sono! Un Calatores,
non lavoro, perché, ogni giorno,
è un giorno festivo e sacro.
Io! Dissacro il mito,
sono! Un dio d’argento, che usa:
il foglio, come una tela,
sono! Un metropolita!
Un pittore metropolita!
Il mio ritmo è un Re – Be – bop, che si spezza:
come l’urina, spezza, il flusso della diarrea.
Ho un cuore antico e una mente:
new – beat!
Il mio ritorno da una città antica,
da una Troia virtuale,
si specchia in un quadro mutante,
dove! Io, sono Calipso,
muto! Come un pesce,
ma anche i pesci hanno una voce.
Dove! Io, sono Ulisse,
furbo come una Mademoiselle,
infatti, i pittori creano ed io, io! Scrivo.
Perché in fondo, io, sono Calliope,
il mio stilo è un pennello e la mia tavoletta cerata :
un foglio, un foglio : una tela.
Il mio nemico è Camilla, M.lle Camilla!
Una bomba di Vergine, che caccia finché,
non uccide.
Io! Sono : Canente,
mi lamento e mi consumo,
fino a diventare nient’ altro che voce,
io sono! Voce!
La voce dei pesci e del silenzio,
e la quiete è Pace!
Morirò d’afasia.
La voce dei pesci e del silenzio
Io! Sono un Pj , incido : col verso i dischi,
Giancarlo Ferrigno