Con la presentazione all’interno di Book Modena il 7 di marzo e la successiva messa on-line dell’e-book sul sito di Zona Holden si conclude la prima fase del progetto Open Book. E con essa la parte che ha richiesto una interazione più rapida e fitta con gli autori che hanno accettato di mettersi in gioco per le varie sezioni. Vorremmo quindi, mentre è ancora possibile spedire materiale per la “fase 2” (quella che prevede cioè variazioni autonome di quanto raccolto), intervistare brevemente le varie redazioni, in modo da avere uno “storico” di qualche considerazione su come si sono svolte le cose dall’interno.
Parliamo della sezione Narrativa non di genere, e lo facciamo con Sara Bosi. Chi sono stati i redattori che si sono occupati della raccolta, della selezione e dell’editing finale in questo parte di Open Book?
Per quanto riguarda la sezione narrativa non di genere il progetto è stato seguito da Massimiliano Prandini e da me. Dopo aver scritto insieme il prologo ci siamo occupati, alternandoci, della scelta dei capitoli e del loro editing.
Ci puoi descrivere brevemente com’era il prologo di questa sezione, e che aspettative di trama avevate in mente (se ne avevate)?
Il prologo si proponeva di dare alla storia un’ambientazione e un pool di personaggi che poi gli autori avrebbero potuto gestire a loro piacimento e con la massima libertà.
La storia inizia in una piccola chiesa sconsacrata, in un paesino di provincia, dove si tiene un corso di scrittura creativa organizzato dal Comune.
L’insegnante è Stefano, che nel prologo fa una breve riflessione sui partecipanti che più lo hanno colpito: Marco un giovane studente universitario, Enrica una signora di mezz’età che era stata ragazza madre, Guglielmo un maestro in pensione con la passione per la poesia, Serena una liceale frizzante e molto colorata e un personaggio misterioso che partecipa a tutte le lezioni rimanendo però sempre in ombra.
Il via alla storia lo dà un misterioso testo scritto da uno degli studenti che ha avuto il potere di inquietare Stefano.
Per quanto mi riguarda all’inizio non avevo assolutamente idea di dove la storia ci avrebbe portato e ho deciso di non crearmi delle ipotesi proprio per essere il più oggettiva possibile nel giudicare i capitoli che sarebbero arrivati e per lasciare la massima libertà alle persone che avrebbero partecipato.
In questa sezione alla fine sono stati pubblicati 5 capitoli (più il prologo). Come si è sviluppata la trama e grazie quanti e quali autori?
Diversi autori si sono cimentati in questa sezione mandandoci le loro proposte e questo, oltre a renderci molto orgogliosi, ci ha permesso di comporre una storia in cui quasi ogni capitolo porta una firma differente.
La trama si è sviluppata in modo autonomo; noi ci limitavamo semplicemente, dopo ogni pubblicazione, a fare il punto della situazione in modo che fosse più facile per i partecipanti proseguire la storia.
E come avete deciso di procedere con la tempistica per l’invio dei capitoli (che è stata diversa per sezione)?
La narrativa “non di genere” ci ha permesso, diversamente da quello che può succedere in un giallo o in un fantasy, di far concludere la vicenda in pochi capitoli, trattando più del percorso psicologico dei personaggi che non di azioni e luoghi da descrivere e intrecciare.
Per questo abbiamo deciso di concedere agli autori tempi più lunghi rispetto agli altri (una settimana circa per ogni capitolo) perché potessero partecipare più persone e perché i capitoli potessero essere ben curati.
Quale è stato il contributo (se ce n’è stato uno solo) che più a determinato il punto di svolta nella trama?
Tutti gli autori sono stati importanti e ogni capitolo è a suo modo indispensabile alla completezza della storia. Essendo un racconto breve non poteva che essere così.
Quanto è stata impegnativa la selezione dei singoli capitoli, e con che meccanismo è stato stabilito di volta in volta cosa scegliere?
Per quanto riguarda la nostra sezione si è data innanzitutto la precedenza alla varietà degli autori per dare spazio a più persone e ottenere un risultato più ricco di sfumature.
Abbiamo cercato di utilizzare criteri oggettivi nella scelta perché trovo sia difficile giudicare e soprattutto “scartare” il lavoro fatto da altri. Abbiamo dato importanza al fatto che la storia rimanesse entro i confini del genere “narrativa”, preferendo quindi contributi che non portassero la storia verso un filone troppo noir o addirittura fantastico.
Infine abbiamo scelto i contributi che giudicavamo qualitativamente migliori e che, meglio di altri, avrebbero contribuito a definire al meglio la trama della storia.
Quanto è stato complesso, nel progredire dell’opera, riuscire a selezionare (o modificare) il materiale migliore perché la storia potesse avere un finale? E quanto il fatto che tutto il progetto aveva scadenze temporali molto strette?
Quello delle scadenze temporali molto strette credo sia stato il problema di cui il progetto ha sofferto maggiormente, perché obbligava gli autori a leggere e produrre in poco tempo e noi a scegliere, correggere e pubblicare a volte nell’arco di un giorno solo.
Come ho già spiegato prima, il fatto di imporci criteri oggettivi di scelta ci ha in qualche modo aiutato a procedere in modo abbastanza spedito almeno con la selezione.
Quanto lavoro redazionale c’è sopra il materiale ricevuto? se c’è stata, che tipo di interazione avete avuto con gli autori?
Alcuni capitoli hanno avuto bisogno di più correzioni di altri, ma nel complesso devo dire che il materiale arrivato era quasi tutto qualitativamente di buon livello.
Nel lavoro di editing finale poi, alcune parti sono state ulteriormente modificate e limate per dare più uniformità e coerenza alla storia.
Se avete già avuto feedback da parte degli autori coinvolti che tipo di impressione hanno avuto di tutta l’operazione?
Le reazioni sono state molto positive. Gli autori ci hanno ringraziato per l’idea e per l’opportunità e addirittura per il nostro editing che è stato apprezzato e a loro avviso utile per migliorare la propria scrittura.
Per molti era la prima esperienza di questo genere e spero sinceramente che il successo del progetto li porti a continuare a coltivare questa bellissima passione.
A posteriori cosa ritenete si possa migliorare in un progetto come Open Book? Cosa potrebbe migliorare il vostro lavoro di redattori, il contribuire degli autori e/o la visibilità del progetto?
Visibilità e tempi di più ampio respiro sono sicuramente due cose molto importanti e da curare nel migliore dei modi.
Un progetto come Openbook è un modo originale e molto interessante di vedere e vivere la scrittura e sono convinta che con un giusto lavoro di marketing e di organizzazione continuerà a trovare molte persone interessate a partecipare.
Che seguito vi piacerebbe che potesse avere una iniziativa come questa?
Sicuramente ci piacerebbe proseguire con questo progetto e con altri simili.
Il successo di questo primo esperimento ci ha galvanizzato e sul piatto sono già state messe diverse belle idee.
Non ci resta che invitare tutti quelli che hanno voglia di mettersi in gioco a continuare a seguirci J
Grazie per il tempo dedicato. E ci vediamo venerdì 13, alle ore 17, con chiunque si voglia unire, per il secondo incontro-presentazione dell’e-book del concorso.