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Il prete in mezzo alle femmine

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Il prete in mezzo alle femmine

E il prete si è piazzato, kalòs kalòs, in mezzo alle due femminone nere nere, col culo quadrato fatto in due dal bikini rosso.
Don Salvatore si issa sulla schiena a bearsi della brezzolina di mare, gli scodinzola la zàzzera boccolosa corvina.
Si accarezza il petto brunito da bagnino trastullandosi il crocifisso d’oro che mena bagliori, sotto il sole bianco che apre in due i meloni smeraldo nel campo rosso, e i crani d’osso bianco dei cani nella discarica, dietro il campo di meloni.
Il sole è bianco e micidiale, emette visioni; stacca con violenza metallica pezzi rotondi di rosso dalla terra rossa brillante dei campi, te li fa lievitare davanti agli occhi che a quest’ora non sopportano più colore, sotto lo zenit acuminato.
Le femmine si scrollano l’insonnolimento solare con un calcolo di movimenti che si attacca agli occhi rapidi di un lèmure bancario, che passava di lì. Si ferma. Rimescola il bagnasciuga con i piedi gonfi.
Arriva da dietro la moglie del bancario, trincerata in un costumazzo scolorito a ologrammi zozzi, mòmò uscito dalla BoutiqueGiovane della
ModaMare.
Andiamo, è l’ora della sigaretta. Don Salvatore appiccia il telefonino. Volta il profilo verso il mare, chiama gli amici della barca, che la sigaretta in barca è più bella. Passa una femminazza che erge seni pericolanti, sparati all’insù dalla lingerie marina.
Arriva la barca degli amici suoi. Baci e abbracci.
Sale in barca… è pronto il caffè Don Salvatore… il caffè se lo sorseggia come il vero signore il prete giovane dei Topini, il prete dell’Onorevole, che se lo prende pure a braccetto e a schiaffi per scherzare, alla domenica, quando viene a messa, che sono cresciuti insieme.
Saluta la femminazza estroflessa che continua la passeggiata sul bagnasciuga. La barca prende il largo.

Tremila, tremila e cinquecento voti buoni compresi quelli di S.

Paolo più quelli dell’Ospedale se non ci fotte la legge elettorale.

Romolo Ferorelli

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