Filmografia: Moondust (2000), La stanza (2001), L’intruso (2002), L’eclisse (2003).
Ciao, Davide. Ho tralasciato qualcosa?
Direi che sei stato molto esaustivo. Aggiungo solo l’ultimissimo progetto che ho cominciato in questi giorni: ideazione e stesura di una serie di sceneggiature a carattere surreale per dei cortometraggi (da unire poi in un unico film lungo, tipo film ad episodi) che alcuni registi indipendenti di Roma e di Milano vogliono girare quest’inverno. Anzi, siamo sempre in ricerca di nuove idee e proposte originali.
Di quale regista non avresti fatto né faresti mai a meno, e perché? Chi ti influenza maggiormente?
Beh, innanzitutto c’è da dire che sono diventato un fanatico di cinema solo negli ultimi anni, dato che prima i miei interessi erano più orientati nel campo della letteratura. Per me è molto difficile decidere, comunque iniziamo subito da colui che mi ha truffato più di altri: David Lynch. Codesto regista mi ha infatti plagiato diversi film, il caso più noto è quello di Mulholland Drive, film che avrei dovuto girare io e che lui mi ha fregato proprio sul più bello. Scherzi a parte, i registi che più mi colpiscono e mi affascinano sono quelli che presentano il maggiore estro evocativo, come Fellini (insuperabile nel Satyricon), Pasolini in Medea o in Edipo re, Dario Argento e Sergio Citti, per citare solo alcuni fra quelli italiani. Insomma, tutto ciò che si può allontanare dalla semplice riproduzione della realtà quotidiana.
I tuoi cortometraggi sono molto misteriosi, anche un po’ spiazzanti. Quando vedo cose di questo genere, io le ho ribattezzate tra me e me "genere Eraserhead". Per chi non lo sapesse, devo dire che è stato il primo film di David Lynch. Quali sono i generi che preferisci, perché? Cosa vorresti anzitutto comunicare di immediato e di meno immediato?
Sebbene guardano L’eclisse si potrebbe pensare l’opposto, io sono un grande estimatore del cinema di genere e di serie B. Adoro i generi come l’horror, il poliziottesco e lo spaghetti-western, anche se comunque il mio genere preferito rimane pur sempre il noir – magari con venature surreali. Quel suo senso di ambiguità fatale, quel suo bianco e nero che non è mai un vero bianco e nero ma un grigio scuro e grigio chiaro mi affascina da sempre. Non m’interessa tanto l’individuo o l’oggetto in sé, ma il modo in cui noi lo percepiamo, il fatto che l’Uno assoluto non esiste (almeno per me), e se esiste rimane sempre nascosto da qualcosa. Mi interessa la percezione, il sogno, l’ombra… credo che il cinema sia lo strumento ideale per indagare in questo campo. Dimenticavo: oltre al noir anni Quaranta, amo anche il cinema dadaista e surrealista. Eraserhead giuro che non l’ho mai visto, ed anzi lo sto già cercando come un disperato ma non lo trovo da nessuna parte, mi sai dare qualche consiglio?
Beh, te lo posso dare io, Eraserhead… Non potevo non averne una copia.
Moondust (Hello spaceboy), Lady Stardust… sembrano omaggi a David Bowie… (Scusa, non è importante, ma sono un suo accanito trentennale fan). Dei tuoi corti ho visto L’eclisse, La stanza, con soggetto e sceneggiatura scritta a quattro mani da te e Alessandro De Caro, e L’intruso (devo dirlo, per mia vanità, avendovi partecipato nel ruolo del "Lettore", giusto perché un Davide Ricci e un altro Davide Riccio attori esistono, ma quelli – ne approfitto e mi permetto di qui distinguermi da loro – non sono io, che comunque attore non sono, quella comparsa a parte)… Dunque, hai voglia di fare un ripasso con sinossi e qualche commento della tua filmografia?
Moondust?
Moondust è il mio primo video sperimentale (realizzato sotto la supervisione di Alessandro Amaducci). Riguardo a David Bowie, mi hai scoperto, è infatti proprio da una sua canzone che prende spunto il titolo. E’ una sequenza di paesaggi naturali, che ho cercato di trasformare integralmente mediante lavori sull’immagine elettronica, soprattutto per quel che concerne i colori. Un’esperienza ancora "scolastica", ma che mi ha aiutato ad avvicinarmi al mondo video.
La stanza?
"Le vite di cinque personaggi entrano in contatto con una stanza misteriosa. E non sarà una bella esperienza". Questo è il primo lavoro in cui ho lavorato insieme ad altre persone. Innanzitutto il soggetto e la sceneggiatura sono nati dalla collaborazione con Alessandro De Caro, con il quale ho curato anche la regia. Dopodiché, io mi sono curato più delle singole riprese e delle luci, e Alex si è invece concentrato di più riguardo al lavoro sugli attori e sulla colonna sonora. Di sicuro un’esperienza molto importante, nella quale ho cercato di mettermi in gioco il più possibile.
L’intruso?
"Per chi si chiede cosa c’è al di qua dello specchio". La sceneggiatura di questo lavoro è stata scritta integralmente da Alex. Per me è stata la mia prima esperienza di regia su roba scritta da un’altra persona. Sono state riprese molto travagliate, dovuto soprattutto ai continui cambi di location e all’utilizzo di un numero molto alto di attori e comparse, ma senz’altro un’esperienza utile. A proposito, mi sa che sei troppo modesto, non eri una comparsa!
L’eclisse?
"La personalità di un individuo viene scissa nelle componenti maschile e femminile. Cosa succederà, quando queste due parti cercheranno di ricongiungersi?" Questo è in assoluto il mio lavoro più amato e odiato tra quelli che ho realizzato. E’ il primo di cui ho curato integralmente sia sceneggiatura che regia, ed è stato girato in un solo giorno (dalle 6 del mattino alle 9 della sera). E’ interessante notare che sia tra quelli che ne hanno parlato male sia tra quelli che invece ne hanno parlato bene, sono venute fuori le stesse critiche (o lodi): surreale, misterioso, glaciale. Comunque posso ritenermi soddisfatto, dato che era proprio ciò a cui volevo arrivare. Tra l’altro è stata l’occasione per conoscere Chiara Pavoni, una persona incredibilmente motivata con la quale ho realizzato e sto continuando a realizzare un bel po’ di lavori (l’ultimo è stato La danza delle stelle, scritto da me e girato da lei).
Ci parli dell’Associazione "Cinematti"? Di cosa si occupa?
L’Associazione, nata la scorsa primavera, è frutto dell’amicizia e della collaborazione di un gruppo di studenti universitari di discipline umanistiche. Al momento ci stiamo occupando di didattica audiovisiva presso alcune scuole di Torino, e presto ci cimenteremo nella coproduzione di alcuni cortometraggi a tematica horror. Tra l’altro, nel 2005 c’è in programma la celebrazione del trentennale di Profondo rosso di Dario Argento, dal titolo Torino Profondo Horror. Durante la kermesse vogliamo organizzare – insieme al Dams – una serie di incontri con professionisti di cinema horror o comunque di genere, più una rappresentazione teatrale del film nella mitica Piazza CLN rielaborata per l’occasione.
Stai pensando al lungometraggio? Ci sono dei soggetti che vorresti tradurre oggi in film? Non so, un libro, un fatto di cronaca, un’idea… No, scusa, è vero, non avrebbe senso parlarne in questa sede, ché potrebbero fregartela. Ripartiamo: stai pensando al lungometraggio?
Come già detto, mi piace molto il noir surreale, ragion per cui girerei un film in quell’ottica. Ho naturalmente diverse idee in proposito, ma è ancora tutto un gran calderone. Comunque, una volta portato a termine una cospicua parte dei progetti che ho cominciato in quest’ultimo periodo, senz’altro deciderò di cimentarmi in quest’avventura, soprattutto con la speranza d’incontrare gente con la stessa voglia d’iniziativa.
Ora, immagina che un grande produttore ti ha appena dato carta bianca. Puoi chiamare chi vuoi per fare il tuo film. Senza svelarne il soggetto, chi chiamaresti, non solo nel cast di attori (ovviamente, ricordati di me)?
Oltre ovviamente a Davide Riccio, chiamerei persone di cui confido nella capacità d’iniziativa e nell’apertura mentale. Non è tanto la condivisione di un certo ideale stilistico ciò a cui mirerei, quanto la voglia di credere in quel che si sta facendo. Un atteggiamento che noto con notevole frequenza nelle persone è il fare una certa cosa solo perché si è obbligati a farla. Ammetto che è un atteggiamento che trovo a volte anche dentro di me, e questo è ciò che vorrei evitare, perché è da un atteggiamento di questo tipo che nasce la frustrazione, l’incomunicabilità, l’insofferenza.
Ho visto il tuo documentario sui giovani delle periferie torinesi. Ti rivolgo la stessa domanda: tu, tra uno, cinque e dieci anni?
Domanda di riserva no, eh? Non so proprio come vedermi tra tutto quel tempo, posso solo dire che quando mi riguardo nel passato a volte proprio non mi riconosco, e spero di avere questa stessa sensazione anche quando tra uno, cinque e dieci anni mi riguarderò come ero oggi.
Il modo migliore per vedere i miei lavori (ma non solo), è chiedermeli all’indirizzo mail davidenovelli@yahoo.it. Altrimenti si possono scaricare gratuitamente da alcuni siti web che però cambiano sempre con una certa frequenza, ragion per cui Google rimane sempre la soluzione migliore. In ogni caso preferisco sempre avere un contatto con le persone, quindi… scrivetemi!
Intervista a Davide Novelli
Davide Novelli è un emergente regista di Torino. Nato nel 1979, si è laureato al DAMS con una tesi sulla citazione nel cinema di Quentin Tarantino. Ha scritto racconti, numerose sceneggiature per cortometraggi e un romanzo ("Lady Stardust"). Si è occupato dell’organizzazione di conferenze per il Torino Film Festival. Ha lavorato come stagista in due produzioni RAI. Ha girato alcuni suoi cortometraggi. Ha fatto l’assistente casting e location, l’aiuto regista per un videoclip dei Kash e si è occupato del montaggio dei video Ritmica 2003 con i gruppi musicali Tequila Sunrise, Terza Sfera, Quintorigo e Davide Van De Sfroos. Lavora come redattore TG Universitario di Torino. Nel 2004 è co-fondatore dell’Associazione Culturale "I Cinematti", di cui è presidente. Per conto della Provincia di Torino allestisce laboratori video, il che ha per ora portato alla realizzazione del documentario "Tra uno, cinque e dieci anni" sui giovani delle periferie torinesi.
Non di riserva, la domanda dianzi, ma per avviarci – ahinoi – a una conclusione, ché come per tutte le cose, collegandole ad ogni altra, si potrebbe parlarne all’infinito. Come vedere i tuoi lavori, dove contattarti?
Davide Riccio