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Intervista con Entropia

13 min read
 
L’idea originaria di October is Coming nasce nel quadro di una serie di sonorizzazioni di film muti delle avanguardie storiche operata a più riprese da Entropia e che hanno impattato le produzioni discografiche del gruppo in vari momenti e che molto probabilmente riguarderanno anche lavori futuri.
Dopo aver affrontato autori provenienti dal surrealismo, dall’espressionismo, dal futurismo e dal dadaismo, l’interesse di Entropia si è spostato verso i lavori innovativi di Dziga Vertov e Sergej Ėjzenštejn, e verso Ottobre, uno dei monumenti del linguaggio cinematografico del primo novecento.
 
Il linguaggio usato da Entropia prevede l’impiego di strumenti elettro-acustici ed elettronici, un crossover di stili in bilico fra rock industriale e tribalismo elettronico in cui si inseriscono suoni, temi, voci, campionamenti provenienti dall’immaginario storico della fase storica narrata.
Stralci di cori e di suoni dì orchestra provenienti dalle opere di Sergej Prokof’ev, cori dell’Armata Rossa, frammenti sonori dalle opere di Vertov e dei futuristi russi sono riprocessati in queste quattro parti in cui October is Coming è suddiviso. La struttura compositiva è quella di una suite, in bilico fra il rock-progressive e il mixing di un dj, divisa in quattro movimenti ognuno dei quali è costituita da varie sezioni collegate.
L’album è uscito il 7 novembre del 2017, a cento anni dall’evento, preceduto da una versione remixed che contiene delle versioni rimixate e in alcuni casi rimontate e di durata ridotta dei quattro movimenti.
 
La complessità realizzativa della sonorizzazione di “Ottobre” e i diversi impegni del gruppo li indussero ad accantonare l’idea che prevedeva l’impiego di campioni e suoni destrutturati presi dall’immaginario sonoro dell’epoca. Nel 2017, in concomitanza con il centenario della Rivoluzione d’Ottobre, l’idea è stata ripresa considerando il grande impatto che questo grande evento di massa ebbe anche nell’arte e nella cultura.
Le avanguardie russe esplosero con la rivoluzione nella loro creatività ed emersero grandi innovatori come Sergej Ėjzenštejn, Dziga Vertov, Leon Theremin o Vladímir Majakóvskij. Fu un momento importante di rinnovamento dei linguaggi artistici e di slancio politico sociale in tutto il mondo.
Ma per realizzare October is Coming Entropia ha deciso di escludere il film di Sergej Ėjzenštejn e, anziché realizzare una colonna sonora costruita su un’opera preesistente, ha realizzato un video originale basato sulla manipolazione digitale di immagini di repertorio.
Il flusso narrativo seguito dal video e dalle musiche si identifica in quattro fasi ritenute “chiave” negli avvenimenti storici originati:
La Russia dilaniata dalla guerra che di fatto sta perdendo, The Great War.
La Rivoluzione di Febbraio che depone l’aristocrazia per un governo borghese che non riesce a risolvere i problemi urgenti del paese, Revolution in February.
Le Tesi di Aprile enunciate da Lenin dopo il suo rientro in treno attraverso i territori nemici che indica la strategia rivoluzionaria dei bolscevichi, The April Theses.
La caduta del governo provvisorio di Kerenskij e la presa del palazzo d’inverno, The Winter Palace in October.
 
October is Coming Video-Sequence
The Great War: https://youtu.be/g3JQcVoaw20
Revolution in February: https://youtu.be/h5bzz0Kf8JI
The April Theses: https://youtu.be/jrpmc885gN8
The Winter Palace in October: https://youtu.be/wioON5adsZo
 
 
Tracklist
1.The Great War
2.Revolution in February
3.The April Theses
4.The Winter Palace in October
 
Line up
Amptek Alex Marenga: drum machines, electric bass, electric guitars, samples, synthesizers
Dr.Lops: synthesizers, samples, modular synths
 
Intervista
 
Davide
Ciao. Ottobre è un film del 1928 diretto da Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. Il primo cortometraggio, o uno dei primi, di Dziga Vertov è L’anniversario della Rivoluzione, del 1919. Cosa hanno oggi da dirci ancora quel cinema, quella ricca ma ormai lontana epoca di avanguardie e la stessa Rivoluzione d’ottobre?
 
Entropia
Sergej Michajlovič Ėjzenštejn e Dziga Vertov hanno contribuito a definire il linguaggio cinematografico e visuale dei decenni successivi. Questi autori, insieme a vari altri esponenti delle avanguardie storiche (come Futurismo, Dadaismo, Surrealismo), hanno persino anticipato l’estetica del digitale, come le varie sonorizzazioni ai loro film da parte di vari artisti contemporanei testimoniano. “L’uomo con la macchina da Presa” di Vertov (del 1929) è fra i film oggetto di commenti sonori live e realizzazioni discografiche degli ultimi anni da parte di innumerevoli autori (come quelle di Biosphere o della Cinematic Orchestra). Il cinema commerciale utilizzò solo alcuni elementi delle innovazioni delle avanguardie, quelle compatibili con una produzione  filmica commerciale. Moltissime idee delle avanguardie storiche trovano, invece, compatibilità con l’attuale sviluppo dell’estetica e del linguaggio. Del resto molti protagonisti di quella sperimentazione proveniva dal mondo pittorico che in quel momento era impegnata nella dissoluzione delle forme.
La Rivoluzione D’Ottobre è stata un grande evento di massa che ha avuto conseguenze globali andando ad innescare una serie di azioni e reazioni anche sotto il profilo culturale.
La Rivoluzione bolscevica è un evento che non può essere visto come isolato, si colloca all’interno di un flusso storico che si propaga nel tempo e nello spazio e ancora oggi movimenti e stravolgimenti avvengono, nel mondo, a seguito di questa tendenza.
Gli eventi del 1917 fanno parte di un primo grande scossone che la società occidentale trasformata dal progresso tecnico diede alle vecchie sovrastrutture ottocentesche, sia sotto il profilo politico che anche culturale. Curiosa è l’interazione fra alcune innovazioni sviluppate nel periodo post-rivoluzionario e la cultura contemporanea come la grande diffusione attuale dell’eterofono, strumento con le antenne ideato nel 1919 da Lev Sergeevič Termen e precursore dei synth di Moog.
 
Davide
Sì, ne possiedo uno (di Theremin, intendo) ed è uno strumento musicale ancora incredibilmente attuale, non databile come altra elettronica analogica. In fondo anche la musica, specialmente quella elettronica o industrial a cominciare dalla musica concreta di Schaeffer e del G.R.M.C., è fatta di “montaggi”… La critica più legata al regime accusò il regista Ėjzenštejn di eccessivo sperimentalismo ed estetismo. Vertov invece cercava una fedeltà alla verità (film-manifesto al riguardo fu Kinoglaz del ’24) in un modo così radicale da non piacere agli apparati politici comunisti. Cosa avete usato delle teorie estetiche e sperimentali di questi due grandi registi sovietici, a cominciare da quelle del Montaggio delle attrazioni e dei  successivi Montaggi  intellettuale, Verticale e Organicità e Patos di  Ėjzenštejn?
 
Entropia
L’uso del montaggio nel cinema ne ha rivoluzionato il linguaggio e spesso non si tiene conto delle enormi possibilità che queste tecniche offrono anche nella costruzione compositiva.
Dalla ricerca di Schaeffer con i nastri magnetici l’uso di materiale pre-lavorato a cui dare un senso estetico attraverso una fase di editing si è sviluppata in modo vertiginoso.
Negli ultimi 20 anni la nuova popular music elettronica ha recuperato le sperimentazioni delle avanguardie e con l’ausilio delle tecniche di campionamento è stato possibile creare nuovi lessici sonori. Abbiamo utilizzato in questo lavoro vari elementi prelevati dall’immaginario sonoro sovietico, compresa la voce di Lenin.
Le tecniche di montaggio impiegate nel cinema di Ėjzenštejn trovano delle analogie nell’impiego che si fa del materiale sonoro, in particolare dei suoni d’ambiente.
È fondamentale superare l’uso meramente iconografico del suoni concreti anche se in una struttura musicale senza testi è quasi inevitabile che si ricorra ad alcuni di questi escamotage, come l’uso del rumore del treno o degli spari.
Ma al di là delle tecniche che sono servite a dare alla composizione un percorso di tipo narrativo, in assenza di testi, abbiamo utilizzato strumenti, come la “sintesi granulare”, in grado di scomporre i suoni originari in particelle più piccole e di generare nuove trame timbriche. La sperimentazione delle avanguardie russe subì una frenata causata dal cambio della natura dello stato sovietico.
Nell’URSS dei tardi anni ’20 la cultura si dovette piegare alle esigenze di coesione interna necessarie alla sopravvivenza del “socialismo in un solo paese”, si passava dall’idea di una rivoluzione capace di cambiare il mondo all’arroccamento in un paese circondato.
Lo stesso Theremin che era stato inviato da Lenin in tour col suo strumento rivoluzionario a mostrare al mondo le meraviglie della tecnica sovietica venne riportato di forza in URSS a progettare microspie e sistemi militari.
 
Davide
Molti artisti e letterati di quell’epoca, tra cui Vertov e Majakovskj ricercavano nuovi linguaggi che,  minando il vecchiume, andassero alla conquista di una nuova cultura, capovolgessero i valori sentimentali e ideologici del passato, rompessero con il passato e con le altre forme d’arte o letteratura giudicate deleterie per il popolo. Cos’è deleterio oggi per il “popolo” dal vostro punto di vista, soprattutto in relazione alle arti e alla cultura?
 
Entropia
La ricerca di una nuova cultura coinvolgeva tutte le avanguardie storiche consapevoli che le grandi trasformazioni introdotte dal progresso tecnico non solo producevano uno sviluppo delle forze produttive ma rendevano inadeguate anche le vecchie sovrastrutture.
La cultura ottocentesca e il suo lessico erano incapaci di raffigurare una società di massa trasformata dalle macchine. Se ne accorsero in modo consapevole i Futuristi italiani anche per la musica, basti pensare al lavoro visionario di Luigi Russolo.
Riteniamo che la fase attuale non sia molto diversa in alcuni aspetti.
Anche oggi attraversiamo un rinnovamento radicale delle strutture socio-economiche dovuto all’innovazione tecnologica che sta riscrivendo i parametri della produzione ma anche quelli della cultura di massa.
Ma ravvediamo il vero problema nell’incapacità, in un’epoca di overdose informativa, di selezionare fra i miliardi di dati a disposizione quali siano quelli realmente significativi.
Il vecchio sistema mediatico radiotelevisivo utilizzava dei filtri che, nel bene e nel male, selezionavano le informazioni che poi venivano proposte.
Questi filtri erano critici, curatori, autori, registi, scrittori che in base al proprio know-how e alle logiche di mercato che regolamentavano il media a loro disposizione proponevano determinate informazioni.
Oggi tutte queste informazioni sono disponibili simulatamente e ognuno di noi dovrebbe avere la capacità di  comprendere su ogni determinata materia cosa è meglio o peggio, giusto o sbagliato (basti pensare ai vaccini o alle scie chimiche).
Un tempo pensavamo che quello che proponeva la televisione fosse spazzatura, oggi analizzando alcuni dei contenuti scelti liberamente dai fruitori attraverso i social multimediali in alcuni momenti la rimpiangiamo.
 
Davide
Concordo. Avete scelto di chiamarvi Entropia come per indicarci che ogni Utopia a cui tendere (inevitabilmente destinata a farsi Distopia) in fondo non è meno soggetta, insieme ad ogni vita, ad ogni mondo e società, all’Entropia fino alla morte fredda dell’universo? Oppure perché siamo anche culturalmente e artisticamente in una fase irreversibile di entropia, cioè livellamento, stasi, perdita di slancio e degradazione?
 
Entropia
È una scelta che facemmo per due ragioni. La prima: alcuni dei componenti del line-up del primo album (pubblicato nel 1998) provenivano dal gruppo di sperimentazione e improvvisazione chiamato “Frammenti di Caos”, ci piaceva l’idea che il nuovo progetto avesse a che vedere con questo concetto.
La seconda: negli anni 90 si diffuse il concetto di entropia anche nei sistemi economici.
Indica, all’interno di un sistema finalizzato alla produzione di un bene o di un servizio, le quantità di lavoro, risorse, energia, tempo disperse in attività non ricollegabili alla produzione.
Ci colpiva l’idea di persone, anche di intere organizzazioni, che lavoravano pensando di contribuire alla realizzazione di un obiettivo e che invece realizzavano lavoro superfluo.
In un certo senso è anche una metafora del mondo contemporaneo, in cui la produzione di merci consuma le risorse del pianeta in un tempo tale da non permetterne la rigenerazione.
In molti casi l’entropia prodotta per commercializzare prodotti secondo i modelli adottati dal sistema capitalista, come l’allevamento intensivo, consuma talmente tante risorse nel giro di alcuni decenni metterà in ginocchio il pianeta stesso.
 
Davide
Il 25 ottobre la Guardia Rossa fa irruzione nel Palazzo d’Inverno. Lenin prende il potere dichiarando che la “rivoluzione operaia e contadina si è compiuta”. Il giornalista Riccardo Orioles in un suo articolo suggeriva che le rivoluzioni oggi possono essere non violente (debbono esserlo, perché lo zar non ha più i cosacchi ma le televisioni)… Nel 2017 le Rivoluzioni si possono ancora fare? Quali sono le Bastiglie oggi? I Palazzi d’Inverno?
 
Entropia
La Rivoluzione D’Ottobre sotto il profilo storico politico dimostrò che abbattere il potere era possibile anche per una massa di contadini e operai analfabeti.
Le grandi trasformazioni della storia si protraggono attraverso i secoli, pensiamo a quanto tempo è passato fra le lotte fra comuni italiani e Sacro Romano Impero (nel 1176 la battaglia di Legnano, il cui vessillo la borghesia del nord ancora utilizza) e la definitiva affermazione della borghesia in Europa dopo il 1918.
C’è la famosa frase di Mao/Sergio Leone “la Rivoluzione non è un pranzo di gala”, è inevitabile vi sia uno scontro fra interessi contrapposti anche violento.
Le strutture del potere nel mondo contemporaneo si sono trasformate, ma le strutture economiche hanno sempre necessità di un governo politico dei territori e delle popolazioni quindi ci sarà sempre e ovunque un’organizzazione del potere.
Ma che il “sistema” non fosse localizzabile solo in un paese e fosse già internazionalizzato era una tendenza presente anche nel 1917 per quanto meno sviluppata.
Del resto anche il fallimento della Rivoluzione D’Ottobre è stato dovuto alla mancata estensione della sollevazione nel continente. Nessun fenomeno strutturale può riguardare solo un’area delimitata.
Quindi oggi, che la globalizzazione è passata attraverso la caduta delle frontiere e non attraverso l’annessione ad un paese militarmente dominante,  è centrale che le prospettive di rivoluzione riguardino vaste aree omogenee a livello socio-economico.
 
Davide
Quali materiali sonori avete usato e perché avete attinto a Prokof’ev e non ad Edmund Meisel, che compose tra l’altro le musiche originali di Ottobre e collaborò anche con Vertov nella Sinfonia del Donbass/Entusiasmo? Prokof’ev tutto sommato, a parte un suo stile peculiare aggressivo, non fu un innovatore, non lasciò mai la tonalità e fu autore anche di opere neoclassiche.
 
Entropia
Ci interessava manipolare la dimensione popolare, folklorica e quasi epica dei cori che Prokof’ev aveva composto per “Aleksandr Nevskij”.
Volevamo impiegarli come materia grezza, come utilizziamo la sinusoide di un oscillatore modificandola poi con filtri, modulatori ed effetti.
Quindi usare un elemento semplice è risultato più funzionale. Non ci interessava sfruttare elementi della ricerca di altri autori.
I frammenti di Prokof’ev riescono, malgrado la dissoluzione granulare, ad evocare ancora la dimensione epica e corale originaria cosi come i frammenti di Coro dell’Armata Rossa.
La manipolazione a cui questi suoni sono sottoposti li trasforma in suoni atonali o rumoristici.
Il tipo di lavoro che abbiamo effettuato sui campioni, inoltre, ha sfruttato o dei cluster molto brevi o delle sezioni lunghe che una volta deformate si sono trasformate in fasce sonore o tappeti dissonanti.
Era centrale che, anche seppur vagamente, ci fosse almeno un richiamo all’immaginario sovietico. E il conformismo di Prokof’ev era decisamente funzionale a questo obiettivo.
 
Davide
Le quattro tracce di “October is coming” si possono apprezzare anche nei quattro relativi video di storiche immagini dell’epoca e da voi montate (sopra i link per vederli).
Binomio inscindibile del nostro tempo, immagini e musica da sempre vengono usate insieme per potenziarsi reciprocamente, a cominciare dal teatro greco fino al cinema. In che modo avete lavorato con la musica per potenziare le immagini e il viceversa, sulle immagini per potenziare la vostra musica? E con quale obiettivo primario?
 
Entropia
In questo caso abbiamo realizzato prima la musica ed usato le immagini come un commento visivo.
In altri nostri progetti abbiamo fatto l’opposto. Utilizziamo dei visual nelle nostre performances dagli anni 90, integrandoli anche con interventi di danza.
Ogni nostro disco si muove attorno a un progetto, non realizziamo quasi mai delle raccolte di brani senza un concept complessivo.
Non avendo a disposizione materiale girato in proprio su cui costruire un visual abbiamo trattato digitalmente alcuni loop di materiale di repertorio montandoli in una successione coerente con i quattro brani, costruiti sui quattro momenti chiave della Rivoluzione D’Ottobre.
Riteniamo ormai indispensabile proporre una rappresentazione che contenga più elementi performativi.
La figura del musicista elettronico non rende più possibile che l’esecutore sia al contempo il protagonista di una messa in scena teatrale e coreografica come avveniva con il rock, il tipo di strumentazione costringe l’artista a gestire una serie di apparati che lo rende più simile a un tecnico. Per questo ormai si sono radicate le sinergie fra la video art e i vj e gli autori di musica elettronica.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Entropia
Siamo un team molto prolifico e mediamente pubblichiamo fra progetti solistici (come Amptek, Kinetic Zone o Mechanics) e side-projects (come Entropia Techno Department o Electronic Blues Foundation) sei-sette lavori l’anno.
Come Entropia stiamo mixando il nuovo album in studio, che contiene la sonorizzazione di una serie di film surrealisti. Un ennesimo capitolo di una lunga sinergia con le avanguardie storiche, i cui lavori hanno ispirato le nostro attività in varie occasioni.
Abbiamo vario materiale dal vivo che intendiamo pubblicare con il sassofonista Nicola Alesini. Inoltre vedrà luce una collaborazione con la compositrice pianista Angelina Yershova e la dj Electric Indigo incentrata sulla deformazione elettronica dei suoni del pianoforte.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Entropia
Grazie a te, siamo colpiti da domande cosi pertinenti e stimolanti. A presto.
 
 

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