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Crash

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Crash. Scontro di macchine. Persone che scendono, arrabbiate, pronte a litigare. In una società che si definisce multietnica, globlale, aperta, le persone sono in realtà degli individui soli, chiusi nelle loro aspettative, nelle loro ragioni, nei piccoli torti (fatti e subiti) e soprattutto nell’arroganza di non riuscire mai a rispettare chi è diverso da sè.

Paul Haggis (che già aveva scritto la bellissima sceneggiatura di Million Dollar Baby) ci immerge in una Los Angeles fredda e anonima come lo sono gli uomini e le donne che la attraversano. Ciascuno con una sua storia alle spalle (proprio come ognuno di noi) e con difetti, problemi e ansie di cui farsi carico. E il film svela la sua profonda capacità di analisi proprio nel saper mostrare l’animo umano nella sua infinita complessità, nel saper tratteggiare caratteri che non si fermano solo all’apparenza di una bontà o di una cattiveria di facciata e nella consapevolezza che questi due poli sono in continua attrazione e in continuo distacco, pronti a mischiarsi e a sovrapporsi. Higgis condanna e riabilita ognuno dei suoi personaggi (così credibili da essere delle persone) mentre ce li mostra nei loro momenti di meschina sopraffazione dell’altro o in quelli di rivolta e presa di coscienza dei propri errori.

Usando uno schema narrativo già collaudato da Altman e negli ultimi anni riscoperto da P.T. Anderson (Magnolia è a due passi da qui, mancano le rane ma c’è la neve), Haggis si affida ad una coralità del racconto che riesce a stupirci ed emozionarci di continuo. Curando dettagliatamente tutti i raccordi narrativi tra le varie vicende, il regista riserva ad ogni inquadratura la capacità di regalarci una piccola sorpresa, un attimo di dolore o di gioia, un brivido di paura o una pausa di consapevolezza.

In un mondo in cui le persone si scivolano addosso come fantasmi, sono le macchine a fare conoscenza al posto nostro. Se ci scontriamo fisicamente con qualcuno per strada, a volte neanche ci giriamo per capire cosa è successo, tiriamo dritto, abbiamo sempre altro da fare. Ma se sono le nostre auto a scontrarsi allora tutto si ferma, si scende dalla macchina, si vedono i danni, si “conosce” l’altro magari solo per farsi ripagare.

La tanto idolatrata convivenza tra i popoli sembra veramente qualcosa ancora difficile da raggiungere. La realtà ci mostra una società dove persone diverse vivono insieme, ma ci mostra anche come ognuno rimanga chiuso dentro le proprie convinzioni senza mai cercare di allargare le proprie vedute. Paradossalmente la multirazzialità ha portato ad una chiusura ancora maggiore delle varie etnie dentro se stesse. Ci immergiamo nei nostri pregiudizi per difesa o per semplice ignoranza. Quando l’avere a che fare con chi è diverso da noi non sarà più uno scontro ma un incontro?

Difficile dirlo, qui continuamo a spaccarci le ossa, dimenticando ogni volta la cosa più importante.

Gli uomini sono tutti diversi, solo i loro diritti dovrebbero essere sempre gli stessi.

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