peQuod Edizioni
Poesia
Pagg. 92
ISBN 9788860683908
Prezzo Euro 15,00
La sofferenza di vivere
E con questa sono tre le sillogi scritte da Daniela Raimondi che ho avuto la possibilità e il piacere di leggere. In questa poetessa è sorprendente la capacità di non ripetersi, di trovare nuove tematiche realizzate in modi diversi, con uno stile che è riconoscibile solo dopo un’approfondita lettura e rilettura. In Avernus c’era il prima e il dopo la scomparsa di una persona (in questo caso il padre della poetessa), in I fuochi di Manikarnica si parla di viaggi, mentre in questa nuova opera si racconta soprattutto del dolore di alcune donne, per lo più famose, ma non mancano anche quelle che costituiranno solo un ricordo per gli affetti più vicini. Così si va da Koku Istambulova, appunto la donna più vecchia del mondo (Non conoscevo il mare / solo le verdi onde del grano, / il tormento dei fiumi a novembre. / Sono nata di notte sui monti, / tra il canto dei lupi e le grida dei cinghiali./ Sono cresciuta in un paese di poveri, / dove il pane era fatto di fatica e sudore / e la morte era la rosa più bella. /…) alla sfortunata pittrice messicana Frida Kahlo (Presi l’autobus di corsa, / senza sapere che quel piccolo salto per salire / era già segnato dal destino. / Il tram ci venne incontro / come un toro furioso. / Mi infilzò, / sollevandomi verso il cielo come un trofeo./ Il sacchetto di polvere d’oro / del gringo che mi sedeva accanto / esplose nello scontro, /riempì il cielo con una pioggia leggera e lucente../…). Poi ci sono altri personaggi femminili, tutti segnati dal dolore, da donne per niente famose, come l’anonima aspirante suicida, e altre che hanno avuto non dico la fortuna, perché negli specifici casi sarebbe quasi blasfemo parlare di fortuna, bensì l’opportunità di essere ricordate per diversi motivi, come la progenitrice Eva (Dio mi cacciò dal Giardino / e pose ad oriente dell’Eden ( sette cherubini dalle spade folgoranti. / …) o la scrittrice Silvia Plath, la demente Isolina (Isolina ride per strada, / muove le mani nell’aria / e saluta lo stormo di passeri in cielo. / Poi si siede nel metro di luce / che viene dal mare / e mangia un gelato, si lecca le dita. / Qualcuno la chiama ‘la scema’. / Lei rimane nello scarto di terra / fra la spiaggia e la vite./ Aspetta il pirata che sbuchi dall’orto, / la nave che vola sui prati. / …); Non potevano inoltre non esserci la scrittrice Marguerite Duras e l’attrice Marylin Monroe.
Quindi, personaggi noti e sconosciuti accomunati, più che dal dolore, dal senso del dolore, da quella marcatura iniziale che li accompagnerà in tutta la vita, e si tratta sempre di donne, la parte più succube della nostra umanità, per la quale vivere la sofferenza è pur sempre un vivere.
Verso dopo verso si viene formando un requiem che avverte chiaramente il nostro animo, una musica solenne e al tempo stesso semplice per celebrare sofferenze che ci vengono piano piano svelate, vite perdute nel solco di un destino che grida forte il dolore di vivere.
Da leggere.
Daniela Raimondi è nata in provincia di Mantova e ha trascorso la maggior parte della sua vita in Inghilterra. Ora si divide tra Londra e la Sardegna.
Ha scritto due romanzi, La casa sull’argine (2020) e Il primo sole dell’estate (2023), pubblicati da Nord, ambedue successi di pubblico e critica, tradotti in più di dieci lingue. Alla scrittura in prosa ha affiancato da sempre una personale ricerca nella poesia. Una raccolta antologica di sue poesie in edizione bilingue, Selected poems, è stata pubblicata da Edizioni Gradiva, New York nel 2013. Nel 2012 è stata selezionata per rappresentare l’Italia all’International Poetic Tournament in Slovenia, dove ha ottenuto il Premio del Pubblico.