Tra alieni che fanno saltare in aria la Casa Bianca e Missioni
Impossibili, forse vi è sfuggito un film proiettato poco tempo fa, all’apparenza banale (e sicuramente con una delle locandine più brutte che abbia mai visto) e degno di scarsa attenzione, dal titolo vagamente naif di “Terremoto Nel Bronx”. Ebbene, questo è proprio uno di quei classici casi in cui l’apparenza inganna, amici miei! Questo film è veramente interessante, per più di un motivo. Premetto che si tratta di un film d’azione, e come tale, di puro intrattenimento; non me ne vogliano dunque gli appassionati di cinema d’autore se parlo in toni entusiastici di qualcosa che solitamente guarderebbero dall’alto in basso. Sebbene sia ormai da considerarsi un’arte a pieno titolo, il cinema ha avuto le sue origini come forma di divertimento (basti pensare alla famosa prima proiezione “ad effetto”, una locomotiva che si dirigeva verso lo schermo e che spaventò tutti gli spettatori!).
Per questo motivo mi sento in dovere di spezzare una lancia in favore dei film da botteghino; anche se non saranno capolavori imperituri della storia del cinema, spesso riescono (se ben fatti, ovviamente) a regalare momenti di divertimento e di emozione senza pretese di intellettualismo a tutti i costi (e scusate se è poco!).
Bene, tornando ora all’argomento di questo articolo, vediamo di spiegare perchè Terremoto Nel Bronx è tanto degno di nota. Per fare questo, devo spendere due parole per un argomento che in realtà meriterebbe una trattazione molto più approfondita (e chissà che nei prossimi numeri di KULT ciò non si avveri), ovvero dei film Made In
Hong Kong.
Per la maggior parte di coloro che non conoscono (non essendone, al contrario di me, appassionati) le produzioni di Hong Kong, oppure per coloro che ne hanno avuto solo un misero assaggio da parte di piccole reti televisive locali, spesso non certo con i titoli migliori, “Made in Hong Kong” assume spesso il significato di fatto in casa, naif, grezzo, buffo, pacchiano, kitsch, a basso costo, e chi più ne ha più ne metta. I pregiudizi galoppano, come al solito… In realtà, le produzioni di Hong Kong, soprattutto quelle degli ultimi anni, sono una vera MANNA per gli appassionati di film d’azione. Siete stanchi di bicipiti anabolizzati, di palestrati grossi come orsi (e altrettanto agili) che si spacciano per esperti conoscitori delle arti marziali, di attori che fanno i duri salvo poi usare la controfigura anche per scendere le scale, di eroi che parlano come se i dialoghi glieli scrivesse Clinton in persona? Allora siete pronti per entrare nel mitico mondo delle produzioni di Hong Kong! E credetemi, laggiù sanno cosa significa veramente la parola AZIONE, ragazzi… Se non mi credete, procuratevi una copia (in lingua inglese si trovano, e alcuni anche in italiano) di Hard Boiled, Once A Thief, Drunken Master,
Better Tomorrow, Tiger On The Beat, solo per citarne alcuni, e poi sappiatemi dire se non avevo ragione… Dinamite pura, ecco cosa sono!
L’industria cinematografica di Hong Kong è molto attiva ed ha prodotto un sacco di film; ora però soffiano venti di cambiamento. Infatti, come forse alcuni di voi sapranno, nel 1997 scade il protettorato inglese su Hong Kong, che l’aveva resa indipendente dal resto della
Cina, e che le ha permesso di diventare una delle città-simbolo del capitalismo: Hong Kong è un paradiso fiscale, una metropoli attivissima piena di grattacieli e la sede di un volume d’affari impressionante. Cosa accadrà quando tutta quella ricchezza sarà di nuovo nelle mani dell’ultimo grande paese Comunista del globo? Sono in molti a chiederselo laggiù, e tanti hanno preferito non aspettare per vedere cosa sarebbe successo, e si sono trasferiti all’estero. Lo stesso vale naturalmente anche per l’industria cinematografica; col
1997 alle porte, molti registi e attori sono alla ricerca di luoghi più tranquilli per continuare a lavorare. Tutto questo discorso per farvi capire meglio quello che significa il film di cui ho parlato in apertura di articolo.
Infatti il protagonista, il mitico e simpaticissimo Jackie Chan, anche se da noi è ancora pressochè scosciuto, ad Hong Kong è un attore talmente famoso da essere divenuto un vero idolo. Con questo film potete rendervi pienamente conto di cosa può accadere quando alla geniale inventiva e alla folle carica di dinamismo dei film Made in
Hong Kong si aggiungono il budget e i mezzi tecnici di Hollywood. Roba da restare senza fiato!
Terremoto nel Bronx è un film piacevolissimo, pieno di humour e di azione, due costanti che descrivono bene quel fenomeno di Jackie Chan.
Sebbene possa sembrare uno dei tanti cinesi bravi nelle arti marziali
(e vi assicuro che in quanto a Kung Fu Jackie ha pochi rivali) che appaiono sul grande schermo per poi subito scomparire, basta dare una occhiata alla sua filmografia (fate clic col mouse sulla parola evidenziata per vederla) per rendersene conto. Se non avete voglia di contarli, ve lo dico io: sono in tutto la bellezza di 43 film! In pratica sono 23 anni che Jackie Chan lavora nel cinema, perlopiù in film di Kung Fu! Capirete che una esperienza simile la possono vantare in pochi… Per avere un’idea di quanto sia famoso in oriente, osservate questa lista di riconoscimenti che ha collezionato nel corso della sua carriera. Notevole, vero?
Jackie Chan non è solo un esperto di Kung Fu, ma anche un bravo attore: può recitare ruoli drammatici alla pari di quelli comici con grande disinvoltura. Soprattutto il suo lato comico è veramente irresistibile, e guardando Terremoto Nel Bronx ve ne accorgerete…
Quello che più mi è piaciuto di questo film, oltre naturalmente alle incredibili sequenze d’azione (tutte rigorosamente SENZA CONTROFIGURA:
Jackie infatti non la usa!) è la dimensione umana del protagonista, interpretato da Jackie Chan. Infatti, pur esperto nelle arti marziali, non ha velleità alla Superman come succede spesso ai vari Van Damme &
C. (non me ne vogliano i sostenitori del pur bravo V.D.), ma è conscio ad esempio, che quando si è in netta minoranza numerica, è meglio darsela a gambe! In sostanza, un eroe più “vero” e più credibile, uno che effettivamente potresti incontrare per le strade di New York, e per questo, forse, tanto simpatico e accattivante.
Per finire, non posso che consigliarvi ancora una volta di vedere
Terremoto nel Bronx e diventare anche voi dei fan di Jackie Chan.
Ormai ci sono tutte le carte in regola per una felice fusione tra Hong
Kong e Hollywood: speriamo che questo film sia solo il primo di una lunga serie, che dia un bello scossone al cinema d’azione a cui siamo abituati. Tra parentesi, il nostro Jackie sta già preparando altri due film a Hollywood. Tenetevi stretti!
Jackie Chan
Massimo Borri