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Backup

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a Francesca

Backup

Sparite. Tutti. Dio buono che sei nei cieli, mandali via. Tutti, subito. Adesso. Dio, maledici la loro permanenza. Scomunicali. Fuori.
IMMEDIATAMENTE, veloci. Non rendetevi oltraggiosi. Ecco; non ci volevo più credere, se ne sono andati. Dio esiste. A volte. Sono solo.
Adesso. Tutto è bello. Pulito. Trasparente. Quattro pareti, quattro mura ripiene di me stesso. Via dalla gente, via dalla musica, via dalle parole, dall’inutilità. Vivere ancora.

Questa sera. Nuova vita. La fine di un sogno, la fine di un incubo.
Appuntamento. Fine del deserto, fine della sete, fine di ogni inutile speranza. Acqua. Fresca. Pulita. Come vestirsi, come truccarsi, non ancora, finire il mio sogno, evadere, ti prego, navigare del presente.
Le cose si mettono in moto, da sole, nella direzione corretta. A volte sbagliano. A volte ti lasciano una via di uscita. L’uscita è arrivata.
Questa sera. Sono stanca di tutto, sono stanca di questo.

Finito il rumore, riconquistare la mia riserva di silenzio. Ne ho diritto. Dopo quattro giorni di convivenza, serrati macinati confezionati, un pomeriggio di tregua. Silenzio. Pace. Il mio respiro e basta. Mille volte. Eppure, c’è sempre un imprevisto, il primo respiro si colora di angoscia. Possibile? Respira, coraggio, respira, senza lasciarti trascinare dalla solitudine. Il silenzio invade il mio corpo, lo ricarica annullandolo. Elimare i pensieri. Una soluzione. Si impone, subito. Uscire. Nevica. Fiocchi su fiocchi. Nevica sulla neve.
Impossibile fermarla, la neve. Impossibile resisterle. Evadere

E arrivato. E più bello. Al solito. La prima volta si fanno più belli.
E la ritmicità a distruggerli. L’abitudine al peccato è il primo segno del tramonto. E il tramonto non lo puoi rallentare. Impossibile, impossibile persino fotografarne uno bello. A volte i tramonti non li vedi nemmeno. Immagini che sia un giorno accecante, e invece è già notte. Buio pesto. Devi aspettare una nuova alba. Eccola.

Imbecille. Ti offrono l’occasione di startene in pace, e tu, pezzo di asino, ti infili in mezzo alla gente. Scemo. Mutande, maglietta, tuta, jeans, camicia lupetto maglione giaccone. Neve. Tutti questo per cosa?
Non ho voglia di vedere le loro facce, non ho voglia di comprare nulla, non ho voglia di camminare. Fa ancora più freddo, oggi. Gelo sul mio corpo, gelo sulla mia identità. La natura si diverte a rendersi insopportabile. Cadere, una possibilità?, incrinare giunture, ore di attesa in un reparto di ortopedia… Camici bianche, infermiere insospettabili, medicine. Ma è solo un ritorno.

Il divertimento è la maschera della felicità. Il protagonista del mio passato. Si nasconde, ride. Basta pensarlo. Per sempre. Non mi accorgo nemmeno della birra. Il benessere deve avere un perché? Non sembra.
Nemmeno a lui. Non è difficile sorridergli. Un’altra birra? Una.
Finita. Ricominciare, backup. Start again. Ancora una volta. Regola unica, non commettere gli stessi errori. Acquisire maggiore consapevolezza del proprio fiuto. Ridefinire i propri atteggiamenti.
Praticità. Perdersi e ritrovarsi.

A casa. Di nuovo. Non sono ancora tornati. Dio esiste. Il mio giorno fortunato. Televisione, stereo, libro, letto, un altro sogno? Il cibo
è meglio. Panettone. Cioccolata calda. Panna. I miei pensieri fluttuano verso direzioni indesiderate. Fermarli. Costruire svincoli.
Tangenziali di benessere. Non riesco nemmeno a vivere della mia solitudine. Fermare tutto questo. Cenare pranzare fare colazione.
Zampone cotenna patate fritte tortellini alla panna lambrusco pandoro ripieno di crema di cioccolata arachidi e nocciole nutella biscotti farciti spumante gnocchi di patate al pomodoro frittelle di cervello impanate bruschetta con pane toscano pizza alla salsiccia con doppio pomodoro tartufo tiramisù profiterol. Caffè e sigaretta. Again, ravioli di carne fatti dalla nonna tigelle col lardo scaloppe all’aceto balsamico grana dovunque pecorino di pienza a scaglie amabile di romagna prosciutto speck mortadella salame cacciatore ciccioli secchi gianduiotti linguine col pesto spaghetti alla carbonara fagiano ripieno lenticchie cotechino fagioloni con purè di patate peperonata salsa di prezzemolo tortellini in brodo di pollo tortelli alla marmellata manzo lesso salsa di acciughe capperi olive panettone. Un’altra sigaretta. Potrei scrivere un racconto. Dove siete? Tornate. Dio, se esisti, falli tornare. Sono solo.

Non pensare a niente, non pensare a nessuno. Estasi. Il suo corpo e il mio, scorrere, ancora, una volta, di più. Bacio carezza amore sesso lingua legati sovrapposti inossidabili la stanza vortice. Tutto. Di nuovo. Fine e inizio.

Raffaele Gambigliani Zoccoli

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