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Come capire il Klingon

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Come capire il Klingon

I Klingon: questi sconosciuti

Come capire il Klingon (II lezione)
I SUFFISSI

Vi sono molti suffissi nella lingua che possono combinarsi insieme non
è raro che un nome possa incontrare due o più suffissi, esiste però una regola molto semplice per non confondersi e posizionarli nella maniera corretta.
Ci sono cinque suffissi ben distinti ciascuno dei quali ha il suo posto dopo il nome: nell’ordine dopo il nome c’è il tipo 1, poi il tipo 2 e così via fino al suffisso di tipo 5, è chiaro che se un nome ha bisogno di un suffisso di tipo 2, non potrà esserci quello di tipo
1 ma ora vediamoli tutti con calma.

* I suffissi che appartengono al primo tipo sono maggiorativi oppure

indeboliscono il nome a cui sono attaccati

`a’    è il rafforzativo
Hom    invece quello diminutivo.

ESEMPIO:    SuS vuol dire vento, se la frase è SuS’a’
vuol dire che ci troveremo di fronte ad una
bufera, scritto invece SuSHom diventa un
leggero venticello.

* Il secondo tipo indica la quantità di ciò che si deve indicare,

anche se in Klingon non esiste una maniera per indicare il

singolare ed il plurale il solo modo per sapere se un certo nome

indica una o più cose è il pronome o il prefisso del verbo.

ESEMPIO:    yaS significa ufficiale, yaSjIH è soltanto un
ufficiale, yaSmaH è un gruppo di ufficiali, da
notare che jIH significa “io” e maH “noi”.

Comunque ci sono suffissi che riescono a simulare l’effetto del pluralismo anche se in molti casi non è necessario, infatti è sempre possibile capirlo da come viene formulata una frase.

pù        viene usato per indicare il plurale di
esseri senzienti e capaci di parlare,
tipo i Terrestri, i Vulcaniani eccetera
ma non si può usarlo per indicare
tanti animali o oggetti.

ESEMPIO:    Duy significa emissario, Duypù sarà il suo
plurale.

Dù        viene usato per indicare parti del
corpo sia di esseri senzienti che di
animali.

ESEMPIO:    qam significa piede qamDù saranno piedi e
ghopDù sono le mani.

mey    indica un plurale generale, ma può
anche essere usato in riferimento ad
esseri senzienti con il significato che
questi sono dispersi tutt’attorno.
Alcune parole sono già plurali per
loro natura, usando questo suffisso
si indicherà che l’oggetto è
dappertutto.

ESEMPIO:    yuQmey significa pianeti,
nuHmey significa armi,
puq significa bambino, puqmey sono dei
bambini dappertutto,
Dos è un bersaglio ma il suo plurale è
`ray’, quindi Dosmey sono dei bersagli
sparsi ovunque.

* I suffissi del terzo tipo indicano come viene usato un nome.

qoq    significa cosiddetto ed indica che il nome a
cui è abbinato è usato in modo
ironico.

ESEMPIO:    rojqoq significa cosiddetta pace, ma vuol
dire che la pace (roj) è chiaramente non
credibile.

Hey        significa probabile e viene riferito ad
un oggetto, ma non si è sicuri di che
cosa sia quell’oggetto.

ESEMPIO:    DujHey vuol dire che c’è un oggetto che
molto probabilmente assomiglia ad una
astronave (Duj).

nà        funziona da esatto contrario.

ESEMPIO:    Dujnà allora l’oggetto è sicuramente una
astronave.

* I suffissi appartenenti al quarto tipo sono i più numerosi: vi

troviamo infatti tutti i suffissi possessivi ed alcuni che

possono essere paragonati ai pronomi questo o a quello.

wIj        mio            maj    nostro
lIj        tuo            raj        vostro
Daj        suo        chaj    loro

L’uso di questi suffissi è semplice basti pensare che juH (casa) diventa juHwIj ovvero la mia casa, oppure juHchaj la loro casa.
Quando invece il nome della cosa posseduta si riferisce ad un essere senziente cambiano solo la prima e la seconda persona del possessore.

wI’        mio            mà        nostro
lI’        tuo            rà        vostro

Anche in questo caso l’uso dei suffissi è intuitivo puqlI’ significa il tuo bambino.

Bisogna notare che i suffissi possessivi indicati sopra non vengono mai usati quando il possessore è a sua volta un nome, in questo caso si mantiene sempre l’ordine possessore – cosa posseduta. L’arma del nemico diventa jaghnuH che letteralmente tradotto significa nemico arma.

Quando usate il quarto tipo per i pronomi questo e quello ci sono suffissi che indicano se l’oggetto è lontano oppure vicino.

vam    questo
vetlh    quello vengono usati anche in senso plurale.

ESEMPIO:    nuHvam vuol dire che il vostro interlocutore
possiede un’arma a porata di mano, se
invece sentite dire nuHmeyvelth ci sono delle
armi in giro distanti da colui che parla,
attenzione però potrebbe significare che
c’è un’orda di Klingon alle vostre spalle.

* Il quinto tipo indica la funzione del nome nella frase, l’esempio

classico è il cane insegue il gatto se viene usato rovesciato il

significato sarà diverso.

Daq        è il suffisso che indica che il nome a cui
è attaccato si riferisce al luogo dove
l’azione si stà svolgendo.

ESEMPIO:    pàDaq jIHtaH significa io sono nella stanza;
la parola stanza (pà) più il suffisso espleta
dove si svolge l’azione della parola jIHtaH
(io sono). Senza il suffisso la frase
significherebbe io sono la stanza.

Gli avverbi quì, là e dappertutto vengono tradotti come naDev (il qui) pà (il là) e Dat (il dappertutto) questi sono delle eccezioni e non possono essere seguiti dai suffissi precedenti.

Un’altra eccezione nell’indicare il luogo la si ha quando i verbi presentano già un significato di luogo (moto verso/da luogo) come nella frase “Si stà avvicinando una nave” in cui il nome nave (Duj) non è seguito dal suffisso Daq, perchè il verbo avvicinarsi (ghos) ha già intrinseco il significato di moto verso il luogo, quindi la frase sarà duj ghoStaH.

vò        è il suffisso che indica che l’azione si
allontana dal luogo indicato.

ESEMPIO:    pàvò yIjaH vuol dire lasciate la stanza.

mò        indica a causa e viene usato in frasi
del tipo SuSmò joqtaH cioè
ondeggiante al vento col significato di
ondeggiante a causa del vento.
vaD        indica per, viene usato in frasi come
QùvaD batlh che letteralmente
tradotto significa onore (batlh) per
la missione (Qù).

`è        l’ultimo suffisso viene usato per
enfatizzare il nome.

ESEMPIO:    lujpù jIH significa io ho fallito, aggiungendoci
questo suffisso diventa io e solo io ho fallito
(lujpù jIH’è).

Concludendo la frase “nel mio alloggio” diventerà pàwIjDaq dove pà è il nome (stanza) wIj il suffisso possessivo (mio) e Daq per indicare il luogo in cui si riferisce l’azione. Noterete che il tutto è seguito in modo ordinato, dopo un suffisso di tipo quattro segue uno di tipo cinque e nessuno dei precedenti è presente.

La frase per dire “queste navi da battaglia” sarà costruita aggiungendo a may’Duj (battaglia, navi) il suffisso mej per indicare il plurale e vam per indicare questo, la frase verrà dunque così scritta: may’Dujmeyvam.

Un’ultima curiosità il suffisso oy significa tenerezza o affetto e generalmente viene usato per i parenti o al massimo per un’animale molto caro.

ESEMPIO:    vav vuol dire padre vavoy significa il
Terrestre papà, attenzione perchè
quest’ultimo non è quasi mai usato.

Antonio Corradi

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