A mio nonno
Non mi sembra ancora vero eppure è là, sdraiato in quella bara, il viso legato da una fascia perchè altrimenti terrebbe la bocca aperta, gli occhi non del tutto chiusi bagnati da qualche presunta lacrima, le mani gonfie e bianche intrecciate da un rosario.
Sembra si alzi da un momento all’altro, sembra respiri, invece è morto anche se non riesco a percepire la presenza della nostra peggiore nemica.
Provare a toccarlo per sperare che rinvenga, toccarlo come si tocca una cosa che non si crede vera.
Lui che era sempre così vivo, vispo allegro, colui che rallegrava le nostre domeniche quando ancora non andavo a ballare, colui che era il simbolo dell’indipendenza e del coraggio per me, giace ora in questa bara in una camera mortuaria che avrò sentito i pianti e i sospiri di tante persone colpite al cuore da una perdita improvvisa.
La speranza che ho sempre avuto in questi giorni, la speranza della sua guarigione dovrebbe essere spezzata, invece no!
Sò bene che non dovrebbe essere così, sò bene che la realtà è un’altra, che è morto, che è in quella bara senza vita, ma io lo sento ancora vivo dentro di me, e la sua presenza mi è naturale…
…come se non fosse cambiato nulla e forse non riuscirò mai a capirne la ragione, ma sò che è Vivo!
30 gennaio 1985
Asia ’68