Scrivo per ciò che vedo
Scrivo quello che sento
Annuso tra pozzanghere di mille colori
Il tiepido motivo dell’esistere
Assaporo l’acqua piovana
Abbeveratoio per visi sporchi
Levati in alto come ultima domanda
Di sentirsi una lacrima per un istante scendere…
Sono stanco
Di dire
Di non essere ascoltato
Tra isteriche voci
Il dissenso
Quieta
La mia
Il cervello sgretola pensieri
Frammenti sparpagliati
Chip Chip…uccellini meccanici
Odo nella zucca
Visione di uno sconosciuto
Che guarda il proprio formaggio
Pieno di buchi…
Mi sorprendo talvolta a
Essere come gli altri che
Talvolta detesto con tutte le
Mie forze e forse uno specchio
Talvolta potrebbe riflettere
Quella mia immagine ripugnante
Domani sarò come oggi
Dopodomani mi prenderà
La voglia di scherzare con
Il passato in questo gioco
Di stagioni che non mutano
Nel reclinare il capo da una parte
Guarderò il sonno che mi stringe
A sè e mi conduce nel suo tempo
Da cui imparerò a vedere la mia
Pellicola a ritroso e la forbice taglierà
Il non ricordo delle cose morte e un ago
Ricucirà l’unico fotogramma vivo
Nel prenatale limbo di un cordone
Che mi lega all’origine celata
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Marco Saya