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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Eccoci tornati per l’ultimo numero prima della consueta pausa estiva: come saprete Kult tornerà in settembre, dopo le classiche ferie di agosto, che penso si prenderanno anche molti di voi.
Nonostante la calura, che potrebbe indurre a una certa stanchezza anche mentale, il materiale ricevuto nel corso del mese è sempre molto e vario; ci sono graditissimi ritorni, come Alessandro Hellmann, che ricorderete per le sue intense poesie "zen", e Marco Milani, con un’immersione nella fantascienza; voci nuove, come la delicata Maria Grazia Vitale; la "maudit" Angela Buccella; i toni forti della poesia di Veronica Grivetti Foiaia; l’umorismo sottile di Alberto Gorrani; e infine, ma solo in questo elenco, i nostri outsider, Alessandro Zanardi (complimenti per la sua canzone finalista …..), Giancarlo Ferrigno e Mario Pischedda (che fotografa il mondo non solo con le poesie, ma anche con la pellicola, ed è stato intervistato a riguardo da "La voce sarda").
Abbiamo nominato la fantascienza; ne approfitto per ricordarvi anch’io il concorso "8k-o meno", per racconti-lampo, che quest’anno ha un tema quanto mai intrigante, per veri appassionati capaci di mischiare le storie e le trame di film e romanzi.
Cosa ne dite, ci addentriamo in Sussurri?


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Come di consueto, il primo posto spetta ad Alessandro Zanardi, con la terza parte del monumentale Terra Rossa; abbiamo assitito al fallimento del tentativo di assassinare il principe Cimaron, e vengono inviati per una nuova missione il possente Tefa, sicario di Anumix, e Louis, esploratore omosessuale. Forse qualche piccola lungaggine si poteva evitare, ma è molto interessante appare il rapporto tra i due uomini, dopo le prime incomprensioni.

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Si adattano benissimo a questo sonnacchioso inizio di estate i versi di Veronica Grivetti Foiaia, che già abbiamo conosciuto con i suoi lampi di vita quotidiana distorti nell’incubo: come in Il sonno impedisce di scrivere, in cui con un effetto di straniamento si associa la malinconia di un letto stanco all’immagine di una testa mozzata.

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La scenetta di Flauto è bellissima, e descritta in modo così vivido che ci sentiamo anche noi catapultati nel parco, avvertiamo un moto di repulsione per i personaggi che interrompono la nostra corsa con un terrificante concerto improvvisato…Alberto Gorrani è caustico, intelligente, impagabile nel sottile umorismo con cui delinea situazioni in cui non possiamo non identificarci.

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Impossibile tener dietro all’esplosiva creatività di Giancarlo Ferrigno, instancabile poeta dell’assurdo; Il non senso organico appare quasi un manifesto del suo pensiero, pervaso di goliardia – siamo anche in ambiente universitario – , follia ben calibrata nei versi, citazioni colte.

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Il racconto Chi sono io? di Marco Milani è finalista al concorso Fantascienza e dintorni (ci mancava una dose di sana science fiction in questo numero!), e per il tema trattato potrebbe rispondere forse ai canoni di 8 k -o meno…Vengono infatti nominati i Men in Black del famoso film, e il protagonista è un personaggio che ha perso la memoria. Non vi anticipo il finale, spiazzante e aperto agli interrogativi….

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Che dire di Mario Pischedda che non abbia già detto e ripetuto mille volte? L’immediatezza dei suoi versi, essenziali, struggenti, perfetti nella loro sobrietà? Un fotografo nella poesia, come dev’essere un poeta nella fotografia. Cerco un silenzio rarefatto è già nel titolo una lirica, un momento sospeso.

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Il demi-monde della droga, la violenza contro sè stessi, il sangue, la metropolitana e l’annullamento, ma anche l’amicizia assoluta e l’assoluto odio: abbiamo già conosciuto Angela Buccella nello scorso numero, con le sue immagini trasgressive, sconvolgenti, intriganti. Eroine è un racconto lungo (diviso in due parti per esigenze di spazio), una sorta di "flusso di coscienza" alla Joyce, ricco di splendide intuizioni, anche se a volte scivola in un "maledettismo" un po’ di maniera.

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Dopo la passeggiata agli inferi, prendiamo fiato con Alessandro Hellmann, già premiato per la sezione poesia alla festa di Kult, e autore tra l’altro di mumerose canzoni. Molto musicali, anche se non facili, sono le sue intense, brevissime liriche, perfetti istanti sulla carta, come nell’ultima, intitolata Profumo.

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Ho pensato di lasciare il posto d’onore della chiusura alla new entry di questo mese, Maria Grazia Vitale, autrice molto interessante, che speriamo continui a collaborare con noi. La sua voce è un racconto dai toni delicati, dall’atmosfera romantica e intimista, soffuso di una musica d’altri tempi.

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Mettiamo la parola fine al nostro anno passato insieme: ci ritroveremo in settembre, con nuove idee, nuove iniziative. Continuate a seguirci, a collaborare, e godetevi questa bellissima estate.
A presto

Lorenza Ceriati

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