Il colonnello Arcieri e l’inverno della Guerra fredda
TEA Edizioni
Narrativa romanzo
Pagg. 304
ISBN 9788850248339
Prezzo Euro 15,00
Il doppio gioco è di scena
L’inizio del periodo oscuro italiano avviene il 12 novembre 1969 con l’attentato alla filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano. L’ex colonnello dei carabinieri Bruno Arcieri, già in pensione, in quell’occasione riceve un incarico che lo conduce sul luogo della strage (l’altro romanzo Non è tempo di morire), ma poi, terminato il lavoro, decide di chiudere definitivamente, di ritornare a una vita normale con la nuova compagna e con un gruppo di giovanissimi amici di una “Comune” con i quali intende mandare avanti una trattoria a Firenze. Però il lavoro dei servizi segreti non cessa mai, nemmeno con la quiescenza, e capita così che il imaggiore Bertini, capo della sua sezione, lo coinvolga in un nuovo caso, con la promessa che sarà l’ultimo. Non sto a spiegare la storia che è complicata non poco, ma veramente avvincente; dico solo che si parla di servizi deviati, del tentativo di eliminare questi traditori, insomma una vera e propria spy story. La creatività di Leonardo Gori si è sbizzarrita alquanto con l’invenzione di un rifugio in cui preparare il tutto (una villa toscana in abbandono), con il far trovare vecchi personaggi (oltre a Bertini, infatti sono presenti Daniele, Nanette, il commissario Bordelli, il maresciallo Guerra), non facendone mancare di nuovi (l’agente Zero, il cuoco Max, il padrone della villa, una ragazzina un po’ strana e il suo ragazzo); le descrizioni e l’ambientazione sono ineccepibili, come anche la ciliegina sulla torta di far rendere parte dell’operazione, pur non essendo mai presente, la sua ex Elena Contini. Inoltre, poiché lo spunto è dato dall’inizio dello stragismo in Italia, campo che è storicamente ancora nebuloso, non sapendo chi sia stato il regista di questi anni di piombo, l’autore riesce a stare abilmente alla larga, cioè non approfondisce, perché anche lui non sa nulla di più di quanto sappiamo noi, ma anche se lo sapesse eviterebbe di parlarne, per ovvi motivi. Inoltre, il fatto che è palpabile la presenza di personaggi che fanno il doppio gioco, proprio sul piano della spy story Gori non va in là più di tanto, lasciando al massimo indizi, senza approfondire. Insomma, ciò che si apprezza nel romanzo è tutto quanto ho esposto fino a ora, senza tralasciare lo stile, con un italiano che forse non è corrente, ma che è impeccabile e che non può che piacermi. E’ bello L’ultima scelta e ho trovato che, al mio giudizio, è pari a Nero di maggio e a Il passaggio, le due opere con protagonista Arcieri che fino a prima che iniziassi la lettura di questo romanzo ritenevo le migliori scritte da Leonardo Gori. Questa non è da meno, è avvincente e quindi è senz’altro da leggere.
Leonardo Gori è uno scrittore italiano, autore del ciclo di romanzi di Bruno Arcieri, capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta. Il primo romanzo, Nero di maggio, si svolge nella Firenze nel 1938; seguono Il passaggio, La finale, L’angelo del fango (Premio Scerbanenco 2005), Musica nera, Lo specchio nero e Il fiore d’oro, gli ultimi due scritti con Franco Cardini. La serie di romanzi è in corso di riedizione in TEA. Ha scritto anche thriller storici ed è stato co-autore di saggi sul fumetto e forme espressive correlate (illustrazione, cinema, disegno animato).