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Il cuoco dell’Alcyon – Andrea Camilleri

6 min read

Sellerio Editore Palermo

Narrativa romanzo

Pagg. 251

ISBN 9788838939440 

Prezzo Euro 14,00

Un Montalbano che non ti aspetti

Se uno si aspetta il solito poliziesco con protagonista il commissario Salvo Montalbano resterà quasi inevitabilmente deluso dalle prime pagine, ma poi se avrà la volontà e la costanza di proseguire nella lettura troverà un’opera di Camilleri che stupisce, perché diventa un romanzo d’azione. Niente più giornate al commissariato di Vigata nell’attesa che accada qualcosa, niente più porte sbattute da Catarella, insomma ora che non è più giovane Montalbano si deve inventare anche un’alta tensione e menare, se del caso, le mani e non solo quelle. Il cuoco dell’Alcyon inizia con uno sciopero in un cantiere navale i cui operai vengono licenziati per il mero interesse del proprietario, grande giocatore d’azzardo e tombeur des femmes. E’ ovvio che il commissario prenda la parte degli scioperanti, ma non fa solo questo, perché si permette, con la rapidità di un serpente che morde, di dare uno schiaffo al proprietario, indifferente al suicidio di un operaio disperato. Passa pochissimo tempo e dopo un colloquio con il questore con cui notoriamente non va d’accordo gli viene imposto di prendere alcuni giorni di ferie, dati i notevoli arretrati delle stesse. Però, in questo periodo di assenza dal lavoro che trascorre a Genova dalla fidanzata Livia, a Vigata avviene qualcora d’incredibile: si smobilità il commissariato, o meglio Montalbano viene radiato, Augello, Catarella e Fazio sono trasferiti o in altri incarichi o in altre dipendenze della questura. Perchè questa sorta di colpo di stato, che inalbera giustamente Montalbano tanto da  meditare una mossa al contrario? Mi fermo qui, perché da questo momento prende il via un avvincente romanzo d’azione e ci sarà anche la risposta a tutte le domande. Ovviamente, cambiando la tipologia dell’opera, il ritmo aumenta di velocità, circostanza che il lettore non potrà che apprezzare perché la vicenda è una di quelle che tiene con il fiato sospeso. Camilleri, al riguardo, dopo l’ultima pagina riporta una nota in cui dice che il racconto era nato una decina di anni prima come soggetto di un film italo-americano, progetto questo che poi non andò in porto, e che di conseguenza aveva utilizzato l’allora sceneggiatura adattandola alla forma tipica del romanzo. La precisazione mi è parsa solo una notizia, e non tanto una giustificazione, perché l’opera corre via che è un piacere, con non infrequenti rallentamenti dovuti più che altro alla necessità del lettore di comprendere l’esatto significato di alcune parole, scritte, come il resto, nel tipico siciliano italianizzato inventato da Camilleri. Peraltro, più che in altre occasioni sono presenti situazioni esilaranti, perfino nella parte di romanzo d’azione che pure è caratterizzato da un’alta tensione. Insomma Il cuoco dell’Alcyon è una piacevolissima sorpresa, visto che si ride, si sta in ansia, si desidera arrivare alla conclusione con la massima celerità perché si agogna sapere come finirà una vicenda dalla trama intricata, ma dal ritmo indubbiamente assai veloce.

Nato a Porto Empedocle (Agrigento), Andrea Camilleri ha vissuto per anni a Roma. 
Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, “una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura”.  S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista.
Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio St Vincent.
Dal 1948 al 1950 studia regia all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e inizia la sua attività di sceneggiatore e regista.
Perde un concorso per diventare funzionario Rai, ma dopo qualche anno inizia a lavorarvi.
Nel 1958 porta in Italia il teatro dell’assurdo di Beckett con Finale di partita, prima al teatro dei Satiri di Roma e poi in televisione con Adolfo Celi e Renato Rascel.
Insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Molte le produzioni Rai di cui si occupa, particolarmente famosi gli sceneggiati del tenente Sheridan con Ubaldo Lay e “Le inchieste del commissario Maigret” con Gino Cervi. Nel 1977 ottiene la cattedra di Istituzioni di Regia all’Accademia di Arte Drammatica. La manterrà per vent’anni.
L’esordio in narrativa è del 1978 con Il corso delle cose pubblicato da un editore a pagamento ed è un insuccesso.
Nell’80 pubblica con Garzanti Un filo di fumo, il primo romanzo ambientato nell’immaginario paese di Vigàta e con questo romanzo vince il Premio Gela.
Per 12 anni non escono più suoi romanzi.
Nel 1992 pubblica per Sellerio La stagione della caccia. Nel 1994 con La forma dell’acqua dà vita al personaggio del commissario Montalbano, protagonista di una nutrita serie di romanzi. Da quel momento la sua produzione è molto ricca e il successo immenso.
Alla fine del 2002, accetta la nomina a direttore artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto.
Nell’aprile 2003, in onore a Camilleri, il comune di Porto Empedocle assume come secondo nome «Vigàta».
Il 4 settembre 2008 vince il premio de Novela Negra RBA con un inedito in lingua spagnola dal titolo La muerte de Amalia Sacerdote pubblicato in Spagna nell’ottobre 2008 ed in Italia nel 2009 con il titolo La rizzagliata.
Tra i premi che gli sono stati conferiti ricordiamo il Premio Campiello 2011 alla Carriera e il Premio Chandler 2011 alla Carriera.
Tra le sue opere più recenti che non hanno come protagonista il commissario Montalbano: Il diavolo, certamente (2012), Dentro il labirinto (2012), Il tuttomio (2013), La rivoluzione della luna (2013), Come la penso (2013), Inseguendo un’ombra (2014), Segnali di fumo (Utet 2014), Il cielo rubato. Dossier Renoir (Skira 2014), Andrea Camilleri incontra Manuel Vázquez Montalbán (Skira 2014), La relazione (Mondadori 2015), Il quadro delle meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema (Sellerio 2015), Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigàta (Sellerio 2015) Topiopì(Mondadori 2016), La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (Sellerio 2016), La mossa del cavallo (Sellerio 2017), La rete di protezione (Sellerio 2017), La targa (Rizzoli 2017), Esercizi di memoria (Rizzoli 2017). Tra il 2018 e il 2019 insieme ai romanzi della serie dedicata al commissario Montalbano, Il metodo Catalanotti e Il cuoco dell’Alcyon, (Sellerio) vengono pubblicati da Mondadori i suoi racconti gialli, Km 123, e da Salani i racconti illustrati con protagonisti gli animali, I tacchini non ringraziano, la pièce teatrale Conversazione su Tiresia (Sellerio) e i racconti dedicati alla sua casa di campagna a Porto Empedocle, La casina di campagna, del piccolo editore siciliano Henry Beyle.
Andrea Camilleri si è spento il 17 luglio 2019 all’età di 93 anni, dopo aver pubblicato più di cento libri, romanzi, saggi, opere teatrali, fumetti, poesie e dopo aver inventato un nuovo linguaggio, misto di italiano e siciliano. Nel 2003 è stato insignito, su iniziativa del Presidente della Repubblica, dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

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