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Nel paese delle ragazze suicide – Angela Buccella ed Eliselle

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“Da qualche parte, in una discoteca di Milano. Esistenze giovani e disperate ingannano se stesse con l’apparenza della felicità. Vite che si incrociano nel nome della chimica e della house riempiono lo spazio di una notte in cui ragazze belle come angeli si bruciano le ali nei bagni sporchi del locale”. Il nuovo viaggio narrativo, vissuto a quattro mani, di Angela Buccella e di Eliselle, è presentato proprio in questa maniera, in questo modo esatto; con tutto ciò che ne consegue e tutto quello che anticipano le parole prima d’essere messe in forza per il racconto. Le parole sono tutte stonate, acide. Sono carne martoriata. La narrazione accoglie i deliri e i soprusi, le droghe i cessi delle discoteche. La sopravvivenza di una ragazza che deve mantenersi da sola per studiare, e non è l’unica. Allora, non basta proprio ballare sul cubo. Dunque la disco è anche il pezzo di città dove ci mettono tutti i modi più disperati di arrotondare. E il sesso concesso a ore, e il corpo dato in affitto sono minuscola particella di ciò. La storia ci racconta poi come in questa sala “gigante”, rappresentativa sicuramente di altri piccoli emisferi metropolitani (soprattutto), il maschio e maschio e “fico”, specialmente quando comanda. Gli angeli, vittime belle e più forti del carnefice, si dovrebbero sottomettere. Ma a volte succede che non proprio il film per intero giri come vorrebbe il dominatore. E’ il finale a rivelare questo particolare, importantissimo. Comunque, gli angoli e il centro del volume delle due autrici affermano pure altri destini. L’amore che corre o non corre fra uomo e donna, ma anche fra donna e donna. Quando fra donna e donna magari non scorre amore s’insinua la passione e il gusto della scoperta, e il delirio assordante del cervello. La mente dice che deve per forza essere un sogno. Però di sogno non si tratta. Le personalità femminili che vengono fuori dal foglio per entrare nella testa di chi legge sono belle e contemporaneamente bruttissime nonostante, spesso, il loro aspetto fisico a dir poco gradevolissimo, gustoso; ma grazie alle loro voci si capisce che sono tutte soggettività da amare, che sono belle, non bambole. Donne quando pure anno solamente una quindicina di anni, e che quelle più mature sono più accattivanti ancora. Sono tristi e felici, convinte di essere felici. Da innamoramento. Il dj arrapato e conquistatore delle bimbe, il porco trentenne che si aggira (spesso in gruppo) in cerca di fanciulle o fanciulli, dotato di soldi e a certe volte di cocaina è spiaccicato sulla carta, perché esiste. Angela Buccela è riconoscibile nella lettura. Le ambientazione di Nel ragazze delle paese suicide sono al lei congeniali. Il suo stile è frammentato, sconvolgente, emozionante davvero. La cifra stilistica di Eliselle, come al solito è ugualmente coinvolgente, emozionata sempre. Queste due giovani e brillanti autrici sono riuscite a mettere insieme gli sguardi, a tenerli in direzione unica, senza perdere quel loro ovviamente specifico punto di vista. Questa nuova prova di Eliselle e Buccella conferma quanto le scrittrici in questioni siano passionarie, e bella se sentire.

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