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Intervista con Il Tipo Di Jesi

7 min read

Yeah Yeah Jesi!!

You Can’t Records, Digital release

Il Tipo di Jesi è Tommaso Sampaolesi, classe 1986, nato e cresciuto a Jesi, Ancona. Già cantante, chitarrista e compositore dei .cora che nel 2009 hanno pubblicato per Jestrai “L’aria che respiro soffoca”, album registrato e prodotto da David Lenci al prestigioso Red House Recordings di Senigallia. Nel 2016 decide  decide di mettersi in proprio e di raccogliere il materiale scritto negli anni per farne un disco solista. Decide così di contattare Davide Lasala dell’EDAC Studio di Fino Mornasco (CO) (all’attivo produzioni di artisti del calibro di Edda, Dellera, Paletti, His Electro Blue Voice) suscitando subito il suo interesse. I due decidono di collaborare e il risultato è “Pranzo rock in Via Trieste”, l’esordio da solista uscito nel 2018.
A luglio 2019 Tommaso torna in studio per registrare 6 nuove canzoni: la differenza di sound rispetto al disco precedente è notevole, c’è un maggiore utilizzo dell’elettronica e anche i testi si fanno meno cupi e più speranzosi, in alcuni punti aperti allo scherzo e all’ironia. L’insofferenza verso Jesi sembra alleviata da una maggiore serenità d’animo che fa pensare a questo disco come a una sorta di riconciliazione dell’autore con la sua città natale. Il titolo dell’album “Yeah Yeah Yesi!!” ne è la dimostrazione.
Nella voce di Tommaso è senz’altro distinguibile una vena grunge, ma nella musica si possono riconoscere influenze variegate che partono dai Beatles, passano per Neil Young per arrivare fino a Elliott Smith e Flaming Lips, senza escludere i nostri Rino Gaetano e Lucio Dalla e un certo cantautorato italiano contemporaneo. Nelle esibizioni dal vivo il Tipo di Jesi alterna oncerti da solista con soli chitarra acustica e mellotron a veri e propri live rock accompagnato da Francesco Coltorti (chitarra), Federico Giansanti (tastiere e synth), Matteo Stronati (basso) e Marco Bucciarelli (batteria).

Comunicato stampa Peyote Press

Prodotto da Davide Lasala

Registrato, mixato e masterizzato da Davide Lasala e Andrea Fognini presso l’EDAC Studio di Fino Mornasco (CO) tra luglio e settembre 2019

Il mare Adriatico / Kamikaze / La notte invece di dormire suona / Jesi non è Los Angeles / La domanda / La canzone col phaser

Intervista

Davide

Ciao Tommaso. Perché – come leggo dal comunicato stampa che ti riguarda – riconciliarti con la tua città, Jesi?

Tommaso

Ciao Davide! Riconciliarmi con Jesi suppongo fosse inevitabile… dato che ci devo vivere (risata).
Sarà pure che sono cresciuto (invecchiato?) e quindi col tempo ho imparato ad apprezzare quegli aspetti della provincia che in passato mi creavano insofferenze e malumori.
In questo disco ho cercato di vedere le cose sotto un’altra luce e prendermi meno sul serio. In alcuni casi ho provato a stigmatizzare quell’insofferenza verso Jesi tanto esasperata nel primo disco ricorrendo ad un maggiore uso dell’(auto)ironia. Volevo che fosse tutto un po’ più leggero e ho preso questa direzione a partire dal titolo del disco, “Yeah Yeah Jesi!!”, che è abbastanza scherzoso e giocoso.

Davide

Cosa continua e cosa cambia dal tuo precedente “Pranzo rock in via Trieste”, tuo lavoro d’esordio da te definito un “passaggio alla vita adulta”?

Tommaso 

Continua la parte cantautorale che sta alla base della scrittura dei brani. Infatti, come per “Pranzo Rock in Via Trieste”, l’origine delle canzoni è ancora frutto del tempo passato insieme alla mia chitarra acustica.
Resta poi uguale lo studio dove ho registrato il disco, l’EDAC di Fino Mornasco (CO), e la produzione artistica, sempre di Davide Lasala e Andrea Fognini.  Quello che è cambiato è la scelta artistica di produzione dell’album che è stata deliberatamente improntata verso un uso più importante dell’elettronica, servendosi maggiormente di strumenti come drum machine e synth. Volevo dare maggior risalto a queste sonorità e mi piaceva l’idea di sperimentare questi territori sonori. 

Davide

Perché pubblicare in digitale senza supporto fisico? Non pensi che questo possa avere dei limiti nel tempo (reperibilità) nonché di dispersione nel mare magnum della rete al di là dei vantaggi immediati, soprattutto economici?

Tommaso
Ho fatto questa scelta perché credo che tutto stia diventando sempre più “dematerializzato” e che anche la discografia, i cataloghi e le librerie musicali ma in generale tutto il materiale prodotto da un artista possa essere perfettamente conservato e consultato tramite supporti digitali immateriali. Credo che Spotify e simili siano il futuro, basti pensare a quanta gente oggi possiede uno smartphone con connessione dati e quanto questo mercato sia destinato ad aumentare nei prossimi anni. Credo che questo trend sia ormai inarrestabile ed è inevitabile, anche per le case discografiche, tener presente questo dato nello sviluppo del proprio business. In questo contesto quindi non ho ritenuto indispensabile la stampa fisica del disco considerando che chiunque ormai ha un account Spotify, Deezer, Apple music e simili o semplicemente ascolta musica da YouTube e quindi mi può ascoltare da tali piattaforme.

Davide

Ma veniamo alle tue canzoni. Cosa più ti premeva esprimere e comunicare da “Kamikaze” a “La canzone col Phaser”? Prova a farvi un racconto scorrendo i vari titoli.

Tommaso 

Ogni canzone chiaramente ha la sua storia. “Kamikaze” è una canzone di sfogo e di insofferenza verso una certa logica propria del mondo del lavoro che vede i lavoratori dipendenti come un un numero che deve generare profitto all’azienda, senza sé e senza ma. L’ho chiamata “Kamikaze”  perché se mai i miei capi dovessero ascoltare il testo di questa canzone sarebbero guai grossi per me (risata).
“La notte invece di dormire suona” è la canzone romantica del disco e si attacca un po’ al brano “Tione, la nebbia, le montagne, tu” contenuto nel primo album. È una canzone d’amore che racconta i primi passi di avvicinamento tra due persone chiuse al riparo del loro rifugio sicuro. Mi sono immaginato una scena notturna in cui l’uomo suona una dolce confessione d’amore e promessa di protezione alla sua amata. “Jesi Non è Los Angeles” è un’ironica sdrammatizzazione dell’insofferenza verso la mia città tanto esasperata in “Pranzo Rock in Via Trieste”. “La domanda” e “La canzone col Phaser” invece riprendono un po’ il filone del primo disco trattando temi più intimi e personali.

Davide

Dai Beatles ai Nirvana, da Neil Young ai Flaming Lips ad alcuni cantautori italiani ecc… Questi  alcuni degli artisti che ti “scorrono dentro”. Influenza infatti un tempo significava “fluire o scorrere dentro”. Cosa più ti colpisce e ti attraversa di un artista o di un gruppo o di una musica da sentirne un’influenza o un lascito sulla tua vita e sulla tua creatività?

Tommaso 

Mi colpisce il sentimento e il coinvolgimento che l’artista esprime e racchiude nelle sue canzoni e la sincerità delle emozioni espresse.  Le storie di quegli artisti e band, le loro sventure, sofferenze, speranze, ci fanno sentire quelle canzoni a noi vicine, ci consolano e ci accompagnano in molti momenti importanti della vita. Sono musiche che ci rimangono scolpite addosso perché diventano una parte di noi stessi e necessariamente formano, inconsapevolmente o meno, quella fonte ispiratrice da cui si sviluppa la linfa creativa delle proprie creazioni originali. 

Davide

Perché fare musica, canzoni?

Tommaso

Ognuno ha la sua motivazione, per me è un’esigenza che sento dentro e nella mia mente c’è sempre qualche idea che gira per una nuova canzone o un arrangiamento.  Mi piace scrivere un pezzo e farlo ascoltare alla mia ragazza, ad un amico e poi magari, se la canzone è valida, ad un pubblico più ampio. Credo che in molti casi scrivere canzoni sia una sorta di auto-terapia che permette di affrontare un aspetto importante di se stessi o della propria vita che magari spaventa o blocca. In altri casi può essere semplicemente un canto di gioia e liberazione a voler esprimere qualcosa di bello che fa sentire vivi.  Per un autore è una bellissima sensazione di gioia scrivere una canzone che lo soddisfi e che per lui significhi qualcosa di importante. Se poi la canzone arriva a toccare anche le anime di altre vite allora la gioia diventa estasi.

Davide

Cosa seguirà?

Tommaso

Spero tanti concerti in tutta Italia, quando ripartirà il settore dello spettacolo, per poter far ascoltare la mia musica a quante più persone possibili.  Per adesso l’obiettivo è di promuovere “Yeah Yeah Jesi!!” nel miglior modo attuabile, poi più avanti si penserà a nuova musica.

Davide

Grazie e à suivre…

Tommaso

Grazie a te Davide, è stato un piacere.

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