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Intervista a Massimiliano Prandini

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Massimiliano Prandini

Presentiamo questo mese l’intervista a Massimiliano Prandini, il vincitore del concorso letterario della rubrica “SUSSURRI”.

Parlaci di te: quanti anni hai, cosa fai nella vita, quali sono i tuoi interessi?
* Sto per compiere vent’anni e frequento la facoltà di Biologia a

Modena. Oltre l’interesse verso la materia che studio mi piace

moltissimo scrivere e di conseguenza anche leggere. Ascolto

anche molta musica, metal e punk, e gioco a calcio in una

squadra.

In particolare che genere di letture preferisci?
* Per passare il tempo leggo dei libri fantasy, ma non posso dire che

siano i miei libri preferiti. In genere leggo i classici; non ho

un autore preferito perchè è raro che un autore abbia scritto

più di un romanzo veramente eccellente.

Un commento riguardo ad alcuni romanzi molto apprezzati dai giovani: quelli di Brizzi e il “giovane Holden”…
* Sicuramente Brizzi mi ha deluso molto; trovo che la sua visione

della vita che emerge dai libri che scrive sia superficiale, non

la trovo condivisibile quasi per niente. Non che scriva male,

anzi è veramente godibile, probabilmente faccio io l’errore di

attribuire alla nostra generazione una profondità che non ha.

Anche il giovane Holden non mi ha mandato in sollucchero come

dice lui. Questo naturalmente è solo un mio parere, legato ai

miei gusti.

Come hai conosciuto il concorso?
* Semplicemente me ne ha parlato una mia amica, Monica Orsini, che già

in precedenza aveva scritto per KULT; è lei che mi ha consegnato

una stampa con il bando del concorso.

Come mai hai deciso di partecpare al concorso?
* Perchè sentivo l’argomento: ritenevo di poter dire qualcosa di

interessante.

In che senso l’argomento? Il concorso non aveva un tema obbligatorio.
* Ah… forse ho semplicemente male interpretato il bando; comunque

dal suo tono mi sono sentito di andare a colpo sicuro su un

racconto del genere.

Avevi già partecipato ad altri concorsi oltre questo?
* Si, ho partecipato al concorso “nella rete del giovane Holden” e ad

un altro, alla fine della quinta superiore. Era un concorso

interregionale ispirato al disagio, dedicato alle scuole delle

regioni del centro Italia.

Come ti poni davanti alle nuove tecnologie e alle possibilità espressive che queste forniscono?
* Io mi sento leggermente tecnofobo. Utilizzo il computer per scrivere

perchè è molto comodo per tantissimi motivi, però l’idea di

pubblicazioni multimediali e interattive non dico che mi faccia

un po’ sorridere, però… è un genere che non apprezzo

esplorare; preferisco la carta stampata… è una sorta di

romanticismo del libro.

Parliamo del tuo racconto: chi è Massimo?
* Almeno idealmente, il racconto è autobiografico.

Tu ti chiami Massimiliano, il protagonista Massimo: sono due nomi molto simili, si abbreviano entrambe con Max.
* E’ una pura casualità: ormai ho usato tutti i nomi del mondo per

scrivere racconti.

Ho notato diversi punti di aggancio fra “L’ippocastano” è “La casa vuota”, il racconto con cui hai partecipato al concorso nella rete del giovane Holden. In particolare in entrambe i racconti hai scritto “Non c’è un luogo dove io mi senta a casa”. Rappresenta una tematica importante per te?
* Sì, sì, indubbiamente. Anche perchè questi due racconti fanno parte

della stessa raccolta, di cui sarebbero il primo e il secondo.

Io li ho scritti in occasione dei concorsi, però li ho inseriti

anche nel quadro più generale di una raccolta di racconti che

sto compilando col tempo, una sorta di romanzo a racconti.
Thomas Serafini

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