Intervista a BRUNO DORELLA
Davide
Ti premetto subito che le domande sono un po’ lunghe, ma ci consentiranno così di parlare via via di Bar La Muerte.
"Bar La Muerte" è una piccola indipendente "one man label" milanese nata per autoprodurre i cd di chi vi sia direttamente coinvolto: ossia il musicista Bruno Dorella, ieri con Wolfango, Bugo, Lava, Sick Dogs, oggi con OvO, Daniele Brusaschetto, Ronin… Bar La Muerte non è quindi alla ricerca di nuovi gruppi o solisti da produrre. Di recente le "One man label" si diffondono in Occidente: l’artista o il gruppo si autoproduce e si autopromuove come può nel nome di una propria etichetta e in veste di varie collaborazioni e progetti ciascuno con un suo nome (penso alla Bosco di Daniele Brusaschetto o alla Into My Bed di Ashtool…). Bar La Muerte in realtà ha un catalogo un po’ più vario e articolato delle classiche "One Man label". Tuttavia, nel "decalogo" simpatico che si può leggere dal sito di Bar La Muerte, scritto per dissuadere dal mandarti demo e richieste varie di produzione, in fondo, Bruno, mi pare che non escludi proprio del tutto la possibilità di produrre qualcosa di non strettamente legato a un tuo esserci anche come musicista (penso a Christian Rainer)… o comunque di anarcopunk, crust, grind, hardcore, punk 77, avanguardia, sperimentazione, no wave, rock and roll, jazz, free jazz, improv, noise… Il resto, evitare di inviare demo o, quanto meno, non aspettarsi più di un parere. Giusto?
Bruno
La domanda è delicata, sottintende tutto un discorso sull’autoproduzione che è lungo noioso e contraddittorio. Su 28 dischi pubblicati da Bar La Muerte solo uno è stato fatto sulla base di un demo, ed è "Mein Braunes Blut" di Christian Rainer, come hai giustamente fatto notare. Ma quello era un disco disperato. Un capolavoro che poteva uscire solo in 2 modi: Deutsche Grammophone o Bar La Muerte. Essendo esclusa la prima per motivi di mercato ed accademia, Bar La Muerte non poteva passare alla storia per essere l’etichetta che aveva negato al mondo di conoscere quel disco. Pubblicarlo era diventata una missione. Per il resto però mi attengo al principio che Bar La Muerte sia una sorta di collettivo di autoproduzione diretto tirannicamente da me, e che si occupa dei lavori miei (alcuni, non tutti) , di mia moglie Stefania , e di alcuni amici che collaborano stabilmente con noi. Ogni giorno mi chiedo se valga la pena andare avanti o no. E non so dare una risposta.
Davide
Allora, in catalogo: i poliedrici eclettici Daniele Brusaschetto e Bugo, OvO (esplosiva miscela di grindcore e improvvisazione… ChaosCore?), Motorama (rock and roll saturo, adrenalinico, lo-fi), R.U.N.I. (avant-pop), Allun (improvvisazione radicale di non-musiciste, elettrodomestici e giocattoli), Ronin (musica lenta, malinconica, strumentale, melodica e tradizionale, tra banda slava, desert sound e isolazionismo chitarristico), Jacopo Andreini (polistrumentista toscano che si confronta con alcuni dei generi musicali del secolo ormai trascorso: dodecafonica, brass bands, Satie, rock in opposition, bossanova, free jazz, bandistica italiana e slava, concreta…), Christian Rainer (raffinata musica cameristica alla Michael Nyman o alla Wim Mertens), AO34 (elettronica sperimentale, ritmi spezzati di scuola Warp che si fondono con ambient, breakbeat, trance ed echi di industrial anni 80), OvO & Rollerball (dove gli OvO suonano insieme a membri dei Rollerball e dove i Rollerball duettano con alcuni nomi caldi dell’avanguardia americana del Nordovest), Claudio Rocchetti (Elettronica minimal-evoluta e soundscapes), Pin Pin Sugar (jazzcore), Larsen & Mr. Bread (noise post-industriale), la compilation V/A "FIRE CRAWL WITH ME vol.1" 7 progetti tra l’industrial, il power noise, il dark e l’ambient esoterica, a cui partecipano Al:Freda, (r), Daniele Brusaschetto, Lips Vago, DSE, Lava, Deep. E infine OvO & KK Null (quest’ultimo leggenda japanoizu, chitarrista degli ZeniGeva e collaboratore di tutti i musicisti più interessanti degli ultimi anni, da John Zorn a Mike Patton, Merzbow ecc.). Ho dimenticato qualcuno o qualcosa? Tanti progetti, tante esperienze sonore e artistiche diverse che meriterebbero ciascuna un approfondimento a sé stante. Magari più avanti, se sei d’accordo. Cosa accomuna tutto ciò?
Bruno
Aggiungo i nuovi arrivati Inferno, sci-fi grind’n’roll da Roma. Cosa ci accomuna… amicizia, collaborazione, visione similare della musica e della vita, e come conseguenza di ciò il far parte di una delle scene più vitali e trasversali in circolazione.
Davide
Questa tua presenza creativa e diretta in ogni titolo del catalogo di Bar La Murte mi ricorda molto la leggenda e la coerenza della più importante etichetta indipendente italiana, la Cramps, in cui Gianni Sassi, suo creatore, era sempre presente (nel suo caso intellettualmente) tra i "suoi" artisti segnando così un modo di essere e di esistere delle etichette indipendenti da molte altre poi, fino ad oggi, invece decisamente trasceso e tradito per le ovvie subentranti ragioni o tentazioni di mercato. Bar La Muerte dunque è un’etichetta non fuori dal mercato, ma quanto meno molto libera all’interno di esso. Io, però, penso che sia specialmente il denaro a dare la "libertà" di fare quel che si vuole, con quali mezzi eccetera, tanto per un musicista e i suoi dischi quanto e ancor più per un produttore e un’etichetta indipendenti. Come concili (o conciliate) questa contraddizione? Capita mai di vacillare? Cosa mantiene salda la coerenza di sempre?
Bruno
Vacillo ogni giorno. I soldi sono il "gap" tra il sogno e la realtà. La contraddizione è insanabile, a meno che non si cada nell’odioso standard dell’arte come hobby (quindi pura, ma pura solo al riparo di un fottuto lavoro molto più compromettente per se stessi e per il mondo di qualunque marchetta artistica). La contraddizione è quotidiana. Parli con una persona che ha fatto il suo primo disco su Polygram (Wolfango, 1997), quindi nessuna coerenza, solo la volontà di fare liberamente sempre quello che voglio. Questo non me lo toglierà nessuno.
Davide
Tra gli artisti che hanno cominciato con te c’è stato anche Bugo. Meritava senz’altro il suo recente successo (confortante per altro, facendo una media delle porcherie che in Italia solitamente fanno il successo). Che impressione ti fa oggi avere in qualche modo contribuito alla scoperta e al lancio di un artista che ha raggiunto poi una più ampia ufficialità e massmedialità? Siete ancora in contatto? Fate ancora qualcosa insieme?
Bruno
Sono orgoglioso di aver aiutato Bugo ad avere successo, ma credo che il suo talento sia talmente strabordante che se non l’avessi aiutato io l’avrebbe fatto qualcun altro, insomma era un talento che non poteva restare nascosto. Siamo ancora molto amici, condividiamo molto anche al di fuori della musica. Facciamo ancora cose insieme, l’anno scorso ho suonato il basso nella sua tournèe estiva, ogni tanto compaiamo nei rispettivi live o registrazioni, lui ha registrato il basso in un paio di pezzi del nuovo album dei Ronin, credo che faremo una collaborazione Bugo-OvO. Insomma, si va avanti insieme, come amici e musicisti.
Davide
Suoni molto in giro per l’Italia e all’estero… con il dichiarato spirito di suonare ovunque, senza particolari esigenze tecniche o economiche, solo per il piacere di farlo. Come OvO sei appena tornato da un tour in Stati Uniti e Messico, mentre all’inizio dell’anno siete stati in Francia, Portogallo, Spagna. Faticosa, ma senz’altro bella e appagante dev’essere la vita "on the road". Specialmente per coloro che mantengono disponibilità e apertura a nuove esperienze e collaborazioni, che sono "in viaggio" nel senso più ampio, non chiusi in una sorta di pretesa stardom asettica o motivati soltanto da un pingue introito o da un vanitoso ego ipertrofico. Cosa ti spinge ogni volta a partire? Dai viaggi, dalle tournée, cosa pensi di aver portato a casa di essenziale fino ad oggi? Qual è il tuo più bel ricordo di tournée?
Bruno
E’ impossibile dare l’idea di cosa voglia dire stare in tournèe per dei mesi lontano dall’Italia, senza mai tornare a casa, svegliarsi ogni mattina in un posto diverso, dover raggiungere ogni giorno un posto nuovo, conoscere ogni sera gente nuova, eppure così vicina, complice. A volte sei via e vorresti essere a casa, vorresti farti una doccia, dormire sul tuo letto, avere delle medicine, bere un caffè al bar di fiducia, ma non puoi. Sei a mille km da casa. Ed è meraviglioso. Mi piace incontrare gruppi come gli Zu, gente che sa stare sulla strada e che capisce queste cose, conosce le tue stesse realtà. Dici un nome, nomini una città, e non c’è bisogno di dire altro, vedi quella luce negli occhi dell’altro, capisci che sa di cosa stai parlando. La maggior parte dei gruppi con cui parlo dei tour non ha idea di che cosa voglia dire. Il più bel ricordo? Difficilissimo, anche perché di solito sono le piccole cose a lasciare il ricordo più grande, ma direi i tre giorni passati con i punks di Istanbul, gente che si piglia le coltellate perché ha i capelli rosa o perché dice cose contro il proprio governo nei testi delle canzoni. Gente che purtroppo vede come mitici i gruppi punk americani (o italiani) e che non si rende conto di essere molto più punk di loro.
Davide
Due parole su OvO. Un duo aperto e autonomo. Perché l’hai definito un progetto di musica e vita?
Bruno
Perché il messaggio che non diamo nei testi (che non hanno parole reali) lo diamo con il nostro stile di vita, rifiutando lo sfruttamento del mondo del lavoro, suonando tutto l’anno in tutto il mondo sia nel mondo del rock canonico, sia in quello dei festival d’avanguardia, sia in quello degli squats e delle occupazioni, perché il viaggio ha per gli OvO un peso pari alla musica, perché la musica che facciamo ha un coefficente di rottura che ci fa ricordare ogni sera che l’arte ha una valenza politica anche senza avere slogan, e infine perché gli OvO si basano sull’amore tra me e Stefania, e quanti altri gruppi possono dire di basarsi sull’amore?
Due parole sulle Allun. Si tratta di un gruppo di quattro donne originarie di Vigevano (Stefania Pedretti, anche in OvO, Wanda, Patrizia e Katia), tutte non-musiciste e performers che hanno iniziato a usare strumenti musicali senza appunto saperli suonare (a parte la bassista Katia). Molto rumore, piccoli elettrodomestici e casalinghi, (rennipinim ovvero minipimer è uno dei titoli), giocattoli sonori… Nessun canto, ma grida, fischi, sillabazioni neonatali, testi declamati con piglio surrealista, futurista e dadaista… Et sise e Onussen sono davvero due dischi divertenti, credo tra le cose più destrutturate e improvvisate e stralunate e matte ma anche ludiche e clownesche mai da me ascoltate. E tuttavia manca loro un supporto multimediale, magari DVD, che secondo me renderebbe giustizia a quelli che sono gli spettacoli coinvolgenti o travolgenti delle Allun. Certe cose perdono davvero gran parte del loro significato e del loro complessivo impatto se trasferite su un supporto esclusivamente sonoro… Penso anche a certe poesie sonore di un Pasotelli senza la sua presenza scenica e i testi calligrammati, o alle nuove elettroniche, tipo Golan Levin e soci con i software da loro creati e relative installazioni visive… Pensi di poter "regalarci" prima o poi il loro grandguignolesco e surrealistico lato visivo con un DVD? Cosa stanno preparando di nuovo?
Bruno
Il dvd è stato per lungo tempo fuori portata economica per noi. Ora sì, stiamo lavorando ad un kolossal Allun, il disco nuovo infatti conterrà anche un video e un libro fotografico. Poi uscirà il dvd degli OvO, e poi (credo nel 2006) quello delle Allun. Purtroppo i nostri fondi non sono nemmeno lontanamente pari alla nostra creatività, e quindi certe cose vanno un po’ a rilento.
Davide
Due parole anche su Ronin. Un mini-cd che sembrerebbe non aver nulla a che vedere con il "ChaosCore" OvO. Begli strumentali malinconici, puliti, melodici, tra Goran Bregovic e la Musica del Deserto dei Calexico. E’ sicuramente anche questa libertà. La libertà di fare quel che si vuole quando se ne ha voglia e non fissarsi in un qualunque solo codice?
Bruno
Certamente, ed è un problema che non voglio nemmeno pormi. Suono. E trovo molto noioso fossilizzarmi su un solo genere. Faccio quello che mi piace. Come mi piace vedere diversi concerti ed ascoltare diversi generi musicali, mi piace anche variare molto quello che suono. Dovrebbe essere normale, invece noto che la gente ne resta stupita e spiazzata. Non ha senso. Non aspettatevi la prevedibilità da me.
Davide
Cosa c’è o cosa sta per uscire di nuovo, oltre al primo disco degli Inferno, per Bar La Muerte? Tra l’altro, chi sono gli Inferno?
Bruno
Gli Inferno sono la nuova generazione dell’hardcore italiano. Hanno attitudine, suonano da paura e hanno un occhio (il terzo) ben rivolto verso i suoni obliqui. Sono di acciaio inossidabile ma con un’anima di criptonite. Prossimamente su Bar La Muerte il nuovo singolo in vinile delle Motorama, il dvd degli OvO, il kolossal Allun e un’operazione in grande stile per far sì che il mondo si accorga del genio di Daniele Brusaschetto.
Richiedete a:
BAR LA MUERTE
c/o Bruno Dorella
Via M.Gioia 82
20125 Milano
order@barlamuerte.com
Nel sito di Bar La Muerte ci sono pagine per ogni gruppo, con notizie, links, recensioni e interviste, foto e MP3. Ne consiglio la visita.
Davide Riccio
BAR LA MUERTE
Davide
Per acquistare i dischi di Bar La Muerte:
http://www.barlamuerte.com