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Vivisezione o scienza?

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Vivisezione o scienza?

Questo mese continuo il pesantissimo argomento della Vivisezione.
Vi citerò alcuni brani presi dal fantastico libro “Vivisezione o scienza – una scelta” di Pietro Croce, un medico che per molti anni ha eseguito la vivisezione, ecco la sua presentazione:
“Ho compiuto esperimenti su animali per molti anni. Obbedivo ad un’ammuffita logica positivista che mi era stata imposta durante gli studi universitari e che a lungo mi ha condizionato negli anni successivi. Con la mente affollata di nozioni apprese ex-cattedra, dai libri, dalla pratica in ospedali italiani ed esteri, cercavo di dare un ordine al mio pensiero, mi sforzavo di disporre su un filo logico le mie convinzioni. Ma era come cercare di comporre le figure di un
“puzzle” uscito difettoso dalla fabbrica: le tessere non si combinavano tra loro; ne uscivano figure sbilenche, separate da vuoti incolmabili in un incastro che alla minima scossa si sfasciava sparpagliandosi in un disordine caotico.
Mi dissi allora: Ci dev’essere qualcosa di sbagliato nel pensiero e nella prassi medica…”

Per inoltrarci nel mondo della vivisezione occorre che conosciate in pieno il famoso Giuramento di Ippocrate, ovvero i Comandamenti di ogni medico:
“Giuro per Apollo medico e per Asclepio e per Igea e per Panacea e per tutti gli Dei e Dee, chiamandoli a testimoni, che adempirò secondo le mie forze e il mio giudizio questo giuramento e questo patto scritto.
Terrò chi mi ha insegnato quest’arte in conto di genitore, e dividerò con lui i miei beni, e se ne avrò bisogno lo metterò a parte dei miei averi in cambio del debito contratto con lui, e considererò i suoi figli come miei fratelli, e insegnerò loro quest’arte, se vorranno apprenderla, senza richiedere compensi ne patti scritti.
Metterò a parte dei precetti e degli insegnamenti orali e di tutto ciò che ho appreso, i miei figli e i figli del mio maestro e i discepoli che avranno sottoscritto il patto e prestato giuramento medico, e nessun altro.
Sceglierò il regime per il bene dei malati secondo le mie forze e secondo il mio giudizio, e mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò a nessuno, neppure se richiesto, alcun farmaco mortale, e non prenderò mai una iniziativa del genere; e neppure fornirò mai a una donna un mezzo per procurare l’aborto.
Conserverò pia e pura la mia vita e la mia arte. Non opererò neppure chi soffre di mal della pietra, ma cederò il posto a chi è esperto in questa pratica.
In tutte le case che visiterò entrerò per il bene dei malati, astenendomi da ogni offesa e da ogni danno volontario. Tutto ciò che io vedrò e ascolterò nell’esercizio della mia professione, o anche al di fuori della professione nei miei contatti con gli uomini, e che non deve essere riferito ad altri, lo tacerò considerandolo cosa segreta.
Se adempirò a questo giuramento e non lo tradirò, possa io godere dei frutti della vita e dell’arte, stimato in perpetuo da tutti gli uomini; se lo trasgredirò e spergiurerò, possa toccarmi tutto il contrario.”

Ippocrate di Cos, 460-377 a.C.

Ancora pochi anni orsono si costringevano gli studenti di medicina alla vivisezione al solo scopo, dichiarato, “che s’abituino al sangue”.
Vigeva il concetto orrido-romantico del chirurgo spietato che “amputa ma salva la vita”.
Circolava la stoltezza “Medico pietoso, tomba aperta”.
Chissà quante gambe sono state tagliate da medici ansiosi di esibire la propria “freddezza di fronte al male”. “E’ un gran medico… ha un coraggio!”.
Ci viene un sospetto: Queste macabre idiozie, son proprio finite?.

Che cosa significa vivisezione?
Vivisezionare significa “sezionare il vivente”. Ma, per tormentare un essere sensibile, non è indispensabile sezionarlo: si può essere altrettanto ciecamente crudeli affamandolo, affaticandolo fino alla morte, avvelenandolo.
Cito qui degli episodi più assurdi e clamorosi della storia della vivisezione. Ne parlò il “Corriere della Sera del 27 febbraio 1964”, che determinò una protesta al Parlamento da parte dell’on. Mario Dosi.
Il prof. Mario Chiodi, ordinario di anatomia degli animali nell’Università di Bologna lo definì “esperimento inutile, assurdo e mostruoso”; il giornalista Augusto Guerriero lo denunciò alla pubblica opinione suscitando migliaia di proteste.
L’on. Mario Dosi così descriveva l’esperimento eseguito su trenta cani dal prof. Giorgio Monticelli, direttore della clinica traumatologica dell’Università di Roma: “Flessione forzata del tronco del cane fino a piegarlo a guisa d’un libro; torsione del tronco fino a spingere la rotazione della colonna vertebrale oltre i 180 gradi; trazione della colonna vertebrale fino alla rottura”.
Un mal acquisito prestigio, appoggi politici e denaro sono la forza dei vivisettori; tuttavia non dobbiamo ne temerli ne lasciarci abbindolare dalla retorica del “lo facciamo per il bene dell’umanità”.
Il presidente della Lega Anti Vivisezionista, autorizzato dalla
Regione Toscana ad effettuare i controlli negli istituti in cui si pratica la vivisezione, ha denunciato più volte alla Magistratura fatti criminali. Ha udito le urla dei cani nei laboratori, ha visto animali con amputazioni e lacerazioni orrende, con gli occhi estirpati, il cervello messo a nudo, lo sfintere anale e lo sfintere uretrale cuciti.
Ma “Vivisezione o Scienza – Una scelta” vi dirà la cosa più orrenda: che tutto questo è, non solo inutile, ma dannoso per l’uomo, poichè porta costantemente fuori strada la scienza.
Il castello della vivisezione è imponente, ma è un castello di sabbia, come tutto ciò che poggia sulla menzogna. “Vivisezione o Scienza – Una scelta” vi aiuterà a comprendere questa verità.

Vi lascio per ora, timorosa di assillarvi troppo con quest’ennesima ingiustizia perpetrata dal cosiddetto “uomo civilizzato”. Ma, tremate, tornerò ben presto a portare qualche nuvola sopra questa estate (come se non ce ne fossero state già abbastanza!).
Un saluto ai miei tre lettori (sì intendo proprio voi: Dallo, Bruce e
Fabio).

Ciao da Sabrina
Responsabile LAV di Modena

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