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SHOrT! – Spari di inchiostro per vite riciclate – Vincenzo Trama

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Edizioni Il Foglio 2024

ISBN 9791256860036

Con il passare degli anni provo una crescente propensione per i libri in cui viene rispettata quella che definisco “la regola dell’essenzialità”. Non si tratta di un dogma stilistico, ma di un patto dello scrittore con se stesso: tutto ciò che si inserisce in un romanzo deve essere irrinunciabile, se no va tagliato.

La principale conseguenza che tale regola porta con sé è l’impossibilità per il lettore a saltare un paragrafo del testo senza restare disorientato. “Perché il lettore dovrebbe saltare frasi, paragrafi e addirittura pagine del libro che si sta godendo?”. Ci sono tanti motivi, ma se cominciamo a togliergli la tentazione di farlo, abbiamo risolto metà del problema.

“SHOrT! – Spari di inchiostro per vite riciclate” di Vincenzo Trama (Edizioni Il Foglio 2024) rispetta in pieno la regola dell’essenzialità. Quindici racconti, quindici ambientazioni, quindici protagonisti o poco più, storie veloci e letali come proiettili in cui ogni parola è indispensabile e deve essere gustata.

Un tempo lo avrebbero definito “bestiario umano”, una sfilata di caratterizzazioni che rappresenta l’uomo nelle diverse tappe della vita. Trama preferisce abbassare l’asticella dell’età e riportarla al periodo che va dalla fine dell’adolescenza al momento che precede la nascita di una nuova famiglia. Una decina di anni all’interno dei quali si muovono fidanzati, musicisti, illusi, suburbani, nazisti, viaggiatori e motociclisti, ognuno alle prese con un momento che li definirà da lì in poi o da lì all’eternità.

La provincia si alterna a contesti cittadini in cui si muovono veri e propri rappresentanti delle diverse tribù umane: i vincenti e i perdenti a vita, l’amico in carriera e l’animatore del centro estivo, il sacerdote e il satanista per posa, soggetti che costituiscono gli estremi della catena alimentare che tutti ci contiene e ci classifica.

Il mio preferito? Il Blackster, il ragazzo che ascolta musica estrema, che chiama Faust il suo amico Fausto, che ordina la birra al pub con un grugnito e che rimanda il lettore al saggio più rappresentativo scritto da Vincenzo Trama, quello sul Black Metal e sulla musica satanica.

Concluso il volume e la sua disamina, bisognerebbe spendere due parole su un’altra regola fondamentale dell’editoria, quella che dice che non sta bene recensire i libri degli amici, di chi ha curato libri assieme al recensore, di chi pubblica romanzi con la stessa casa editrice. Ma questo paragrafo vìola la regola dell’essenzialità di cui parlavo all’inizio e, quindi, potete saltarlo senza paura di perdervi qualcosa.

 

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