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I Consigli di Aristotele

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I Consigli di Aristotele

Uno dei meccanismi più collaudati e più importanti dello scrivere è quello che ci consente di mantenere alta l’attenzione del lettore per tutte le pagine senza mai farla calare, detto ingranaggio, senza il quale nessun lettore supererebbe pagina tre, è universalmente denominato come Suspense, ed è in errore chi ritiene che essa attenga strettamente alla letteratura gialla, o al thriller.

C’è aspettativa anche in un saggio, o in una biografia, o in un romanzo filosofico, se si sa come giocare con le parole, la cosa importante è catturare l’attenzione del lettore e non lasciarlo andare per i fatti suoi, dobbiamo essere noi a tenerlo per mano e a condurlo passo per passo esattamente dove vogliamo che sia, ma senza che lui se ne accorga.

Possiamo dunque concordare sul dato di fatto che la Suspense è da sempre un meccanismo classico del raccontare, che attiene tanto alla Tragedia di Shakespeare quanto alla popolare letteratura di consumo.

Ma volendo andare ancora oltre si possono ritrovare antiche tracce di questo invidiabile ed efficace ingranaggio narrativo fino alle basi della narrativa classica e antica.

Riportiamo qui dei brani tratti dalla Poetica di Aristotele che, lo ricordiamo, è una riflessione sulle tecniche usate per ottenere nel lettore un determinato effetto, perchè contengono affermazioni a nostro avviso singolarmente vicine alla realtà dei nostri moderni Noir Thriller e Gialli Suspense.

Dice Aristotele:

"…esiste il piacere che tutti provano davanti alle cose imitate … quelle cose che fanno soffrire quando le vediamo nella realtà, ci reca piacere se lo osserviamo in immagini che siano il più possibile fedeli, come i disegni delle bestie più sordide o la vista dei cadaveri…"

"… il racconto è la mimesi di un’azione… ma deve esserlo di un’unica azione e completa, le varie parti della vicenda debbono tra loro collegarsi in modo che togliendone una o cambiandola di posto il tutto si sciupi o si sconnetta: perchè ciò che nulla significa quando c’è o non c’è, non è neppure elemento del tutto…"

"…(per risultare avvincente) la mimesi deve essere anche mimesi di fatti terribili e compassionevoli: ma tali risultano ….quando nascono gli uni dagli altri contro ogni aspettativa…"

"… (per ottenere il migliore effetto) le soluzioni da scegliere sono quando la sciagura si genera in una cerchi affiatata, ed è un fratello a fratello, o un figlio al padre, o madre al figlio, o figlio alla madre, che arreca o medita morte o sta per compiere analoga azione.."

"… ma tuttavia anche nei caratteri, come nella struttura della vicenda, bisogna sempre cercare il necessario o il verosimile … è chiaro che anche le soluzioni dei racconti debbono promanare dal racconto per se stesso e non da una invenzione artificiosa…"

"… bisogna che il poeta (lo scrittore) nel costruire i racconti e nel contribuire con la parola ad elaborarli, tenga assolutamente davanti agli occhi la scena: chi guarda in questo modo, quasi trovandosi in mezzo alla vicenda stessa, scorgerà in maniera nitida ciò che conviene, e non gli possono affatto sfuggire le contraddizioni …"

"… occorre preferire i fatti impossibili ma verosimili, piuttosto che quelli possibili che siano incredibili… e non comporre trame con elementi illogici …anche un asssurdo è ammissibile, se appena introdotto con raziocinio…"

Non ce ne vogliamo i grandi maestri della suspense, che tanto utilmente ci hanno ammaestrato negli anni alla difficile arte della narrativa gialla, ma dai tempi di Aristotele, tutto davvero era già stato scoperto.

Sabina Marchesi

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