori che arrivano a pubblicare un romanzo con noi li abbiamo "cresciuti" noi stessi, con i premi letterari, con i racconti su Delos o sulle altre riviste, aiutandoli, consigliandoli, facendoli scrivere e riscrivere. Sono un po’ nostri figli, e la domanda "quale dei tuoi figli preferisci" non è una domanda che possa avere una risposta.

C’
è il tuo nome collegato anche a scuole di scrittura… ci puoi parlare anche di questo aspetto?

E’ un’attivit
à che cura Franco Forte. Lui ha organizzato molti corsi di scrittura, cosa che tra l’altro gli ha permesso di individuare tanti validi collaboratori. Di tanto in tanto prende una settimana di ferie e si trasferisce in un agriturismo insieme a una decina di allievi. Anche da queste esperienze è nata l’idea di una rivista dedicata all’arte di scrivere e di farsi largo nel mercato editoriale, la rivista che esordirà l’8 dicembre, la Writers Magazine Italia. E’ un’idea che sta avendo un grosso successo già adesso che non è ancora uscita… Pubblicherà articoli di tecnica, consigli, interviste con autori, recensioni, racconti, tutto mirato allo scopo di imparare a scrivere e scescere come autori.

So che la lista sembra infinita, ma
è impossibile non parlare anche di un’altra cosa che ti/vi vede protagonisti (e che suppongo sia collegata a tutto il resto) – e sto ovviamente parlando dei concorsi letterari. Anche in questo caso ci puoi raccontare quali sono quelli legati a voi, e anche in questo caso qualche episodio interessante che riguarda qualche edizione?

Abbiamo molti premi letterari: i pi
ù prestigiosi, perché esistono da molti anni e hanno tirato su una vera e propria scuola di scrittori, sono l’Alien e il Lovecraft. Poi abbiamo il premio Robot, il premio Fantascienza.com per i romanzi, il premio Brown per i racconti brevi, lo Sherlock Award per gli apocrifi di Holmes, e ora stiamo aprendo il primo premio Writers Magazine per la narrativa generale. Forse ne ho dimenticato qualcuno… personalmente quello a cui sono più legato è il premio Fredric Brown, che ho fondato io, insieme a Franco Forte, ancora ai tempi della Spada Spezzata, vent’anni fa. L’anno prossimo faremo una nuova edizione.

C’
è qualche realtà amatoriale e non a cui siete in qualche modo legati per uno o più degli aspetti della vostra attività?

Le nostre origini sono nel mondo amatoriale, quindi abbiamo molti contatti e molte amicizie. Per esempio il convegno che facciamo l’8 dicembre lo abbiamo organizzato grazie all’aiuto e alla collaborazione dei ragazzi della StarConTrek. Collaboriamo bene anche con il club Deep Space One che organizza la Deepcon e negli ultimi anni anche l’Italcon, il convegno ufficiale della fantascienza. Poi tanto col Corriere che con le altre testate cerchiamo sempre di promuovere le attivit
à amatoriali, pubblicizzandole sulle nostre testate.

Quali sono i vostri progetti futuri?

A dicembre apriamo la Thriller Magazine, poi nel 2005 lavoreremo alla Fantasy Magazine su carta e ad altre nuove cose che abbiamo in progetto. Il difficile sar
à cercare di limitare al massimo le nuove idee, però, perché abbiamo già tantissime attività e dobbiamo portarle avanti tutte.

Siamo quasi alla fine – e anche qui ti faccio la solita domanda che facciamo a tutti: se (come so) conoscevi KULT prima di questa intervista, come e quando
è capitato. Un parere – anche cattivissimo – su di noi è ovviamente apprezzato…

Guardando Kult Underground mi sembra di vedere noi stessi, abbiamo avuto una storia simile, arriviamo entrambi dalle nebbie del tempo della telematica. Anche voi avete una vostra casa editrice che
è nata attorno all’esperienza di una rivista, fate concorsi letterari, e come io ho sviluppato il software che gestisci i nostri portali voi avete sviluppato il software per i vostri ebook. Siamo così affini che non posso che avere una grande stima e amicizia verso Kult Underground.

Ok, grazie per il tempo che ci hai dedicato e in bocca al lupo per tutto.

Grazie a te!

Marco Giorgini

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