Adoro Dave Grohl, da sempre. Quando suonava nei Nirvana consideravo la sua batteria la spina dorsale del gruppo ed il tasso tecnico del signor Grohl era indiscutibile. Poi fondò i Foo Fighters e dimostrò che anche con voce e chitarra ci sapeva fare, eccome! Inoltre la sua vena comica si manifestò in video mitici in cui lui ed il resto del gruppo recitavano, video come quello di Everlong prima, poi Breakout e Learn To Fly solo per citarne alcuni.
Quindi Queens Of Stone Age : Songs For The Deaf fu un album di buon rock, trascinato dal primo singolo (No one knows) davvero devastante per capacità di rimanere impresso nella testa dell’ascoltatore, ed offrì musica che si scostava sia dalle sonorità dei Nirvana che dei Foo Fighters.
Se fino a qui vi siete fatti l’dea di un artista eclettico e poliedrico avete fatto centro perchè il progetto Probot ci restituisce Grohl batterista ed alla grande!!!
L’ex nirvana non ha mai nascosto il suo amore per l’heavy metal e già da qualche tempo era nell’aria un progetto che spaziasse in quel genere; personalmente lo attendevo con ansia perchè la lista di chi ha collaborato alla creazione di questo progetto ha dell’incredibile.
Undici canzoni che vanno da "Shake your blood" cantata dal grandissimo Lemmy dei Motorhead a "Red war" in cui alla voce ritroviamo Max Cavalera in forma come ai bei tempi dei Sepultura per finire con "Sweet dreams" dove ritroviamo niente di meno che King Diamond redivivo e tirato a lucido.
Undici tracce che sono un viaggio nella storia del metal anni 80 e 90 per un CD che risulta davvero ben fatto ed a tratti esaltante e che farà salire un poco di nostalgia per alcuni vecchi vinili riposti da tempo, undici canzoni in cui sia il leader dei FF che gli ospiti si dimostrano sempre all’altezza del loro nome e riescono a creare uno spettacolo di sonorità diverse tra loro e che ricostruiscono un percorso ideale attraverso l’heavy metal vissuto dalla generazione di Grohl.
In questo disco non troverete pezzi tipo Papa Roach o Linkin’ Park, troverete le radici di una buona parte delle sonorità sfruttate da questi gruppi per le loro produzioni, troverete dei brani costruiti in una maniera molto classica perchè il progetto Probot è qualcosa impregnato di nostalgia : questo progetto è la realizzazione del sogno che Dave Grohl aveva da ragazzo, cioè suonare con le band che hanno fatto la storia del metal nei mitici anni 80. E l’approccio migliore al disco è decisamente questo : un nostalgico ritorno a quell’epoca, un viaggio temporale per tornare a gustare un hard rock che nasceva solo da chitarre distorte, la batteria che ci pesta ed una voce che fa la differenza.
In conclusione consiglio il disco agli appassionati di Grohl perchè da dimostrazioni di doti tecniche incredibili, agli amanti del metal vecchio stampo ed a chi sta approcciando il genere e non vuole un prodotto troppo pesante ma qualcosa che lo aiuti ad orientarsi.
Tracklist:
1. Centuries of Sin performed by Probot / Cronos – 4:09
2. Red War performed by Probot / Max Cavalera – 3:30
3. Shake Your Blood performed by Probot / Lemmy – 2:59
4. Access Babylon performed by Probot / Mike Dean – 1:24
5. Silent Spring performed by Probot / Kurt Brecht – 3:27
6. Ice Cold Man performed by Probot / Lee Dorrian – 5:53
7. The Emerald Law performed by Probot / Wino – 5:33
8. Big Sky performed by Probot / Warrior, Tom G. – 4:51
9. Dictatosaurus performed by Probot / Snake – 3:52
10. My Tortured Soul performed by Probot / Eric Wagner – 5:00
11. Sweet Dreams performed by Probot / King Diamond – 12:08
Giudizio finale: Se amate il metal compratelo, se vi piace il rock è un buon acquisto, se siete per la musica leggera italiana o per l’elettronica investite in altro i vostri soldi.
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