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Lettera a Claudia

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Lettera a Claudia

Ti dono qualcosa che ho scritto in una di queste ultime sere, non ricordo esattamente quale, non pensavo propriamente a te ma alle sensazioni che mi avevi scatenato.

Ho incominciato a muovermi piano piano nella mia stanza al ritmo

di una canzone amata e intanto il cervello esplodeva in mille brandelli e si spandeva nella mia memoria alla ricerca di quello che sono.

Sono le persone che ho conosciuto, Sono le pagine che ho letto,

Sono le pagine che ho scritto.

Sono i posti dove la mia vita si è fermata brevemente a

soggiornare. Sono le città che ho visto e che ho amato.

Sono Londra, Sono Praga, Sono Barcellona, Sono Dublino, Sono

Edimburgo, Sono Vienna, Sono Budapest. Sono la Città che Sogno, Sono la Città mai vista, amata con gli occhi ciechi di Borges.

Sono Buenos Aires.

Sono le persone che portarono il mio nome.

Sono il nome di mia madre cinque volte scolpito nel muro di una

Sinagoga del Ghetto di Praga a ricordo delle ceneri sparse nel cielo di Auschwitz.

Potrei essere tutto questo oppure potrei essere solamente un

bluff

Sono quello che racconto o quello che nascondo?

La risposta è altrove, in un’altra stanza dove c’è un altro pazzo

che si muove piano piano al ritmo di una canzone amata e che scrive, scrive, scrive, perchè li è l’estro di un’esistenza altrimenti insopportabile.

Sono coloro che furono mio Spirito e mio Corpo, Sono la Rosa nata

nell’isola di Kampa, cullata dallo sciabordio delle acque della
Moldava. Sono il sorriso delle donne di Brasov, Sono il buio di
Galati, indolentemente adagiata sulle rive del Mar Nero.

Sono il mio Alter Ego.

Potevo scriverti una poesia fatta di sentimenti e parole dolci ma

tu non l’avresti nemmeno letta, allora ho scritto umili righe su me stesso e le mie visioni. Non è con una Rosa o con un verso d’amore che poggerai di nuovo il tuo sguardo sopra il mio; è con “l’incertezza, il rischio, la sconfitta che tento di allettarti” dolce “Cerva bianca d’un sogno”.

Vorrei conoscerti, vorrei che tu conoscessi me. Vorrei parlarti,

raccontarti, Amarti.

Vorrei ascoltarti, perdermi nel suono delle tue parole e dei tuoi

sospiri, riassaporare la dolcezza del tuo profumo

Vorrei accarezzarti, abbracciarti, toccarti, baciarti,

strafugliarti e poi, chissà, volger altrove lo sguardo, con te in uno dei brandelli della mia effimera memoria.

Ti prego vola via con me,poi, tutto si calmerà
Con tutto me stesso, Con tutto l’amore che mi è stato concesso

darti,
IO, MATTEO RANZI.

Ti vedo danzare

nelle pieghe oscure

della notte

prossima

al canto dell’alba,

Fantasma

cui diedi il nome

del primo e dell’ultimo

Nome unico e terribile

Nome dell’Architrave

Origine dei nomi

posseduti

e infine perduti

Nome di antiche porte

e segreti anfratti

Nome degli Oceani

che il solitario Ulisse

solcò

Nome del sangue

versato nel campo

da chi per insopportabile

caso mi precedette.

Nell’ora volta al vespro

Seifert ti pronunciò

dai torrioni di Vysehrad

incandescenti di tramonto

Lanterna di Calle Maipù

della lunga notte

di Borges

Anima, Fiammella e Rosa

A Raftery

bardo cieco

e della sua sposa Ilaria

Vento e Tempesta

d’indomita Irlanda

Nome di tutte le cose

Poesia di tutte le anime,

Claudia.

Matteo Ranzi

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