"La prima persona a cui dovete pensare di fare piacere, nello scrivere un libro, siete voi. Se riuscite a divertirvi per tutto il tempo che scrivere un libro richiede, l’editore e i lettori possono venire dopo. E verranno."
Una delle domande principe, quando si decide, o ci si trova incosapevolmente, a " vivere per scrivere" è per l’appunto questa: perchè e soprattutto per chi, noi scriviamo.
Una onesta e sincera risposta a tale quesito rappresenta la miglior guida possibile per navigare in questo mare fatto di carta e di sogni, di umane passioni, e di enormi scogli affioranti, può essere il nostro faro di riferimento, la nostra rotta, insomma la luce nel deserto.
Se ci fate caso, leggendo in giro le interviste dei direttori editoriali, o dei titolari di agenzie letterarie, è una domanda ricorrente. Loro si chiedono, e chiedono a noi: perchè scrivete? Perchè qualcuno dovrebbe leggere un vostro libro? Perchè credete di avere qualcosa da dire che ancora non sia stato detto? Siete certi che valga la pena investire su di Voi?
E’ chiaro che non c’è, e non ci potrà mai essere una sola ed univoca risposta che sia "giusta" per questi quesiti, ma sono interrogativi che privatamente, al cospetto di noi stessi, siamo comunque tenuti a sollevare, perchè dal tenore delle risposte che sapremo darci, in perfetta solitudine e riservatezza, potremo comprendere se vale la pena di continuare, e soprattutto come dobbiamo farlo.
Sappiamo tutti che umanamente tutte le storie che potevano essere raccontate sono già state inventate, tutto è già stato detto, ideato e rappresentato.
Ma… Ma noi siamo convinti di saperlo fare meglio.
E qui sta il punto nodale, l’essenza, il cardine.
Veramente è così? Siamo davvero in grado di poterlo fare meglio? Uno dei complimenti più ambiti da uno scrittore diciamo in erba, è quello di sentirsi dire una frase come questa: "questo autore ha molte cose da dire, e pare avere il bernoccolo per raccontarle". Sembra poco, lo so, per i profani, ma alle orecchie di uno scrittore esordiente, queste parole suonano come musica….
E allora chiediamoci: che tipo di scrittore siamo? Interroghiamoci su di noi, sui nostri perchè, sui nostri dove, come e quando, e soprattutto quanto.
Non credete a chi vi dice per esempio "io scrivo da sempre", non è mai vero: c’è sempre un momento preciso in cui si decide di scrivere, sia pur incosapevolmente, scrivere è come una magia, una droga, una spirale, qualcosa che ti prende e ti travolge, che ti porta via con sè…senza controllo.
Siete uno di quelli che quando sono in giro continuano a prendere freneticamente appunti su ogni microscopico foglietto gli capiti a portata di mano? O siete il tipo che nel bel mezzo di una conversazione si assenta con sguardo ispirato perchè gli è appena balenato uno spunto travolgente per un racconto? E se invece appartenete alla schiera dei pensatori che si girano e si rigirano un’idea nella mente fino a quando non è perfetta, e allora, solo allora vi decidete a scriverla? Se non siete nessuno di questi, potreste far parte del gruppo di coloro che limano e cesellano, smontano e ricreano, scrivono e riscrivono, buttano e ripartono, infinite volte fino alla versione finale, che a volte non vede mai la luce.
Scrivete in due ore un racconto di venti pagine? O impiegate anni per concepire la trama di un romanzo? Tratteggiate i vostri personaggi con due pennellate appena accennate, o vi buttate in ispirate introspezioni psicologiche? Costruite le vostre trame come un prete certosino, controllando e ricontrollando date, luoghi, e nomi, oppure buttate giù tutto secondo l’ispirazione del momento, invocando la licenza poetica, salvo poi controllare dopo gli infami dettagli traditori? Lavorate in perfetta solitudine e nel silenzio, o scrivete di soppiatto in ufficio, nei ritagli di tempo, in mezzo ai telefoni che squillano?
Non ha veramente importanza. Quello che conta è che voi conosciate voi stessi e che abbiate la giusta risposta per questa domanda: per chi e perchè scrivete?
Se siete gente che ama quello che scrive, che si commuove quando lo legge, ma che, ciò nonostante, riesce a rimanere distaccata quel tanto che basta per vedere proprio quel piccolo errore che fino allora era sfuggito, se lottate e vi dannate per strappare qualche minuto alla vostra routine quotidiana per scrivere e rileggere, se quando siete al computer o penna alla mano il vostro cuore batte con un ritmo diverso, se la vostra mente si distacca, se i personaggi che avete amorevolmente creato cominciano a vivere di vita propria, e a pronunciare le battute da soli, come se fossero veri, se quel qualcosa che avete inventato si regge in piedi sulle sue gambe, se la gente quando vi legge si trova a dire "mah sì, questo personaggio qui è tale e quale a mio zio Gustavo", allora, allora sì che avete trovato la risposta giusta…quella giusta per voi.
Scrivete perchè vi piace, perchè avete qualcosa da dire, e sapete come dirlo, e siete convinti che lo saprete fare in un modo in cui nessuno ha mai saputo, finora.
In questo caso sappiate continuare a districarvi in questa specie di gioco a premi, dove la strada per arrivare è dura e tortuosa, ma non dimentichiamolo mai, possibile. Non tentennate e non abbandonate, proseguite a credere in voi stessi con la ferma convinzione che, come ammettono molti autori oramai affermati, se si è veramente capaci e dotati, prima o poi si varca la soglia che divide gli eletti dalla moltitudine, per diventare finalmente agli occhi del mondo quello che dentro, nel profondo di noi stessi in fondo siamo sempre stati: degli "scrittori".
Vi aspettiamo dunque per compiere questo viaggio a tappe assieme a noi come Alice nel Paese delle Meraviglie, fosse anche solo per scoprire, come in Matrix, che non bisogna affannarsi a piegare il cucchiaio, perchè, forse, il cucchiaio non esiste.
Vivere per Scrivere
Perchè Scriviamo?
Patricia Highsmith
Sabina Marchesi