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Dal basso dei cieli – Marilena Moretti e Peppo Parolini

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Non è solo questo linguaggio di strada e di cielo, non è solamente la lingua, il linguaggio che batte i piedi nelle droghe e nella strada. Dal basso dei cieli, che è veramente un libro scritto a quattro mani, nonostante si capisca perfettamente chi tiene in mano le redini delle vicende, è il romanzo che Marilena Moretti scrive con il corpo di Peppo Parolini. Parolini, proprio lui. Peppo Parolini che sognava e agiva, un uomo degli underground non per finzione teatrale. Ma per vita vissuta. Quest’opera parla del genio e dell’estro dell’uomo libero appiccicato fino all’ultimo alle sue sigarette, e legato alle droghe provate e tenute negli anni suoi. Dove il racconto del protagonista Peppo è in grado, grazie alla verità di chi ha fatto di tutto per scoprire tutte le felicità, di raccontare persino la favola bella e sorridente degli anni sessanta e il passaggio agli anni settanta, l’ascesa del consumo delle droghe e il nome e cognome delle droghe utilizzate oltre che in che maniera e con quali predisposizione erano assunte. Poi le carceri. E le proteste. Lui aveva e consegnava al prossimo “il gusto dell’eccesso e dello sberleffo”. Peppo Parolini, dobbiamo gridare con tutto il dolore che scuote la gola, Peppo Parolini ha conosciuto galera, manicomio, letto di contenzione. Una vita che è stata romanzo – film. Per questo motivo inutile parlare della lingua, eccetera. Al di là del fatto che Dal basso dei cieli si legge con gusto e da riflessioni da mettere in piedi. Fra le esperienze più importanti della pubblicazione, il sentire le voci e il peregrinare di tossici e detenuti, figure spesso fra l’altro coincidenti. Imparare, si può anche imparare molto da questo libro. Per esempio, seguendo la scia dei tossici e i loro sentimenti disegnati sul campo dalla scrittura contenuta nel romanzo. Un pezzo della storia italiana (e molto probabilmente non solo di quella italiana) viene fuori dalle pagine di questo testo firmato da Marilena Moretti e Peppo Parolini, e che a quest’ultimo infine è dedicato. Rendere omaggio non basta, occorre portare e provare rispetto sulla tomba che il cielo basso basso di Peppo mantenga per lui. L’Italia, fortunatamente, è stata anche Peppo Parolini, è non solo le pistole e i manganelli, non la nazione dell’odio assoluto e stop, ma pure il Paese di chi ha sognato e fatto felice esistenza dolorante e doloroso felice esistente.

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