Ciao e complimenti per il tuo piazzamento in classifica in quest’ultima edizione del concorso per letteratura minimale, indetto dalla nostra rivista. Cosa puoi dire di te ai lettori, per raccontare chi è Stefano Boni e cosa fa nella vita?
Nella vita (che iniziai degnosamente 28 anni fa a Reggio Emilia) mi guadagno da vivere come Geometra; le passioni però mi portano lontano dal mio ambito lavorativo: la montagna, la musica, il cinema e la letteratura si accavallano nel poco tempo libero che mi rimane… La passione nella scrittura invece è nata come sorta di sfogo anche se iniziai da piccolo con infantili sciocchezze per arrivare a cose più concrete, comprese un paio di collaborazioni per i soggetti e la sceneggiatura di due cortometraggi del regista Sirio Zuelli, il quale, a questo punto, dovrà pure realizzare Zugzwang… 🙂
Come e quando sei venuto a conoscenza della nuova edizione del concorso? Cosa ti ha spinto a partecipare?
E’ stato a settembre, grazie a mio fratello che oltre ad aver già pubblicato su kultvirtualpress mi ha anche stuzzicato sulla partecipazione.
Cosa hai pensato del nuovo tema proposto?
Ogni tema se afforntato con inventiva può portare a grandi risultati. disTORSioni è allo stesso tempo facile da affrontare ma di larga interpretazione, l’ideale per non avere in concorso opere molto simi fra di loro.
Come è nato Zugzwang? Quanto tempo ti ha portato via la stesura?
Zugzwang è nato da una immagine che mi girava in testa di barche attraccate in un fiume basso e limaccioso con il porto in cemento ed un uomo solitario ad osservarle. Da quello ho sviluppato tutto il resto che è finito sulla carta in una sera, in una unica stesura. Questo tipo di racconti li scrivo di getto e anche se in questo caso ho dovuto (con l’abile contributo di mio fratello) ridurlo a 8k caratteri, non ci torno mai sopra. Come nascono vivono.
Ti aspettavi che saresti arrivato tra i primi tre classificati?
Francamente no, non conoscendo la qualità degli altri testi in gara. Sono molto critico sui miei scritti e mi piacciono raramente. Ero fiducioso ma non fino a questo punto. Graditissima sorpresa. Oltretutto definisco Zugzwang più una ambientazione che un racconto autoconclusivo per cui temevo che questo suo limite lo sacrificasse…
Hai avuto più "difficoltà" per il limite degli 8192 caratteri o per il vincolo sul tema? E come classifichi questo tuo racconto (horror, fantascienza…)?
Il tema no. Raramente scrivo a tema ma in questo caso è stato facile. Gli 8192 carattari sono già un orizzonte più ostico… Come scrivere un cortometraggio sensato di 3 minuti… lo spazio è poco e bisogna usare anche stereotipi e luoghi comuni altrimenti si ottiene un incompiuto informe. Fortunatamente la parola scritta ha più possibilità. L’importante è non ridursi ad una accozzaglia di parole slegate solo per dare un tono intelettualoide all’opera.
Cosa ne pensi dei giudizi dei giurati e del loro "stile" assolutamente variegato? E cosa ne pensi del fatto che essi abbiano ricevuto tutti i racconti insieme e SENZA nessuna indicazione sugli autori?
L’indicazione sugli autori (benchè non fossero presenti dei Pinketts o dei Leoni) è sempre una piccola garanzia in più. Ho però notato alcune enfasi nel voto numerico che avrei evitato. I commenti, invece, sono precisi e ragionati. Utili.
C’è qualche commento sul tuo racconto che ti è piaciuto particolarmente?
Posso dire tutti, visto che ho preso sempre la sufficienza?!? A parte i complimenti perchè è scritto bene (cosa a cui tengo a prescindere dalla storia) ho gradito quando il giurato ha percepito l’atmosfera che volevo creare con le parole. Prevedibile l’apparizione dei nomi di Gibson e Dick (entrambi mai letti, forse è ora….); Borges è stata una sorpresa. Gradita.
E ce n’è uno che invece ti ha messo in difficoltà?
Come già detto, mi hanno dato tutti la sufficienza… Anche chi ci ha trovato dei difetti ne ha premiato altre caratteristiche per cui qualcosa è venuto fuori comunque.
Che tema vorresti fosse trattato in una prossima edizione del concorso – per convincerti a partecipare ancora?
Beh, subdola questa…. credo che due buoni temi, soprattutto per la mia curiosità sul modo in cui verrebbero sviluppati, siano dis-Illusione e in-Espressione. Negazioni che contengono un argomento interessante e che possono essere sviluppate in entrambe le direzioni, positiva e, appunto, negativa.
Cosa ne pensi dell’editoria elettronica e delle produzioni come quella di KULT Underground?
Positiva per quanto riguarda l’accessibilità e la possibilità di dare a molti la possibilità di farsi leggere e conoscere. Limitata nella sua stessa "elettronicità". Un volume troppo grande non è possibile da leggere a monitor mentre la stampa risulterebbe quanto meno onerosa. I formati del racconto breve, della poesia e dell’articolo a tema sono l’ideale per questa forma di produzione. E’ un comunque uno sforzo che apprezzo (visto che ci sono finito dentro anche io…)
Grazie per il tempo che ci hai dedicato… e speriamo di rivederti anche il prossimo anno (e magari alla festa di KULT)…
Grazie a voi. Per la festa dipende… c’è della birra?!?
Intervista a Stefano Boni
Marco Giorgini