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Intervista con The Mugshots

7 min read
SOMETHING WEIRD
Black Widow records
 
è il nuovo album della horror band bresciana che mescola il dark punk degli Stranglers al rock indie dei R.E.M. alle influenze hard di Alice Cooper e Blue Öyster Cult, con ospiti da Venom, Counting Crows, Death SS fino a Enrico Ruggeri e Martin Frederick Grice, flautista dei Delirium.
 
Mickey Evil: vocals / synth
Elik Stayn: keyboards
Eye Van: bass
Gyorg II: drums
Priest: guitars
 
Intervista con Mickey Evil
 
Davide
Ciao. Esclusi i primi demo, il singolo “Frozen” ed escluse le compilation, se non sbaglio questo è il vostro settimo album. Cos’altro è successo dal 2013 di “Love, Lust And Revenge” e come è nato e maturato il materiale di “Somehting Weird” in continuità o meno col passato?
 
Mugshots
Ciao Davide! “Something Weird” è il nostro terzo full-lenght album dopo i due MiniCd “Doctor Is Out” (2004) e “Love, Lust And Revenge” (2013), inframezzati dall’EP “In Disguise” (2010) uscito anche in vinile rosso con fumetto allegato. Dopo aver lavorato insieme al braccio destro di Alice Cooper, mr. Dick Wagner, tra il 2013 ed il 2016 ho cercato di fare il punto della situazione: in seguito all’esperienza magica al fianco di un leggendario musicista e produttore americano la cui impronta su “Love, Lust And Revenge” è decisamente marcata, ho sentito la necessità di creare qualcosa che recasse esclusivamente la mia “firma”, pur tenendo presente la lezione del Maestro Of Rock. Perciò ho scritto “Something Weird” e abbiamo scelto Freddy Delirio come produttore, che ha lasciato intatte le idee – a livello di arrangiamento – per concentrarsi esclusivamente sulla creazione di un sound esplosivo. La continuità col passato c’è nel senso che il disco è la perfetta sintesi di tutto quanto fatto in passato: la furia Punk delle origini, le atmosfere Horror che da sempre ci caratterizzano, i brani ariosi creati con Dick Wagner e le suggestioni Progressive necessarie per esser parte del catalogo Black Widow Records.
 
Davide
C’è un tema o una trama in particolare che lega i testi di “Something Weird”?
 
Mugshots
Non c’è un tema particolare anche se buona parte dei miei testi affrontano il mio cordiale rapporto con il Tristo Mietitore. In “Something Weird” si racconta di clown assassini, di fallimenti, di paranoie da drogati, di imbalsamatori premurosi nei confronti delle mummie, di amori malati, di omicidi seriali, di nonsense, di estinzione del genere umano e di rimorsi da assassini.
 
Davide
Quali sono state invece le principali riflessioni intorno alla musica prodotta negli ultimi tempi che abbiano in qualche direzionato scelte o soluzioni in “Something weird” e una ulteriore evoluzione nella personalizzazione della vostra proposta musicale?
 
Mugshots
Io lavoro in radio da più di 20 anni e ricevo ogni anno una cornucopia di materiale promozionale. Però sono sincero: promuovo con passione le nuove proposte nelle mie trasmissioni ma le mie radici musicali affondano in epoche lontane. Rock Progressivo, Punk Rock e New Wave, Black Metal della prima ora, colonne sonore di film horror e polizieschi sono le mie ispirazioni principali quando compongo la musica dei Mugshots.
 
Davide
Ci presentate i molti musicisti invitati alla realizzazione di questo album? Che significato attribuite alle collaborazioni e in che modo lavorate con gli ospiti?
 
Mugshots
La presenza di così tanti ospiti, di diverse estrazioni musicali, ci sembrava una buona idea per “sigillare” il disco con nomi rilevanti di artisti che ammiriamo. Molti rimangono stupiti dalla pacifica coesistenza, sullo stesso disco, tra Enrico Ruggeri e Ain Soph Aour dei Necromass ma per noi è la cosa più normale del mondo: il nostro sincretismo in musica non prevede limiti di genere nel processo creativo. Presento gli ospiti: Enrico Ruggeri, perfettamente calato nella parte in un brano Dark Rock; Steve Sylvester e Freddy Delirio che ci hanno regalato un pezzetto di Death SS per il nostro disco; Matt Malley, bassista fondatore dei Counting Crows nominato a Grammy e Oscar; Tony “Demolition Man” Dolan dei Venom Inc., già attore al fianco di Russel Crowe; Mike Browning degli storici techno-deathsters Nocturnus, in una versione inedita come percussionista psichedelico; Martin Grice, flauto della leggenda Prog italiana chiamata Delirium; un ulteriore flauto, quello di Andrea Calzoni dei giovani Psycho Praxis; i sussurri e le grida di Ain Soph Aour dei Necromas; Manuel Merigo degli In.Si.Dia e il suo incredibile mix di tecnica e gusto melodico alla chitarra. 
 
Davide
La band si è formata a New York nel 2001 ma la sua base è diventata l’Italia. Come e perché è avvenuto questo passaggio dagli Grande Mela al Bel Paese?
 
Mugshots
Nel 2001 solo io ero a New York, per festeggiare il mio compleanno: là trovai il nome alla band e iniziai a scrivere i primi testi. Una volta tornato, avevo le idee chiare e chiamai a raccolta i primi membri della band. Da allora tanti musicisti sono transitati fra le fila dei Mugshots ma dal 2014 la line-up si è stabilizzata e ha dato vita a “Something Weird”.
 
Davide
Nel corso della vostra carriera avete condiviso il palco con molte band che hanno fatto la storia del punk rock come The Stranglers e poi Hugh Cornwell, The Damned, UK Subs e molte altre. E anche con musicisti e autori del calibro di Dick Wagner, che ha suonato con Alice Cooper e Lou Reed, Kiss e gli Aerosmith ecc. ecc. Quali momenti migliori o più emozionanti ricordate volentieri di queste importanti condivisioni di scena?
 
Mugshots
Cominciano ad essere un po’ troppi per essere menzionati singolarmente! Sicuramente condividere il palco con le band che più ci hanno ispirato ha significato molto per noi, con gli Stranglers è addirittura nata una vera e propria amicizia che dura da tanti anni e che va oltre la musica. Dick Wagner è stato un mio eroe di gioventù, ho sempre adorato i dischi di Alice composti da lui, dunque essere prodotti dal Maestro Of Rock è stato un vero e proprio sogno divenuto realtà: tra settimane di cui una in Arizona a stretto contatto con lui per 10 ore al giorno, un’esperienza indimenticabile! In generale, quando collaboriamo con queste star, tendiamo a creare situazioni di condivisione che vanno al di là della collaborazione musicale…quindi si creano occasioni divertenti anche se talvolta è meglio non riferirle, hahaha!
 
Davide
Un concerto funziona quando quando i musicisti e il pubblico raggiungono una sorta di esperienza unificante, affermava Jim Morrison. Cos’è per voi l’esperienza del concerto, l’incontro col pubblico dal vivo?
 
Mugshots
Amo Jimbo ma questa sua affermazione non mi trova d’accordo: per me pubblico e artisti sono divisi da una barriera invalicabile, come a teatro. Se si va a vedere un dramma o una commedia di Shakespeare non c’è interazione tra gli attori e gli spettatori e così dev’essere, a mio avviso, anche durante i concerti dei Mugshots.
 
Davide
In copertina siete ritratti al centro di una sorta di tavola a fumetti, sul retro una vostra caricatura che sicuramente rimanda a una sana capacità di autoironia (come ne aveva e tanta Alice Cooper). Che tipo di impatto cercavate attraverso queste illustrazioni nello stile appunto del fumetto?
 
Mugshots
Prima di tutto desideravo collaborare con un grande fumettista come Enzo Rizzi, autore di diversi volumi sold-out sulla storia del Rock e del Metal nonché “papà” di Heavy Bone. Poi volevamo ripercorrere, graficamente, le orme di certi maestri come Cramps, Misfits, Damned, Death SS e King Diamond giusto per fare qualche esempio.
 
Davide
Perché le “foto segnaletiche”? Mugshots vuol dire questo, no?
 
Mugshots
Perchè nel 2001 – in una minuscola stanza YMCA a New York – stavo leggendo la biografia di John Wayne Gacy, il serial killer che di giorno faceva il clown per i bambini ricoverati all’ospedale. Su una pagina c’era la sua foto segnaletica, da brividi con quel sorriso beffardo. Fu come essere colpito da un fulmine: ecco come avrei chiamato la mia band, The Mugshots.
 
Davide
Che cosa cercate nella musica?
 
Mugshots
Ad essere onesti nulla, la musica è per me una funzione fisiologica quotidiana quanto il mangiare o il bere. Intendo dire: non ci sto a pensare più di tanto, la faccio e basta, fa parte del mio quotidiano ed è qualcosa di molto spontaneo che scaturisce dalle mie esperienze culturali e di vita vissuta.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Mugshots
Nulla che possiamo prevedere a parte l’inevitabile abbraccio del Tristo Mietitore!
 
Davide
Grazie e à suivre…

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