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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Un bentornato a tutti gli amici di Kult. Eccoci a febbraio, sembra che stiamo per uscire dal grande freddo, e l’atmosfera di Carnevale è ricreata ad arte nei grandi magazzini; ma a Sussurri è ancora il momento della riflessione e dell’inquietudine creativa. Un mese prevalentemente dedicato alla lirica, al sentimento, al dispiegarsi dei sentimenti interiori e della bellezza delle parole. Dovrei citare tutti gli autori, ricordare la loro intensità; ma stavolta credo sia meglio naufragare subito nel mare della poesia….

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Visto che parliamo di naufragio, e scusatemi il gioco di parole, l’incipit più adatto é senz’altro La voce dei pesci e del silenzio, di Giancarlo Ferrigno; martellante proclama al verso e alla libertà dell’autore, con richiami frequenti al mito greco, all’ "inclito verso di colui che l’acque cantò fatali, e il diverso esiglio…", a Omero quindi, e a Ulisse perso nel mare. Cito Foscolo, perché nessuno come lui ha inserito la mitologia nella sostanza della sua poesia.

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E dal mare popolato di tragici eroi e di sirene, passiamo alla spiaggia, su cui incedono le affascinanti sirene dei nostri giorni. Non è tutto in versi questo numero di Kult, ma la nuova opera di Enzo Moschetta, il Poema del calore, può essere letta – lo dice il titolo stesso – come una sorta di poesia in prosa, un inno sensuale alla bellezza femminile, al corpo che brucia i sensi. Come al solito l’autore sperimenta in libertà la parola, così viva e carnale in lui; ma sottovoce mi permetto di dire che comincio a trovare un po’ stucchevoli queste esaltazioni delle donne sudamericane tutte ballo e bollori….spero vivamente che abbiano passato lo stadio "animale"….

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E’ strano come a volte un filo rosso leghi tra loro le opere di Sussurri, quasi un’ispirazione collettiva misteriosa e affascinante; si parla di ballo in Moschetta, e ritorna la danza in Pietro Pancamo; anche se in Danzai la musica è quella dell’amore, che si irradia "nei rivoli del tempo" (splendida immagine!), all’ombra di un Dio sibillino (ancora la mitologia, ancora misteriosi dei).

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Abbiamo già conosciuto Marco Milani per racconti indimenticabili come La festa degli angeli, e conosciamo quindi la grandissima fascinazione di questo autore per il mondo al di là del confine, il limite che ci respinge e ci attrae: la morte – il dopo, e quello spazio indefinito tra il "qui" e il "Là". Temi, tutti, che si ritrovano nel racconto Notte chiara, scritto in uno stile impalpabile, lieve, un mezzo sorriso sul nulla.

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Ancora brezza marina, ancora profumo di donna, nel dolcissimo frammento poetico di Marco Saya (il titolo della raccolta, Frammenti, è dato dalla redazione per esigenze tecniche); lo struggimento è quasi fisico, e fa trattenere il fiato, come spesso accade nelle liriche così musicali di questo autore, che ben conosciamo.

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Ancora una raccolta lirica, stavolta del raffinato Nicola Vassallo, che in Inquietudini esplora i meandri della mente, dell’angoscia, della fragilità umana, attraverso perfette, circolari architetture liriche, in cui si nota (il pericolo in agguato è quello dell’artificiosità) la ricerca accurata della parola, dell’immagine, del verso. Bellissimo quel "mi sento diventare fibra d’ un velo di vapore".

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Sono davvero felice di poter commentare, dopo qualche tempo, l’opera di un grande, da molto tempo ospite occasionale di Sussurri: si tratta di Mario Pischedda, inconfondibile nella sua calma disperazione, nella naturale spontaneità del verso; come in quest’ultima Una domenica qualunque, in cui i richiami alla quotidianità (quel "cibo senza allegria") esprimono tutto – senza retorica, senza parere -della nostra vita moderna.

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Chiusura migliore non poteva esserci di Al futurismo digitale, necessario inno al poeta virtuale, il Marinetti del Duemila. L’autore è Enrico Pietrangeli, e l’opera è tratta, come diverse altre che abbiamo pubblicato, dalla raccolta D’amore, di morte; raccolta non solo "internettiana", ma anche acquistabile in libreria!

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E per questo mese abbiamo davvero terminato; non mi resta che ringraziare tutti, autori e lettori, e per invitare chi avesse opere prime nel "cassetto" a farsi avanti.
Arrivederci al prossimo mese!

Lorenza Ceriati

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