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Cyberpunk o cyberkult?

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Cyberpunk o cyberkult?

Salve a tutti!
Mi auguro che questo primo mese del 95 sia per voi stato produttivo e pieno di novità e di sorprese come lo è stato per KULT. Che dire? Il sogno va avanti, e, come un turbinio continuo, mille sono le cose che succedono e che piacevolmente ci stordiscono con la loro forza e vitalità.
Parlo ovviamente dello spazio che i giornali hanno concesso a questa esperienza multimediale; parlo dei due interventi televisivi che alcune emittenti locali hanno ritenuto interessante proporre; e, soprattutto parlo di voi, lettori-autori, che sempre più numerosi e vari comprendete il nostro messaggio e vi unite al nostro ‘carrozzone’ per andare avanti insieme.
Il termine cyberpunk, nostro umile compagno fin dal primo numero, nel lontanissimo ottobre 1994, ogni tanto prende il sopravvento, grazie alle voci sempre più numerose che portano KULT nelle case di tanti. E ogni tanto lo fa da amico, nel senso che si appoggia a chi lavora con noi, facendogli sognare qualcosa di ancora più pesante, dal punto di vista tecnologico e di libertà espressiva; ma ovviamente qualche altra volta diventa una specie di prima donna, e trasforma il nostro operato in una sorta di movimento onirico, a cui la gente non sa come raffrontarsi.
Il pensiero collettivo è facilmente riscaldabile da concetti che, presi dal letterario, portano la mente ad un universo americano, pieno di cose estremamente improbabili, ma spesso date per scontate. Che dire? Da un lato la cosa non ci preoccupa. Chi legge KULT sa cosa vogliamo. Tutti i nuovi amici di questo mese, quando hanno deciso di presentare agli altri il loro lavoro, avevano ben chiara la loro visione di cyberpunk. Hanno visto la potenza del mezzo espressivo, hanno visto la libertà di movimento all’interno del giornale, e hanno capito che fare conoscere agli altri una parte di se stessi, quella attiva, quella che ha un interesse e una passione, era effettivamente un’esperienza da provare.
Ma gli altri? Forse qualcuno, al pensiero di questo termine Gibsoniano, ha immaginato violenza e droga, irriverenza politica e sociale? Il pensiero mi fa sorridere, ma mi rendo conto di quanto questo non sia impossibile come suona alle orecchie di chi, come il sottoscritto, a KULT partecipa attivamente fin dalla creazione.
Più che cyberpunk, con questa accezione probabilmente corretta e tradizionale, noi siamo cyberkult. Noi vogliamo portare avanti la cultura informatica, ma non nel senso che vogliamo insegnarvi a programmare, o ad usare applicativi di chissà quale tipo. Noi vogliamo ristabilire il giusto rapporto tra uomo e macchina, rovinato da molta ottima letteratura fantascientica, e simil-tecnica. Vogliamo fare capire alle persone che non si deve avere paura dei computer. Vogliamo mostrare come il rapporto tra utente ed elaboratore non debba rigorosamente rimanere come è attualmente. Considerate i computer elettrodomestici.
Cercate di vedere il monitor come una specie di televisione più interattiva.
Computer come mezzo creativo, è il nostro motto. E lo sta imparando anche gente che non aveva mai messo le mani su di una tastiera, e che, trovatasi coinvolta nel movimento di KULT, si è buttata e, quando ha riaperto gli occhi, ha visto che il posto in cui era giunta era pieno di possibilità e di opportunità espressive.
Ritengo che da questo punto di vista lo ‘shock’ più forte lo dia la rubrica SUSSURRI. L’elemento poetico, l’espressività artistica che sfocia in racconti brevi, probabilmente è fortemente in contrasto con la visione classica che si ha dei computer. E questo è voluto e ci fa piacere. Che qualcuno apra il proprio vaso dei sentimenti, e decida di estrarre un episodio di se stesso, per affidarlo alla rete, la stessa in cui i
“cowboy” Gibsoniani fanno le loro opere di razzia, penso che sia il segno più singolare per fare capire quale sia la nostra differenza con un movimento a cui, nonostante questo, ci sentiamo affini e fratelli.
Il mondo sta cambiando? Si, e allora vogliamo che cambi in un modo che ci piace, in cui ci sia spazio per la libera iniziativa, e per la libera diffusione di cultura, di idee, e dove sia possibile creare occasioni in maniera diretta e immediata.
A chi ci chiede cos’è KULT rispondiamo che è uno spazio, un media. In realtà, rubando le parole a un ragazzo che ha conosciuto la rivista soltanto il mese scorso, KULT è una rete senza la rete. E’ un esperienza virtuale, in cui l’esplosione del fenomeno cyberkult coinvolge non solo l’uomo e la macchina, ma anche gli uomini tra di loro. KULT passa di mano in mano, e unisce oltre che con i suoi contenuti, anche in questo modo così consueto e contemporaneamente strano.
E nella nostra somma immodestia riteniamo che il nostro lavoro comune sia per questo altamente sociale e formativo.
Giudicate voi. E se il giudizio che darete al tutto coincide con quello che già altri hanno dato, unitevi a noi. Fate sentire la vostra forza espressiva. Oppure create esperienze analoghe alla nostra. Il campo è pronto per essere seminato.
Dopo queste amene considerazioni, e prima di lasciare che vi immergiate in questa edizione di febbraio, voglio ringraziare personalmente, oltre tutti i collaboratori ormai di casa sulle nostre “pagine”, e oltre i sette della redazione permanente, tutti coloro che hanno contribuito a rendere questo secondo numero del 1995 estremamente più ricco come quantità di argomenti, degli altri che lo hanno preceduto.
Molto piacere ci fa avere su KULT anche materiale proveniente da altre parti d’Italia (non è nostra intenzione limitare infatti la possibilità di contribuire alla nostra città), e avere con noi un numero crescente di ragazze (tra cui Manuela che si è resa disponibile per il sommario di questo mese), in quanto questo sfata anche il detto “le donne non usano i computer”, e arricchisce del loro punto di vista tutto l’insieme.
E ovviamente ci fa molto piacere anche l’interesse che continuamente viene mostrato nei nostri confronti da persone che ricoprono posizioni di interazione sociale, come giornalisti, editori, scrittori e operatori informatici.
Grazie a loro infatti questo mese saremo, salvo imprevisti, presenti con un nostro stand a Giochiamo, e avremo una, speriamo felice, apparizione a Libriamo. Queste due occasioni speriamo possano stimolare quelli di voi che vogliono conoscere meglio KULT, e offrire personalmente una loro eventuale adesione, a farsi vedere, in modo da rendere ancora più esile la già sottile distanza che c’è tra chi alla fine ‘compone’ il giornale e chi lo legge.
Un ultima cosa. Questo mese è entrato in funzione il nodo
(FTP.SERVIZI.MODENA.IT) che ci doveva ospitare, e di conseguenza potete tranquillamente reperire lì la nostra rivista, e inviare in questo luogo materiale e posta elettronica.
Buona lettura!

Marco Giorgini

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