Il sogno estirpato vaga esule nella memoria dei versi perduti anela la pace l’animo sconfitto del poeta occhi puntati sulla clessidra che nulla concede al tempo se non sofferenza e tormento
Fine e oscurità fedeli compagne e muse di rari versi sparsi all’amor negato
Poeta al medesimo destino di Abele concederai le membra nella gelida sera sconosciuta al canto dell’usignolo
Sacrificio umano per lettori ricolmi di illusoria felicità
Idioti, bramosi di sangue virginale asperso dall’animo deflorato
Allucinazioni e falsità ti condurranno all’abisso finchè l’esplodere del cuore ridarà vita al tuo estro
Dolore e sofferenza null’altro ti fu concesso essere,
Poeta.
Il poeta
Matteo Ranzi