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Dieci piccoli indiani e l’ospite invisibile

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Dieci piccoli indiani e l’ospite invisibile

Se qualcuno volesse divertirsi ad analizzare e studiare le analogie e le differenze tra due romanzi molto simili, vorrei suggerire i seguenti titoli "L’ospite invisibile" e "Dieci piccoli indiani".
Io l’ho fatto, un amico mi ha suggerito di leggere L’ospite invisibile essendo a conoscenza della mia passione per i romanzi gialli, in primis per quelli di Agata Christie.
L’ospite invisibile è un romanzo giallo ambientato in un ambiente chiuso , un appartamento e il suo giardino pensile nella città di New Orleans degli anni ’30. La storia ruota intorno ad otto personaggi, che ricevono un invito da uno sconosciuto ed i protagonisti scopriranno ormai tardi che lo scopo del loro anfitrione non sarà altro che ucciderli tutti perché ritenuti colpevoli di vari "peccati".
Anche "Dieci piccoli indiani" è un romanzo in ambiente chiuso, la storia si svolge in una villa moderna su di un’isola sulle coste inglesi ed i personaggi protagonisti sono 10 come i negretti descritti nella filastrocca che dà il titolo all’opera (titolo originale "Dieci piccoli negri" 1939/1940 diventato poi "……e poi non rimase nessuno" 1946 e "Dieci piccoli indiani" 1977; la parola negri nel titolo iniziale venne ritenuta offensiva e successivamente cambiata, ovviamente non era nelle intenzioni della scrittrice offendere nessuno). I protagonisti sono stati invitati da uno sconosciuto/a e comunque tratti in inganno da un messaggio di invito ambiguo, vengono attirati sull’isola al solo scopo di essere uccisi perchè colpevoli di veri e propri delitti.
Effettivamente le caratteristiche comuni dei due romanzi si notano eccome!!!
La trama a grandi linee è uguale e anche lo stile della presentazione dei personaggi è simile, infatti entrambi gli autori hanno scelto di presentare immediatamente i propri personaggi, che però si rivelano estremamente differenti tra i due romanzi: persone che si conoscono tra loro nel primo e persone sconosciute e veramente molto diverse tra loro nel secondo romanzo.
Devo ammettere che come appassionata dei romanzi della Christie sono rimasta sorpresa dall’enorme somiglianza della trama dei romanzi. Entrambi mi sono piaciuti, ma ho trovato "L’ospite invisibile" un po’ scarno, con descrizioni di ambiente e personaggi povere di particolari e sbrigative, senza comunque nulla togliere agli autori che si sono dimostrati ricchi di inventiva ed originali nell’ideare il soggetto, però sono rimasta delusa del finale, molto sbrigativo e a mio parere, o almeno secondo i miei gusti, troppo velato di mistero.??? (ma muoiono tutti o no questi personaggi).
Tutt’altra impressione e giudizio devo dare per il romanzo della Christie. Se voci insistenti dichiarano che ha, per così dire, preso spunto, dal romanzo dei coniugi Gwen Bristow e Bruce Manning per la sua opera, effettivamente non si è dimostrata la mente acuta e geniale degli altri suoi numerosissimi romanzi, devo però sottolineare che pur essendo la trama molto simile, insomma anche se ha un po’ copiato qua e là, è riuscita a cambiare quei dettagli che hanno reso l’opera assolutamente unica; a parte alcuni particolari quali il numero dei personaggi, il luogo molto più ampio e ricco di mistero, qualche nome in più nella cerchia dei personaggi secondari, devo sottolineare la ricchezza dei particolari nella storia delle vite dei personaggi principali, che invece mi era sembrata troppo superficiale ne "L’Ospite Invisibile", poi è riuscita ad arricchire la storia facendola letteralmente roteare intorno ad una filastrocca per bambini, che se vera oppure no, ha comunque dato quel non so che di suggestivo e misterioso alla vicenda, ed è soprattutto riuscita a modellare la trama originale (sempre che siano vere le voci di un sua riproduzione del romanzo) creando un finale assolutamente inaspettato, talmente inaspettato che ha dovuto inserire nel finale un epilogo per spiegare come si erano svolti i fatti sull’isola.
Non c’è alcun dubbio che la Christie sappia veramente cosa voglia il lettore, riesce a trasportarlo all’interno del romanzo lo guida e allo stesso tempo lo distrae, a volte lo illude, ma alla fine cerca sempre di spiegargli tutto rivelando anche le eventuali lacune da lei stessa create per distrarlo o ingannarlo.
Come appassionata di romanzi gialli non posso fare a meno di scegliere, ed ovviamente scelgo "Dieci piccoli indiani", non solo perché ogni volta che lo leggo riesco a scorgere nuovi particolari che mi aiutano a capirne il finale che assolutamente non si può definire scontato.
Vorrei inoltre suggerire un piccolo trucco per la lettura dei romanzi della Christie, non leggeteli accanendovi per scoprire prima come va a finire, ma fatevi accompagnare nel mistero, tanto c’è sempre un elemento che vi sfuggirà, potrete infatti intuire il colpevole ma non avrete mai prove certe sino alla fine, di solito la scrittrice le nasconde, le fa intravedere, crea suspance o addirittura vi confonde dopo avervi dato qualche indizio in più, insomma è una maestra del mistero e nel mistero vi terrà sino alla fine.


Francesca Bellei

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