gioco per 2-4 persone
Autore: Andrew Parks
Editore: Z-Man Games (www.zmangames.com)
Un déjà-vu? È vero che esiste un gioco dal titolo molto simile a questo, ovvero “Shadows over Camelot” (che già vi ho presentato): la sua uscita ha sicuramente catalizzato tutta l’attenzione di coloro che erano interessati a questa ambientazione. Ebbene, forse quell’attenzione ha fatto passare inosservato questo “Camelot Legends”, che seppure si presenti in una forma più dimessa rispetto ai fasti del fratello maggiore, ha un buon numero di frecce al suo arco. Ma partiamo dai componenti, aprendo la piccola scatola vi trovate dentro:
– un mazzo di carte, di quattro diversi tipi (Personaggi, Eventi, Oggetti Speciali e Finali),
– quattro schede riassuntive delle fasi in cui è suddiviso un turno di gioco e delle caratteristiche dei personaggi
– tre piccole plance, che rappresentano le tre locazioni in cui si svolge il gioco (Camelot, la Cornovaglia e la foresta),
– il regolamento (in inglese).
Sui materiali si può dire che le carte sono robuste e molto ben illustrate mentre le plance e le schede sono nella norma (forse un po’ sottili), il regolamento infine è ben realizzato ed esaustivo: vi si trovano le regole suddivise in tre livelli di difficoltà, con esempi di gioco e una interessante appendice con una breve descrizione di ogni personaggio rappresentato sulle carte.
Lo scopo del gioco è quello di utilizzare i propri personaggi inviandoli nei luoghi dove possono essere compiute delle imprese epiche (alcune non proprio epiche) che frutteranno punti vittoria. Innanzitutto si può giocare uno dei tre differenti livelli di difficoltà, utilizzando solo le carte bianche per il livello introduttivo, aggiungendovi le carte blu per il livello standard e infine con le carte rosse abbiamo il gioco avanzato. Vi consiglio di giocare solo un paio di partite al gioco introduttivo per passare poi subito al gioco avanzato, usando in pratica tutte le carte.
Qui vi parlerò solo del gioco avanzato, che si prepara disponendo sul tavolo le tre plance locazione, un po’ distanziate l’una dall’altra. Si distribuiscono le schede riassuntive, che sono importanti dato che una di queste riporta un simbolo che stabilirà chi sia il primo giocatore. Poi si mischiano le carte tenendole suddivise in base al dorso, poi si prende una carta “Finale” e la si pone a faccia in giù sul tavolo, al di sopra di questa si metterà un certo numero di carte “Eventi” (a seconda del numero di giocatori) in modo tale che la carta “Finale” sia l’ultimo evento che si pescherà; gli eventi non usati e gli altri due finali non andranno utilizzati in questa partita. Si dispongono le tre carte “Oggetti Speciali” a faccia in su e infine si distribuiscono cinque carte “Personaggio” a testa. Dopo che tutti avranno studiato le proprie carte, ognuno potrà posizionare uno dei propri personaggi in una delle locazioni sul tavolo: per capire a quale giocatore appartenga ogni personaggio si attribuirà ad ognuno un lato delle plance, i quali sono colorati in modo differente. Ad esempio, se io sono associato al colore giallo, piazzerò la mia carta personaggio iniziale (e allo stesso modo tutte le successive) sempre vicino al lato destro delle plance locazione.
Le carte personaggio contengono molte informazioni: il nome, se è un cavaliere e la sua casata, sei valori numerici in altrettante caratteristiche (combattimento, astuzia, forza di volontà e così via) e un testo che indica come utilizzare la sua abilità particolare.
A questo punto si può iniziare la partita. Ogni giocatore, a turno, pesca la prima carta del mazzo eventi e la si legge, di solito si tratta di un’impresa da compiere, con indicata la locazione in cui mettere la carta e la sua difficoltà, espressa in uno o due valori (ad esempio 18 in combattimento e 18 in astuzia), assieme al numero di punti vittoria che fa guadagnare se viene risolta. Ma ci sono anche altri tipi di carte, che modificano temporaneamente i valori dei personaggi, che fanno apparire locazioni extra in cui risolvere imprese o che fanno partire un’asta, che andrà fatta puntando carte personaggio (che andranno alla fine scartate): chi totalizza il valore più alto nella caratteristica indicata prende la carta (e i relativi punti vittoria).
Dopo aver pescato la carta il giocatore di turno può attivare le abilità speciali dei personaggi che ritiene opportuno, poi deve controllare se i cavalieri che controlla possono, totalizzando i loro valori, raggiungere il coefficiente di difficoltà di un’impresa nella loro locazione. Se è così allora può prendere la carta e metterla tra i propri punti. Questo può essere fatto una volta per ogni locazione. Per concludere il proprio turno il giocatore potrà poi effettuare due tra queste tre azioni (anche due volte la stessa azione):
– pescare una carta personaggio,
– piazzare una carta personaggio dalla propria mano in una locazione sul tavolo,
– muovere uno o due personaggi da una locazione ad un’altra.
Poi si passa al turno del successivo giocatore, il gioco si conclude quando, dopo aver pescato l’evento finale, un giocatore riesce a risolverlo. Verranno totalizzati i punti e dichiarato vincitore il giocatore con il totale maggiore.
Vi sono alcune regole da rispettare durante la partita: il numero massimo di personaggi che si possono avere in mano è cinque, in una locazione non ci possono essere più di tre eventi (quelli pescati dopo vanno scartati) e ogni gruppo di personaggi (detto compagnia) in una singola locazione non può superare le sei unità.
Nel gioco si trovano tutti gli elementi classici del ciclo Arturiano, sottoforma di eventi, personaggi e oggetti speciali, infatti vi sono tre carte (Excalibur, il titolo di Re e la pozione d’amore) che un cavaliere può conquistare risolvendo apposite imprese, che gli daranno un vantaggio per il resto della partita (oppure fino a quando qualcun’altro non lo sconfigge o gli sottrae l’oggetto)
Un punto essenziale del gioco sta nel leggere attentamente tutto il testo che si trova su ogni carta, infatti i poteri dei singoli cavalieri o le particolarità degli eventi vanno studiati bene per essere sfruttati al meglio: e qui sta la difficoltà principale del gioco, ovvero riuscire a gestire tutti questi elementi, e per chi non ha dimestichezza con l’inglese può esserci una difficoltà aggiuntiva.
E il testo va letto bene dato che basta una disattenzione su un termine per vanificare una lunga manovra di avvicinamento; alcune imprese devono essere risolte da un solo Cavaliere, alcuni personaggi hanno poteri che permettono di eliminare avversari, le condizioni e la forza di una compagnia possono cambiare da un turno all’altro e quindi va tutto tenuto attentamente sotto controllo. Un ultimo consiglio: leggete attentamente l’elenco finale dei personaggi dato che anche lì si celano chiarimenti sulle abilità speciali più particolari.
Certo, si tratta sempre di un gioco di carte e quindi la fortuna ha una certa influenza: i personaggi non hanno la stessa potenza e pescare un Artù o un Lancillotto al momento giusto può fare una certa differenza, ma conta altrettanto la capacità di organizzare al meglio le proprie risorse.
Camelot Legends riesce a dare il feeling tipico dei giochi di carte collezionabili, come il poter combinare tra loro i poteri dei vari personaggi per portare a termine le imprese o danneggiare gli avversari, ma senza sobbarcarsi il costo di comprare bustine su bustine. E ha due pregi innegabili: l’ottima veste grafica (guardate che lista di disegnatori c’è nel regolamento) e la profondità nell’ambientazione, che ricrea tutte le situazioni delle saghe andando a sfruttare anche i personaggi minori (e qui va un plauso all’autore per la sua ricerca).
Dato che non è più una novità, e che non vi sono molti componenti, è possibile trovare questo titolo ad un buon prezzo, non fatevelo sfuggire se lo intravedete su uno scaffale. E se state cercando un film da vedere per creare l’ambientazione giusta per una partita dopo la visione, per favore, lasciate stare il recente King Arthur o assurdità tipo Il Primo Cavaliere e andate direttamente a riprendere Excalibur (il film, non la spada).