Ehi!!!
Ooooooh!
Parlo con te! Si proprio con te.
Mi senti?
Bene.
Ho la vista annebbiata, chi sei?
Non importa.
Ho bisogno di sfogarmi.
Si lo so. Fallo con la redazione dici tu, tu come tanti altri, ma sai, loro hanno tanti problemi e non vorrei creagliene altri (già mi danno alla luce ogni mese).
Quindi mi resti tu, si lo so che non è un gran chè ma mi accontento.
Ho deciso di dire tutto quello che mi tengo dentro da qualche mese a questa parte. Ho bisogno di dire la mia, di vedere il mio pensiero, parola dopo parola, “stampato” tra le pagine e gli articoli del mese per mettermi sullo stesso livello dei collaboratori e dei miei creatori. Io non sono un programma, non sono come quello che avete ogni mese sotto gli occhi, io sono di più, sono di più di un insieme di grafica, lettere e suoni.
Ormai sono un movimento, un’idea, un concetto (ah, se mi potessi mangiare!!).
E non riesco più sopportare la gente che mi insulta.
Sì, parlo anche con te. Con te che critichi i miei articoli, la mia faccia, che ridicolizzi la mia veste.
Ogni volta che mi destate dal lieto sonno, mi sento dire cose come
“questo font non mi piace”, “ma perchè non c’è quello”, “ma come mai non c’è un articolo che parla di..”, “ma perchè è stato pubblicato un articolo del genere”, “sei lento”, “ma come, non fai il caffè?”.
Parlo con te lettore che “vuoi” ma non “fai”, con te “essere” che continui a credere che quello che hai davanti agli occhi è una fanzine
“bella da vedere, ma i contenuti…”, con te che credi che fare da coordinatore tra tutti questi articoli sia facile. Cosa credi che sia semplice, tenere assieme uno che parla solo di scacchi con uno che racconta solo poesie, per non parlare poi di quelli che hanno opinioni contrastanti e litigano sempre. Non sai quanta pazienza ci vuole per
“tenerli buoni”, per convincerli che se non si calmano, il primo del mese non si esce, e non ne vogliono sapere di sentire di discorsi tipo
“guardate che se non vi mettete d’accordo, tutto ciò che avete da dire nessuno lo saprà mai”.
Mah, è proprio un lavoraccio, ma è la mia ragion di vita.
Una cosa mi conforta in particolare, e di questo devo rendere grazie a
Marco, io esisto!
Sii, ne ho sentite di ‘zine, riviste, gruppi dire: “guarda che ti mancano i contenuti, nessuno ti comprerà se non gli dai qualcosa di professionale…”, oppure “va beh, finora hai fatto così, però ora bisogna cominciare a fare sul serio…” ma in verità queste non le ho più sentite. E poi di nuovo: “guarda che se non ti allei con noi, poi non ti devi lamentare se vieni cancellato”, ma scusa come vi chiamate?
Ah, si? Come? Ah, Il Gatto e la Volpe, bene!
Eh, sì, questo è il mio orgoglio: io esisto, vivo di sole mie forze, forse ora sopravvivo, ma sono ancora in fasce, sapete ho solo un anno di vita. Ho tutto il tempo di crescere, “di evolvermi”, e lo farò con le mie gambe, un piccolo passo dopo l’altro, non ho fretta di diventare vecchio prematuramente.
Ecco perchè lettore, orgoglioso di ciò che sono, ti dico fermamente che “non accuso” i tuoi insulti, che non sentirò più le tue frasi inutili, che ascolterò solo i tuoi fatti, e che darò sempre spazio a chiunque lo cerchi, e non mi limiterò a solo pochi eletti.
Scusa dello sfogo, ma ci voleva. Ora la vista mi è tornata normale, e ti intravedo meglio, …mi sembra di conoscerti.
Forse non sei tu a cui va il mio urlo, forse, …ora ti vedo bene, forse tu sei tra quelli che mi hanno sempre dato “fatti, non parole”
(o meglio “articoli, non insulti”), forse ho sbagliato persona ma almeno anche tu sai come sta’ un povero KULT come me.
Io, comunque, sarò sempre pronto a ricevere tutte le critiche intelligenti che mi darete, ma provate almeno una volta a concretizzare le critiche in un articolo, in “nuove vesti” per me, in musica per le mie orecchie, in materiale, in qualcosa che non sia una frase vuota, atta solo a dar aria alla bocca.
L’urlo
KULT crew