Eccoci precipitati nel mese più corto dell’anno: le giornate sembrano essersi allungate e il freddo non è più pungente come in gennaio, ma imperversano ancora influenze di vari tipi, e continuano i concerti di starnuti e colpi di tosse, soprattutto in ufficio (a proposito: ho finalmente trovato un impegno corredato da stipendio mensile…)
Nessuna malattia e nessuna scadenza di lavoro hanno però fermato il direttore della rivista, l’infaticabile Marco Giorgini, che come vedete ha scodellato un interfaccia nuovo di zecca: mentre scrivo non ho ancora sotto gli occhi il risultato finale, e sono veramente curiosa di godermi l’effetto definitivo, sicuramente bellissimo.
L’aspetto grafico rinnovato renderà più intrigante la lettura dei vostri lavori: quindi continuate a collaborare, a scrivere, e soprattutto continuate a leggere: questo mese la carne al fuoco non è davvero poca, ce n’è per tutti i gusti e per tutti i palati, poesia, erotismo, avventura, fantascienza, e chi più ne ha più ne metta.
Una nota a margine. Può capitare che qualcuno si senta poco compreso, sottovalutato, o addirittura offeso, dai miei commenti. Io cerco sempre di essere costruttiva, di non distruggere mai, ma di evidenziare i lati positivi delle opere che ricevo, che di solito vedo: se mi permetto a volte di dare dei consigli (che valgono quello che valgono, sono i consigli del primo che passa), è perché penso che l’autore possa migliorare, possa dare di più, sfruttare meglio la sua originalità, la sua freschezza, i suoi sentimenti, oppure la sua tecnica, il suo stile, le sue idee.
Spero quindi che nessuno si perda per strada, e che tutti continuate a scrivere e a dar nuova vita a SUSSURRI.
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Abbiamo conosciuto Alessandro Zanardi lo scorso mese, con un testo perfetto per stile, scorrevolezza, raffinatezza della forma: così anche Luna Piena, un racconto forse ancora migliore del precedente, per la carica di suspence ben sostenuta e calibrata fino al colpo di scena finale. Bellissima la descrizione della corsa in macchina, della caduta, della luna misteriosa e folle che risplende agghiacciante nel cielo: e anche il tema ripreso dall’autore, che non anticipo, è uno dei più affascinanti affrontati nel cinema e nella letteratura…
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Nel mese di San Valentino non poteva certo mancare una poesia d’amore: e infatti torna Ettore Fieramosca, autore eccessivo e giocoso anche nella scelta dello pseudonimo, con la sua galleria dedicata alla musa ispiratrice Roberta.
Stavolta lo sperimentalismo del testo è più contenuto, meno ridondante: bellissima l’immagine del vallo coperto di rovine, del deserto contro il nero del mare, e bellissimo quel verso finale che coglie all’improvviso l’esplodere dell’amore. E tu sei bella come i papaveri in mezzo al grano dei fossi.
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Dopo tanti autori relativamente "nuovi" per questa rubrica, ecco un graditissimo ritorno: Fabrizio Cerfogli, assente ormai da qualche tempo dalle pagine di Kult, ci propone un racconto erotico, La nuova razza, già pubblicato sul sito della Lycos.
Niente paura, il testo non è particolarmente scandaloso e può essere letto anche dai minori di diciotto anni (sui minori di quattordici sono indecisa, anche se adesso i ragazzi sono molto più smaliziati che ai nostri tempi…)
Scherzi a parte, la forza dell’opera di Cerfogli è la felicissima unione di erotismo e fantascienza, con quell’invenzione affascinante e originale degli alieni a metà strada tra la calma freddezza del mondo vegetale, e la passionalità del mondo animale; bella è poi la descrizione dei turbamenti della protagonista, espressa in uno stile scorrevole e in una forma piacevole e ben curata.
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Prosegue questo mese anche l’appassionato e calmo sfogo di Spalla (un altro pseudonimo misterioso), che in Una tranquilla giornata in fabbrica descrive, con uno stile vivido, la vita da pendolari nella metropoli milanese.
Forse chi davvero abita a Milano, chi è nato e cresciuto nel capoluogo lombardo, non può capire l’odio dei lavoratori sballottati dalle loro città-dormitorio in quel formicaio frenetico e annebbiante: un sentimento reso benissimo dall’autore, che segue poi un suo personale flusso di pensieri, un suo percorso interiore. Con certi accenni forse poco "politically correct" (l’elenco delle categorie di persone che starebbero bene sotto "un metro di terra"), ma tanto meglio, in tempi di buonismo imperante…
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Con Pensieri e concetti, la giovane Raffaella Abbruzzese realizza una ben riuscita sintesi tra la freschezza, l’immediatezza e l’originalità che caratterizzano le sue composizioni, e un maggiore controllo formale: l’essenzialtà dei suoi versi, lapidari e intensi anche dal punto di vista grafico (purtroppo i colori originali non possono essere riprodotti in questa versione dell’interfaccia), dà una nuova potenza, un nuovo fascino alle "domande esistenziali" di questa interessante collaboratrice.
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Continua a tenerci col fiato sospeso Il risveglio del dormiente, racconto lungo di Claudio Caridi ispirato (c’è bisogno di ripeterlo?) alla saga di Star Trek- Next Generation. Questo mese assistiamo a varie vicende dipanarsi in parallelo: Deanna Troy viene convinta da Jadzia Dax, un’amica di Worf, a partecipare al crudelissimo rito della "separazione" imposto dal Klingon; il Dormiente Kendas continua a servirsi dei Borg; il capitano Picard porta avanti un inquietante interrogatorio con il prigioniero cyborg. Un nuovo colpo di scena interrompe il flusso della narrazione: finalmente, il prossimo mese, assisteremo all’incontro tra l’Enterprise e il "cubo" guidato dal Kendas.
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Come al solito ricordo il mio indirizzo mail per chi volesse farsi vivo con racconti, poesie, commenti, consigli, critiche e quant’altro: ceriati@altavista.net. Arrivederci al prossimo mese!
Voci che sussurrano
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Come ormai da molti mesi, la prima posizione è occupata da un altro infaticabile, il nostro Federico Mori con il suo epico Benaresyama. Si staranno forse dipanando i fili dell’intricata e appassionante vicenda di Gilgamesh e dell’uomo fiera Enkidu?
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Una lettura sola, magari rapida e distratta, non può rendere ragione di Angeli dalle piccole ali, del suo intensissimo potere evocativo. La nota più struggente della delicata poesia di Cesare Mortera, splendida nella sua essenzialità, è forse proprio il titolo, che ci dona d’un tratto davanti agli occhi l’immagine di tenerissime manine perse tra le foglie di un dolce, sognante, decadente Autunno di parole.
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Ritorna l’Autunno, la stagione del disperdersi, del liquefarsi lento e inesorabile delle cose: non ha più la dolcezza struggente di Mortera, ma il suono duro, disperato nella sua carnalità, tipico delle opere di Christian del Monte, senz’altro una delle voci più originali e interessanti di SUSSURRI. Autunno è l’ideale seguito di AuGen, pubblicata nel numero di novembre del 1999: protagonista è sempre un uomo solo, perso in una sofferenza che non sembra avere una via d’uscita. Una vedetta su un solitario ponte, che osserva un mare malato e stanco, aspettando non si sa che cosa: un nuovo Godot, una impossibile speranza tra le urla dei gabbiani?
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Bollino Rosso.
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Credo sia meglio lasciarvi ora alla lettura, questo mese particolarmente affascinante e ricca, senza dilungarmi oltre.
Lorenza Ceriati