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Linda Lovelace: così fan tutte

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Linda Lovelace: così fan tutte

Cognome:
Lovelace
Nome: Linda
Sesso: femminile
Nazionalità: americana
Stato Civile: sposata con figli
Professione: pornostar riciclatasi come casalinga
Segni particolari: una naturale attitudine per la fellatio, molto prima di Monica Lewinski

In una società oversexed ma underfucked, cosa c’è di più rappresentativo delle quattro logorroiche single di Sex and the city che, tra un aperitivo e una sessione di shopping, discutono tranquillamente di misure, posizioni e orgasmi multipli? Il telefilm rappresenta l’ultima tappa di un percorso di legalizzazione dell’erotismo (o, meglio, della sua rappresentazione simbolica) che ha per protagoniste proprio le donne. Il sesso è ovunque come al solito, ma questa volta il gentil sesso rivendica un ruolo più attivo.
Se il tabù sessuale maschile per eccellenza è la virilità, per le donne è sempre stato la rispettabilità. Alle ragazze però il sesso piace e oggi non si vergognano più a dirlo ad alta voce: come afferma lapidaria Nicole Kidman a un annichilito Tom Cruise in Eyes Wide Shut: "Se solo voi uomini sapeste…".
Pioniera in questo campo fu Linda Lovelace, per gli amici "gola profonda". Il film porno più famoso di tutti i tempi è, come ha rilevato lo psicologo Edward J. Hornick su The Observer, la prima pellicola di questo genere che dimostra un interesse per il raggiungimento del piacere da parte della donna. La storia è infatti quella di una ragazza (la Lovelace) che, non riuscendo a raggiungere l’orgasmo in modo tradizionale scopre di avere il clitoride posizionato nella gola, e trasforma la fellatio in un’arte. Senza ricorrere ad effetti speciali, ma si dice per un intenso allenamento yoga per rilassare faringe e laringe, Linda mostrava nel film il talento e la resistenza di una campionessa olimpionica.
"Gola Profonda" (1972) è anche la prima commedia nel mondo del porno, grazie ad una buona dose di humour e l’attenzione da parte del regista Gerard Damiano per particolari come la fotografia e la colonna sonora. Sarà per questo che "Deep Troath" è uno dei primi porno ad essere stato apprezzato anche dall’audience femminile?
La Lovelace ottiene il ruolo a soli 22 anni, a un anno di distanza dal matrimonio col manager Charles Traynor che l’aveva introdotta nel mondo del porno. Il successo immediato del film (sia in termini di incassi al botteghino che di recensioni sulla stampa) fa della Lovelace una star e un’icona della rivoluzione sessuale in atto proprio in quegli anni: intervista a TV e giornali, canzoni, magliette dedicate ("Linda Lovelace blew my mind") e il progetto di una bambola con le sue sembianze. La consacrazione si ha quando Linda lascia le proprie impronte sul selciato del Santa Monica Boulevard dedicato ai divi dei film per adulti, occasione in cui pronuncia la storica battuta: "Tutta vestita davanti a tanta gente, che vergogna".
Non è però tutto oro quel che luccica. Soprattutto nel mondo del porno, una sorta di Far West dell’industria cinematografica, come ha ben rivelato P.T. Anderson in "Boogie Nights". Nella biografia della Lovelace ("Ordeal"), l’attrice rivela che il marito-manager era spesso violento e l’aveva costretta con la forza ad accettare il ruolo nel film. Un incubo dal quale la Lovelace si libera proprio grazie al successo di "Gola Profonda", che le fa trovare la sicurezza psicologica per chiedere il divorzio.
La storia di Linda è anche l’ennesimo esempio di successo usa e getta, di come la fabbrica dei sogni americana si trasformi spesso in una macelleria. La celebrità della Lovelace dura infatti il fatidico quarto d’ora. Prima alcuni tentativi di rimanere a galla e riciclarsi come attrice "seria", poi la svolta politicamente corretta, con la pubblicazione di alcuni libri-denuncia sul mondo del porno. La carriera della Lovelace ha però ormai imboccato il viale del tramonto e, risposatasi, Linda si trasferisce a Long Island dedicandosi alla famiglia.
Come le foto del matrimonio di mamma e papà, anche Linda riemerge dall’anonimato solo in occasione degli anniversari (dell’uscita di "Gola Profonda"). Così, nel 2002 i riflettori si riaccendono su Linda. Questa volta però per l’annuncio della morte, a 53 anni, in seguito a un incidente d’auto.
Ora, mentre escono libri su libri che celebrano l’epopea di Linda, i produttori di Hollywood si contendono i diritti sulla biografia per ricavarne un film: sarà forse la riscoperta postuma di un’icona del femminismo underground?

Simone Spallanzani

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