Quanti ragni
appesi a un filo
sembrano volare!
Trasmettono sempre:
ho nostalgia di monoscopi
e di effetto neve.
Scale archeggi staccati tremolo e cavata…
Perché alla mia età imparo il violino?
Proprio perché non servirà a niente!
Fuochi d’artificio
e puzza d’insettifugo:
tutto ha un nesso.
Mai un equilibrio,
ma eterno librarsi che mai si arresta.
Oscillano le maschere riappese.
Crepitio di foglie al vento;
chiudo gli occhi ed è fuoco, è pioggia,
è carta, è applauso… Cos’è?
Silenzio dell’albero:
dove sono nel suo profondo
i rami e le radici?
Foglie cadute,
giaciglio antico della terra
o è come se lo fosse.
Al risveglio,
com’è irreale il mondo
dopo aver sognato!
A cosa serve l’erba esplosa da un marciapiede?
Intrecci di nuvole
che guardiamo e dimentichiamo.
Scaglio il giornale sul soffitto:
il moscone è morto stecchito
mentre in cortile miaula l’estro venereo.
Arachidi tostate giganti:
potessi anch’io preferibilmente consumarmi
entro la data sopra indicata!
POESIE QUASI ZEN
Davide Riccio