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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Ehm… mi sento un po’ come il sostituto di un professore a scuola… certo di non riuscire ad eguagliare il titolare della cattedra ma conscio di dovere comunque dire qualcosa – diciamo, andare avanti con il programma, nell’attesa che Lorenza Ceriati, sposatasi il 24 di Aprile, possa riprendere il suo posto, e tornare a parlare di racconti e poesie con la competenza di sempre. A dire il vero, ma questo magari lo ricordano in pochi, essere qui con voi, in questo spazio sa un po’ di deja vu… ma direi che chi è curioso a riguardo non ha che da fare qualche rapida ricerca sul sito di KULT Underground e scorrersi un po’ di numeri – persi negli anni della prima giovinezza della nostra/vostra rivista.
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Come in mese scorso ad aprire la carrellata di testi è Terra rossa di A.Zanardi, che continua con i capitoli 7 e 8 della seconda parte del romanzo a narrare della missione che il maestro Alexi affinda a Louis e Tefa. Una missione piuttosto delicata che riguarda Cimaron Di Leent – novello invasore di Holye Nan – e che ha in effetti una certa similitudine (nell’idea – non tanto nei metodi) con fatti di politica internazionale recenti.
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Prosegue anche il secondo testo proposto a puntate in questo spazio: Baby Red di Marco Milani. Nei blocchi 16-20 (che pubblichiamo questo mese) si continua ad apprezzare lo stile ironico e surreale dell’autore che – nelle descrizioni dei dialoghi tra i bambini – riesce a trasmette la voglia di sorridere con mille piccoli richiami alla vita di tutti i giorni.
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Passando alle poesie, si inizia con Tra poco pioverà di Luca Cascetti – altro testo molto bello e curato che in pochissime parole costruisce un affresco crudo e doloroso, dipinto però con un tocco lieve e attento che nasconde quasi alla vista il livello di lettura del brano.
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Molto diversa – ma non per questo interessante – la poesia Acque fresche del tempo a venire di Stefano Medel. La vista dell’acqua di un ruscello in mezzo ad un bosco è lo spunto da cui l’autore parte per una riflessione più ampia sulla vita dell’uomo. Belle le singole immagini, e il fluire della riflessione. Significativo il finale. Solo la presenza (voluta?) di parecchie trasposizioni tipografiche lascia un po’ perplessi sul quadro complessivo.
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Labirinto del mondo e cose del cuore (di Mario Pischedda) prosegue la vena di tristezza e di riflessione che hanno proposto (differentemente) i due brani precedenti. In questo testo il concetto del "male di vivere" assume un atteggiamento di ineluttabilità cosmica – quasi astratta – che sembra trascende l’angoscia in una pace d’attesa mascherata. Di sicuro effetto l’insieme con note molto positive su alcune metafore particolarmente azzeccate.
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Chiudiamo (con la ovvia note del last but not least) con (QIIA): la formula dettata da Dio di Giancarlo Ferrigno. Tra tutti, il testo più criptico, che in una complessa elaborazione sintattico-semantica sembra giocare con le immagini della croce, del Cristo e (citata così) di sua madre, in un proseguo di smitizzazione e di provocazione, che si propone come un oscuro invito a modificare l’approccio alla religione – capovolgendolo.
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Direi che è tutto – e sperando di non avere deluso nessuno dei lettori – vi invito come di dovere a iniziare la lettura delle opere presenti – in modo da confrontare le mie parole con le vostre opinioni.
Ah – inutile ricordare che questa rubrica è composta da contributi di chi ci segue – e perciò se avete voglia direi che potete segnarvi l’indirizzo di Lorenza (o di KULT) per inviare i vostri scritti – e che potete, cosa che ritengo ugualmente importante, tranquillamente mandare commenti o pareri anche a chi ospitiamo, in modo da fornire critiche o supporto ai tanti autori che passano di volta in volta sulle nostre pagine.

Marco Giorgini

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