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Intervista con Luca Barbato e Alberto Fichera

7 min read

BF PROJECT

BF Project nasce da una profonda storia di amicizia tra il batterista Luca Barbato e il sassofonista clarinettista Alberto Fichera e dal loro amore per le fusioni stilistiche nel jazz, traendo da questa esperienza la vera linfa ed essenza della musica ovvero la condivisione di visioni e sensazioni per creare emozioni. Tale progetto infatti non rappresenta il coronamento di un percorso bensì una parte fondamentale di un viaggio che i due artisti fanno sin dalla loro adolescenza quando ancora giovanissimi intrapresero gli studi musicali e le prime esperienze in band per poi farne la professione del domani. Al progetto discografico prendono parte diversi musicisti che sono stati in qualche modo anch’essi protagonisti delle diverse esperienze fatte dai due artisti negli anni, ai quali si aggiungono guests di fama nazionale quali il pianista Seby Burgio considerato il terzo pilastro fondamentale del progetto avendone curato tutti gli arrangiamenti, il bassista Mario Guarini, il percussionista Daniele Leucci e il trombettista Nicola Tariello.

“Smoothly” nella sua poliedricità e metamorfosi stilistica vuole essere un inno alla vita, affinché possa essere vissuta dolcemente, cogliendone nella semplicità la sua naturale evoluzione.

Tracklist:

Eyes of joy / Pareo / 4 U / Ellis Island / China Blues / Cumbao / Ramble / Lat-in-Soul / Smoothly / Summer funky.

Trp Music 2020

Disponibile su tutte le piattaforme digitali e in copia fisica 

Alberto Fichera e Luca Barbato hanno condiviso l’inizio dei loro studi e della loro carriera, ma entrambi hanno vissuto una storia artistica completamente diversa. Fichera proviene da numerose esperienze in veste di clarinettista soprattutto nell’ambito della musica classica, circuito che gli ha permesso di collaborare con artisti blasonati a livello mondiale, fra cui Ennio Morricone e Nicola Piovani, oltre a condividere il palco con l’Orchestra Italiana del Cinema con la quale si è esibito in Cina, mentre in Giappone ha calcato il palcoscenico, in qualità di primo clarinetto, con l’orchestra del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto. Sempre in contesti teatrali, ha collaborato anche con il “Teatro alla Scala” di Milano, con il “Teatro Massimo Bellini” di Catania e con il “Teatro Regio” di Torino. Poi l’approdo in un contesto stilistico pop rock come quello dell’Orchestra Giovanile di “Domenica In”, diretta dal grande (e compianto) maestro Pippo Caruso. Successivamente, l’incontro con il jazz grazie a Franco D’Andrea, Christian Meyer, Francesco Cafiso, Stefano Di Battista, Nicola Giammarinaro. Diverso, invece, il cammino professionale intrapreso da Luca Barbato, batterista fin dalla tenera età, che ha sempre frequentato ambienti di band e orchestre di varia natura grazie alla presenza del padre Salvo Barbato, anch’egli presente nel CD Smoothly. Ha seguito svariati seminari con artisti del calibro di Dave Weckl e Chris Coleman e ha stretto collaborazioni con molti musicisti di grande caratura come Maurizio Dei Lazzaretti, Ciro Manna, Nicola Giammarinaro, Mario Guarini (anche lui nel disco). Nel pop, invece, collabora stabilmente con la cantante Giovanna D’Angi. 

Sito ufficiale: www.bfproject.it

Facebook: www.facebook.com/BFprojectband 

Intervista

Davide

Ciao. “Smoothly” segue altri vostri lavori o è il primo a nome di BF Project?

Luca / Alberto

Ciao Davide. Piacere di conoscerti e di fare questa intervista con te.

Smoothly è il nostro primo lavoro di brani inediti.

Davide

Quali sono gli obiettivi artistici del BF Project?

Luca / Alberto

Innanzitutto vorremmo comunicare le nostre emozioni attraverso ciò che scriviamo.
La nostra musica rimarca molto la nostra amicizia ma anche le nostre seppur diverse personalità.

Davide

Questa la definizione di “smooth jazz”: “È un genere caratterizzato dalla semplificazione delle complessità armoniche e improvvisative del jazz, con maggior enfasi sulle melodie, con sonorità più rilassanti rispetto alla fusion o al funk, e quindi molto più orecchiabile e commerciabile soprattutto per quanto concerne la diffusione radiofonica”. Quale la vostra della vostra musica al di là delle etichette e loro definizioni?

Luca / Alberto

Ad essere sinceri, quando abbiamo concepito il progetto, non si è pensati ad essere più o meno funky o più o meno fusion, ma a fare musica cercando di mettere in risalto quella che è la nostra anima musicale. In qualche brano è emerso più il lato funk, in qualcun altro il lato fusion, o meglio ancora il latin-jazz, ma nulla è mai stato pensato con una logica strategico/comunicativa…semplicemente noi stessi e le influenze artistiche che abbiamo assorbito nella nostra carriera.

Davide

Come nasce “Smoothy” e intorno a quali temi e bisogni?

Luca / Alberto

L’idea nasce principalmente dalla voglia di esprimere sé stessi avendo condiviso insieme diverse esperienze musicali, tra le quali una delle più longeve fu una band jazz funk-fusion dove si eseguivano covers… Da quell’esperienza nasce la voglia di volersi raccontare non più tramite covers bensì attraverso delle nuove creazioni che ci identificassero. Questo progetto nasce senza alcuna pretesa con la semplice voglia di poter esprimere temi che riguardano la quotidianità e la vera essenza dell’uomo: l’amore, la gioia, la speranza, la spensieratezza.

Davide

I miei nonni, emigrati negli States, passarono da Ellis Island negli anni ’10 del ‘900, conoscendo il pregiudizio razziale e mortificanti situazioni come il “jigsaw puzzle” di Goddard e l’uncino che rovesciava le palpebre per verificare il tracoma, nemmeno disinfettato nel passaggio da uno all’altro. Perché avete scelto di ricordare con un brano quest’isola della speranza o, per chi respinto, delle lacrime?

Luca / Alberto

Non è un brano dedicato propriamente all’Isola di fronte a Manhattan, ma a ciò che essa rappresentava nell’immaginario collettivo di coloro che partivano dalle loro terre d’origine, per sfuggire alla povertà e alla miseria, sperando in un futuro migliore negli Stati Uniti…
Per molti la speranza si è concretizzata, passando dalla povertà alla ricchezza, per altri no, ahimè.
Il brano vuole in qualche maniera evocare, attraverso le ritmiche funk incalzanti, uno stato emotivo concitato.

Davide

Non sfuggono sonorità proprie degli anni ’70 scaturite da strumenti musicali dell’epoca come Hammond, Wurlitzer, Moog e Fender Rhodes. Anche musicalmente “Smoothly” sembra rivolgersi in particolare a quel decennio. Una cosa voluta?

Luca / Alberto

Certamente sì. Fin da subito abbiamo pensato che il disco doveva avere un imprinting sonoro dettato da strumenti reali senza l’utilizzo di Virtual Instruments o tastiere elettroniche. Ad esempio il suono di un Fender Rhodes vero è il risultato anche di rumori dettati dai vari meccanismi interni di cui è composto, gli ingredienti fondamentali che ci riportano con un naturale automatismo nei Settanta.

Davide

Ci presentate i diversi musicisti ospiti in questo vostro lavoro?

Luca / Alberto

Sin da subito abbiamo pensato ad un lavoro discografico che coinvolgesse professionisti di spessore ma sopratutto amici. Per questo l’album risulta ricco di collaborazioni siciliane con cui abbiamo avuto modo di collaborare negli anni con parecchi concerti live come nel caso di Seby Burgio, Salvo Finocchiaro, Salvo Barbato, Giacomo Patti ai quali si aggiungono Carmelo Venuto, Nicola Tariello, Daniele Leucci e Mario Guarini.

Davide

“La musica è la cosa che più assomiglia a un’idea pura. La musica è l’idea fatta cosa fuori di noi”, ha scritto Tiziano Scarpa. Cos’è per voi?

Luca / Alberto 

La musica per noi è un bisogno che detta la nostra esistenza. È l’unica arte che viene percepita soltanto con uno dei nostri cinque sensi. La musica non riusciamo a vederla, a toccarla, non ne sentiamo il sapore ma ci evoca ugualmente un’infinità di emozioni.

Davide

Una copertina e un booklet che esplodono di nitide immagini e colori chiari… perché dopo un anno e oltre di grigio pandemia? Cosa auspicate o temete per il futuro?

Luca / Alberto

La copertina, magicamente illustrata da Mario Sciuto, rappresenta questo arcobaleno di sensazioni che vogliamo trasmettere, ma anche il nostro modo di essere nella nostra vita. Entrambi siamo due persone abbastanza ironiche e con tanta voglia di poter trasmettere positività.

Davide

Cosa seguirà?

Luca / Alberto

Andare presto ad esibirci su palchi magari importanti, purché possiamo ritornare alla normalità.

Davide

Grazie e à suivre…

Luca / Alberto

Grazie a te!

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