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Breve commentario alla Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto

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Stefano Donno
prefazione d’Enrica Perucchietti
IQdB (Lecce, 2017)
pag. 42, euro 6.00
 
 

Il fascino delle piccole cose è che nonostante siano piccole, prendi da loro mondi giganti. Per questa banale ragione, leggendo di Stefano Donno anche questo suo nuovo libricino, “Breve commentario alla Tavola Smeraldina di Ermete Trimegisto”, sentiamo addirittura tutta l’attrazione dell’alchimia e, comunque, in qualche modo dell’esoterismo. Il mistero che fa riflettere Donno e quindi sicuramente almeno noi è Storia anticha. La tavola smeraldina (o di smeraldo che dir si voglia) dovrebbe esser stato ritrovato in Egitto adddirittura prima dell’invenzione del Cristianesimo; testo sapienzale inciso appunto su una lastra di smeraldo, fu poi tradotto di sicuro dall’arabo al latino nel 1250. Per presentar meglio il lavoro, ché la filosofia del nostro Donno ha ragioni profonde di studio e immersioni in testi e simboli, anche qui è giusto proporre almeno una parte della prefazione firmata dall’esperta Enrica Perucchietti, giornalista e scrittrice (qualche hanno fa in forze a Mistero d’Italia 1 per esempio): “Quando l’amico Stefano Donno mi ha chiamato per chiedermi di scrivere la prefazione del presente saggio, stavo rileggendo, a distanza di anni, Il Leone rosso, il romanzo esoterico di Maria Szepes. Sincronicità volle che la sera stessa incappassi nella parte in cui Hans ascolta, spiando di nascosto il maestro alchimista Rochard, un dialogo tra questi e l’amico Bahr. Il dialogo in questione si concentra proprio sulla Tavola Smeraldina e sull’interpretazione che da secoli gli iniziati cercano di carpire alle sibilline parole della Tabula. Caso volle che avessi ripreso in mano il libro dopo una conversazione avuta qualche giorno prima con un altro amico: rileggendo le parole di Szepes su Ermete Trismegisto non potei che sorridere e accettare di cuore di curare questa breve prefazione. Pungolata dalla sincronicità, decisi anche che avrei inserito alcune citazioni del libro. Nel passo citato, il medico e alchimista Rochard spiega allo scettico Bahr, che verrà poco dopo guarito grazie al Lapis e finirà per credere ciecamente in quei principii che negava e derideva, che ‘La rivelazione di Ermete Trismegisto racchiude in sé allo stesso modo i segreti più profondi della creazione, quali l’essenza delle forze che costituiscono i mondi trascendenti, le cosiddette regioni astrali. Ma oltre a questo designa anche l’alchimia nel senso stretto del termine, il cuore segreto dell’alchimia, la formula spirituale della preparazione dell’Elisir di Vita’. L’anziano iniziato prosegue sottolineando come il fascino della Tabula non risieda soltanto nel suo contenuto, ma anche nella struttura ‘perché nasconde in sé la prova il cui superamento digrossa lo spirito, rendendolo maturo per accogliere la soluzione dell’enigma’. Donno ci spiega proprio come vadano interpretati il contenuto e la struttura della Tabula, analizzando passo a passo i suoi corollari e offrendo una illuminante e preziosa spiegazione che sarà certamente utile per l’iniziato quanto per colui che si avvicini per la prima volta a questo genere di tematiche. Sullo sfondo il suo leggendario autore, Ermete Trismegisto”.

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