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Sideways – Rex Pickett

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traduzione di Ilaria Sparacimino
Hacca (Macerata, 2007), pag. 432, euro 14.00
 
Per quante e quanti avessero perso l’omonimo film o dopo aver gustato la pellicola vogliano altro ancora, Sideways, il romanzo di Rex Pickett, dirà ancora di vino e strade da fare. R. Pickett, autore californiano cresciuto a San Diego, ha scritto e diretto due film indipendenti; scrittore di sceneggiature decide di dedicarsi al romanzo e rischia il fallimento, poi fa: Sideways. Tanti rifiuti, prima del successo, il film; addirittura, nel 2006 la Writers Guild ha votato Sideways come una delle 101 migliori sceneggiature scritte nella storia del cinema. La trama parla d’un viaggio che segue le vie del vino. “Una spensierata settimana di vacanza fra i vigneti della vallata californiana di Santa Ynez, a suggellare l’addio al celibato di Jack, dongiovanni esuberante, un tempo attore di qualche notorietà che possiede l’arte d’attraversare la vita senza crucci, insieme all’amico di lunga data Miles, grande esperto di vino, insegnante e scrittore frustrato, reduce da un divorzio e incapace di guardare avanti e affrontare realmente il futuro”. Le tappe proporranno piccole avventure vergate dall’ausilio delle vecchie tre divinità: bacco, tabacco, venere. Baldorie che potrebbero persino cancellare le fasi di preparazione d’un matrimonio come una vita da scrittore. I due amici incontrano donne, assaggiano grandi – spesso – quantità di vini pregiati. Nel frattempo dialogano fra loro, si parlano tanto. La prosa di Pickett è in grado di restituire senza inutili alterazioni la faccia d’una quotidianità che è normale. Leggerezza di stile, per raccontare. Una narrazione che guidata negli ambienti di dialoghi essenziali quanto necessari assorbe le sfumature di vite legate a volte a tavolini di locali. Stanza, stanze (meglio) d’alberghi a farsi metafora d’altro. Lo scenario spettacolare sul quale la storia vive è quello classico della solitudine. Ma anche, a sprazzi, delle solitudini accolte da tante vicende umane sovraumane. Fra i passaggi più intensi del romanzo d’esordio di Rex Pickett l’appuntamento casuale con una caccia ai cinghiali. Sempre con l’assistenza di donne, anzi d’una donna, che fa conoscere cose sconosciute. Pickett non ricorda parenti illustri degli States, eppure ha costruito qualcosa di così leggero da presentarsi a livello di racconto a fumetti. Certamente mancano le nuvolette, i disegni, ma i generi in particolari occasioni non sempre sanno distinguersi per immagini.  

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