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Perchè donna?

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Perchè donna?

Mio figlio entra trionfante: “Ecco! Adesso ho capito perchè per azionare la “modalità donna” è stato previsto un solo pulsante!”
-E perchè, di grazia?- chiedo io
Risposta: -Le donne sono talmente imbranate che il predisporre 2 pulsanti avrebbe creato loro confusione!
Tutto qui? Però ci si chiede sempre per quale motivo l’imbranatura femminile provoca disprezzo e decisione veloce nel relegarla fra le schiere delle irrecuperabili, mentre, viceversa, la goffaggine maschile in molti campi è spesso tollerata e suscita persino tenerezza?
Per quale motivo la versione maschile è sempre al di sopra di ogni critica? Perchè, da parte del maschio, la ricerca di una propria autonomia è sacrosanta e supportata dalla famiglia stessa e dalla società mentre viceversa la donna viene sempre colpevolizzata quando, a caro prezzo, persegue la realizzazione dei propri desideri?
Perchè dietro a molti maschi di successo c’è uno stuolo di donne che lo servono nutrendolo, ripulendolo e incoraggiandolo, mentre per le donne non vale la stessa regola?
Con molta fatica si riconoscono diritti alle donne; persino una casa farmaceutica milanese pubblicizza il proprio integratore vitaminico unisex come destinato a far crescere il piccolo grande uomo. Forse è meglio non farle crescere queste donne, come in Cina?
E poi, nel campo delle frivolezze, perchè il capello poco pigmentato nell’uomo è fascinosamente “brizzolato” (Richard Gere) e nella donna è solo mortalmente “bianco” e ghettizzante?
Perchè una donna con qualche chiletto in più viene liquidata seduta stante come “balena” mentre Bud Spencer e altri dello stesso calibro possono portare orgogliosamente la loro stazza? E pensare che le donne mettono tanto impegno nel corpo e nella mente per conformarsi ai desideri maschili senza rendersi conto che se non corrispondono alla
“modalità donna” da lui sognata, rischia di vedersi rifiutare un posto nella società libera.
La bambina che vuole inserirsi nel gioco degli “indiani e cow boys” viene respinta come partecipante alla pari ma accettata se recita la parte della moglie o madre che se ne sta a casa a cucinare in attesa del ritorno dei suoi “cari”.
Lo stesso stereotipo viene ripreso dai classici cartoni animati destinati a migliai di giovani menti in formazione: il personaggio dominante, maschile, (cane, gatto, o coniglio che sia), monopolizza ogni storia con azioni “eroiche” che risultano essere poi pestaggi, ammazzamenti, bastonature, sbranamenti, tritolate ecc. ecc. La figura femminile vi entra solo come “la femmina” passiva preda del maschio o come moglie-mamma rompiscatole. Un adulto sa interpretare e vi coglie l’ironia e la parodia, ma i bambini e le bambine amanti del paradosso cosa vi leggono? E se viceversa le azioni violente fossero eseguite da personaggi donna? Forse la violenza al femminile verrebbe ritenuta amorale e diseducativa tale da giustificare una nuova “caccia” alle streghe, mentre la violenza al maschile, che passa sottilmente in tutti i messaggi dei media, viene tollerata perchè fa tanto eroe e simpatica canaglia?
I media non si occupano volentieri di donne come portatrici di cultura, perchè ritenute incapaci di pensare a livello maschile; non si occupano delle moltitudini di assistenti che si dedicano alla cura di feriti, emarginati, rifiutati, vittime di folli guerre volute da chi detiene il comando; non si occupano di donne, adolescenti e bambine considerate esseri inferiori e costrette a subire gli aggressivi e vigliacchi “ormoni” di taluni maschi; non si occupano di milioni di anonime casalinghe “rompiscatole” che con il loro lavoro ritenuto inutile e poco virile mettono invece i loro uomini in condizione di dedicarsi spensieratamente alla caccia, alla pesca, al tirar di palla, alla biciclettata di gruppo domenicale, alla partita con gli amici e tutti gli altri diecimila hobby “altamente costruttivi”.
Io direi che l’uomo, nonostante i limiti sopra descritti, possegga incontestate capacità e qualità e dovrebbe quindi liberarsi di quel retaggio cavernicolo che lo vuole aggressivo, dominatore, insensibile agli affetti per paura di diventare vulnerabile e cercare una collaboarazione con le donne; esse non vogliono togliere il potere ai maschi ma solo lavorare insieme a loro per la costruzione di un futuro più giusto.

Su questo argomento scomodo avrei da porre ancora tante domande per arrivare a capire se la mentalità dell’uomo medio arriva a cogliere le diversità e varietà che esistono nella donna intesa come PERSONA e non solo come oggetto ad uso e consumo dell’uomo.

Angela Di Pasquale

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