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Non erano mica stupidi

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Non erano mica stupidi

Max leccò la mano di Michael, che si svegliò disgustato dandogli un calcio in un orecchio.
Mentre aspettava che si riprendesse, Michael andò verso l’acquario al centro della stanza e infilò dentro la mano inquinata, con comprensibile disappunto dei piranhas.
Poveretti, ormai non facevano più paura a nessuno, tanto erano vecchi.
Li aveva lasciati in eredità il nonno di Mike, ma data l’età avevano dovuto mettere loro delle dentiere. Uscivano solo di notte, per non farsi notare. Solo così sopportavano la vergogna di essersi ridotti a mangiare ormai solo mangimi.
Michael non pensava alla ripercussione del suo gesto sulle vite dei poveri pesciolini, mentre si asciugava la mano sul maglione. Quando si girò, vide Max con un’ascia da boscaiolo in mano.
Gli fu sufficiente starnutire, e l’ascia volò via dalle mani del suo amico, andando a conficcarsi nel trofeo appeso al muro e tagliando la testa della rana esattamente a metà.
“Kermit!!!!!!!”, urlò Max in preda a un dolore cieco, precipitandosi verso il ranocchio.
“Vaffanculo”, disse Michael, nemmeno ad alta voce, e poi si portò verso l’angolo della casa che avevano attrezzato come palestra. Si sdraiò sulla panca e si dedicò alla consueta seduta di pesi. Prese due cd in una mano, il sacchetto dell’affettato nell’altra, e li sollevo’ contemporaneamente con le mani per quattro volte. Addirittura.
Stremato, si alzò e fece la doccia. Poi si addormentò sul divano.
Al risveglio, aveva davanti la faccia di Max che rideva. Cazzo, che alito.
Lo aveva legato e imbavagliato nel sonno, per evitare sorprese, e gli aveva anche neutralizzato l’arma letale: nel naso gli aveva messo due botti da aceto, una per narice.

E dire che tutto sommato si volevano bene, i due. Ogni tanto avevano qualche piccolo screzio matrimoniale, ma non durava mai a lungo. Si erano incontrati a un campo volo per alianti, Max coltivava da tempo la passione dell’aviazione. Mike era alle dipendenze del proprietario del campo, che lo usava per i momenti in cui il vento non ne voleva sapere di tirare, facendo diminuire gli affari. Quando succedeva,
Michael si piazzava in mezzo al campo, prendeva fiato e col suo gigantesco ventilatore umano riusciva a tener su tutti gli alianti in un colpo solo. Quando lo vide lavorare, Max capì subito che insieme avrebbero fatto i soldi. Notò infatti che quando Michael doveva riprendere fiato, gli alianti per un attimo rischiavano di precipitare, ma in un attimo il ventilatore umano riusciva a riprenderli tutti. E la gente non usciva certo arrabbiata, anzi.
Allora Max propose a Mike di mettersi in società. “Ti farò ricco”, gli disse.
Michael uccise il suo vecchio datore di lavoro spalmandolo al suolo con la proboscide, e lo seguì.
L’idea era buona: tutti volevano ormai emozioni forti, si buttavano dai ponti con le corde elastiche, a volte anche senza ma questo non c’entra. Loro gliele avrebbero date, le emozioni.
Affittarono un vecchio DC-9, e inventarono il primo ‘bungee-landing’, l’atterraggio elastico. Riempivano l’aereo, Mike li faceva decollare e quando arrivava verso i 10.000 piedi li mollava, facendoli precipitare per circa 3000 piedi. Poi li riprendeva, facendoli atterrara dolcemente.
Tranne una volta, che gli venne uno starnuto vero, fuori programma, e li rispedì un po’ troppo in alto. Qualcuno scese dicendo di aver visto una forma di vita su Marte, un altro si incazzò perchè aveva notato che il satellite dei film porno era scassato, per forza non si vedeva bene. Ma tutto andò bene, per fortuna.
La loro attività andava bene, ma i soldi veri arrivarono quando Max trovò il modo di sfruttare anche l’indotto. Anche in questo caso, tutto nacque da un’illuminazione. Nel senso che un giorno, mentre riprendeva fiato in modo vigoroso perchè l’aereo era pieno di persone grasse, Michael aspirò una fila di pali della luce, che si accatastarono su un piede di Max. Così da allora i…lanci divennero mirati.
Mike veniva messo in posizione, faceva il solito lavoro e quando riprendeva fiato arrivava di tutto: frigoriferi, cani, vecchiette, lampadari. Il giorno dopo, Mike ruotava di 45 gradi, e ricominciava.
Max intanto metteva da parte subito, nell’hangar, il materiale prelevato. Se era in buone condizioni, lo vendeva a un amico ricettatore. Altrimenti, cercava di restituirlo ai proprietari, che spesso elargivano generose mance.
Non erano mica stupidi.

Doriano Rabotti

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