Hero è uno di quei film nati per essere grandi.
Grande è il regista, Zhang Yimou, genio cinese che, dagli anni ’80 ad oggi, ha girato numerosi capolavori, tra cui Lanterne rosse e La strada verso casa; Yimou è un nome ben noto ai cinefili europei (due leoni d’oro a Venezia, l’orso d’argento a Berlino, Gran premio della giuria a Cannes, due nominations agli Oscar)e con Hero firma la sua consacrazione nel mondo delle star.
Grande è Quentin Tarantino (Kill Bill, Pulp fiction), senza il quale, noi "occidentali", non avremmo mai potuto goderci l’ultima fatica del genio cinese. Tarantino, ancora una volta, dimostra di vederci giusto.
Grandi gli attori (su tutti Jet Li e la promessa Zhang Ziyi) che, grazie ai loro sinuosi movimenti, rendono i combattimenti simili a fluttuanti balletti nell’aria.
Grande il budget utilizzato (30 milioni di dollari) che lo ha reso il film cinese più costoso di tutti i tempi.
Lo spettatore, guidato per mano dai colori -vere voci narranti della storia- e dalle magnifiche scenografie, intraprende un viaggio percettivo in un mondo mitico e leggendario dove ancora gli eroi esistevano e la Cina era divisa in tanti piccoli regni.
La trama è tipicamente da film "cappa e spada cinese" – Senza nome, l’eroe, è convocato al palazzo del crudele e potente re di Qin; là egli racconterà le gesta che hanno reso possibile la sconfitta dei tre principali nemici del regno- ma è la struttura narrativa ad essere innovativa per il genere (anche se ripresa da Rashomon, vero film-modello per il regista).
La storia, infatti, è raccontata numerose volte da punti di vista sempre differenti fino ad arrivare alla verità finale.Ogni storia è caratterizzata da un colore predominante -ed è questo il vero punto di forza del film- che invade prepotentemente tutto lo schermo e che inebria lo spettatore di sensazioni percettive assolutamente fantastiche (si passa dal rosso della passione, al blu delle acque, passando per il giallo acceso delle foglie d’autunno).
Il regista rivoluziona anche le tematiche "topoi" del genere: i protagonisti, infatti, non si muovono spinti solo da vendetta ed eroismo -come tradizione- ma con il desiderio più profondo della pace tra i popoli, che diventa il vero motore del film, al pari della passione, altro tema del tutto innovativo.
Hero è un’esperienza visiva di rara bellezza, raccontata con il tocco soffice di un artista e recitata splendidamente dai suoi interpreti. Cosa si può volere di più da un film che, inizialmente, non era neppure destinato ai mercati esteri?
"in una guerra gli eroi sono sempre da entrambe le parti".
Hero
Michele Torazzi