Mentre scrivo quest’articolo ho ancora davanti agli occhi le immagini della splendida finale della FA cup inglese tra Manchester United ed
Everton, terminata con la vittoria di questi ultimi per 1-0. Questa partita, come tutte le finali di coppa inglesi, si è svolta nel mitico stadio di Wembley pieno di tifosi festanti accorsi per fare il tifo per la propria squadra del cuore (e non per insultare gli avversari di turno). Alla fine della partita i supporters della squadra vincente inneggiavano al loro club e i fans della squadra battuta applaudivano la squadra campione e ringraziavano i propri giocatori. In Inghilterra alla fine della finale di coppa (sia essa la coppa di lega o la FA cup) poco conta chi ha vinto e chi ha perso perchè si tratta comunque di una festa del calcio.
Dico tutto questo perchè siamo prossimi alla finale di Coppa Italia dove si troveranno di fronte Juventus e Parma, sfida infinita del ’95 se pensate che le due squadre si affrontano per ben 5 volte tra maggio e giugno. Francamente non so se l’entusiasmo sugli spalti e l’agonismo in campo saranno gli stessi (sarei felice di essere smentito).
Perchè la coppa Italia interessa poco ai grandi club e soprattutto ai tifosi?
Forse la colpa è della formula del torneo che non è mai stata azzeccata pur essendo stata cambiata un sacco di volte negli anni passati. Si è provato con i gironi all’italiana, con i rigori al termine delle partite finite in parità fino ad arrivare alla formula attuale che prevede un primo turno eliminatorio in partita unica è a seguire scontri ad eliminazione diretta con partite di andata e ritorno fino alla finale (anch’essa in due partite). Il risultato è stato sempre lo stesso: disinteresse da parte dei tifosi e delle squadre.
Proprio nella scelta di svolgere i turni eliminatori con partite di andata e ritorno sta, a mio avviso, la debolezza della formula del torneo. Questo tipo di eliminatoria sembra calamitare poco l’attenzione degli appassionati di calcio, poco attratti da una partita che non da un responso definitivo (questo discorso vale per le partite di andata); viceversa le partite di ritorno risultano essere molte volte inutili a causa di risultati particolarmente pesanti nella gara di andata e come tali difficilmente ricuperabili. Da non dimenticare poi l’assurdità delle partite di ritorno svolte 4 o 5 settimane dopo quelle di andata (Juventus-Lazio e Parma-Foggia semifinali di quest’anno).
Altro punto dolente della formula consiste nell’elevato numero di partite che la squadra vincente deve affrontare (11). Negli ultimi anni lo strapotere delle nostre squadre in Europa ha portato in dotazione alle 4-5 squadre più forti del momento almeno 8-10 partite nelle varie coppe europee. E’ chiaro che queste finiscono per trascurare la coppa nazionale che è la meno prestigiosa (il caso di
Juventus e Parma di quest’anno è una piacevole eccezione) per risparmiare preziose energie. Se il loro tragitto verso la finale si compisse in 5 o 6 partite, forse onorerebbero di più il torneo e di conseguenza accorrerebbero più tifosi allo stadio.
Per fare in modo che la coppa Italia non si assegni con troppe partite si potrebbero prevedere tutti turni con partite secche ad eliminazione diretta. La soluzione in un’unica partita è vincente se viene associata alla regola di fare giocare in casa sempre la squadra di divisione inferiore. Questo perchè il pubblico è più interessato ad un evento del quale può vedere direttamente la fine (voi andreste al cinema a vedere il primo tempo di un film giallo per vederne poi la conclusione dopo due settimane in televisione?).
Si potrebbe cercare di adottare una formula simile a quella inglese con partite secche, senza far ricorso al rematch a campi invertiti in caso di parità al novantesimo, ma piuttosto facendo ricorso a supplementari e rigori (oppure Sudden-Death e cioè chi segna per primo vince). La partita dovrebbe essere disputata nel campo della squadra di serie inferiore. L’entusiasmo sarebbe sicuramente superiore
(secondo voi vanno più spettatori a vedere per es. Juventus-Modena o
Modena-Juventus?). I tifosi delle squadre “inferiori” sulla carta avrebbero la possibilità di vedere i grandi club. Da non trascurare la chance offerta ad una squadra di seconda o terza serie di fare strada in coppa (e soprattutto incassi) potendo giocare quasi sempre in casa.
Nel caso di due squadre della stessa serie si potrebbe fare ricorso ad un sorteggio qualora le due società non prendessero accordi diversamente.
Un’altra soluzione possibile per provare a rivitalizzare il torneo potrebbe essere quella di affidare un posto UEFA alla squadra finalista (non so se la cosa sia permessa dal regolamento UEFA), che costringerebbe i grandi club a considerare anche la coppa Italia per entrare in Europa.
Dunque coppa Italia in periferia, partite secche e 6/7 partite al massimo per vincere il trofeo, gli ingredienti per rivitalizzare la coppa Italia. Chi ha altre idee si faccia avanti.