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Poesia Contemporanea

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Poesia Contemporanea

Questo mese vogliamo presentarvi la collana dedicata alla poesia. E più che un discorso introduttivo su come abbiamo scelto gli autori con cui dare inizio a questa serie di volumi elettronici, abbiamo pensato potesse valere la pena di creare un piccolo collage di brani (diversi da quelli leggibili on-line) presenti nelle cinque opere finora pubblicate. Un modo per fare pubblicità agli autori e per invogliarvi ad "assaggiare" la loro produzione. Con la speranza che il loro nome vi si stampi bene in mente e che magari vi venga il desiderio di cercare altri loro testi (on-line o in libreria), o, perché no, di scrivere loro le vostre impressioni.

Regalami una notte

Regalami una notte,
o solo qualche ora

Non troppo futura,
in silenzio,
per mano,
città sconosciuta,
ascoltiamo gli stessi rumori.

Sentiamo,
dolcemente attraversati,
attimi comuni.

29/11/98


(da 160, di Enrico Miglino)

QUASI D’AMORE

Docilmente sommessamente
le parole fluiscono
come l’acqua

dove blandisce la terra.
Una voce le ripete
indistinta ma sicura.

Vorrei che tu la ascoltassi.


(da Luminazioni, di Roberto Boni)

Cercando armonia

Davanti, una pagina bianca
vorresti riempirla di attimi,
pensieri, fugaci intuizioni,
vorresti riempirla di te.

Salire sui monti più alti
aprirsi in un largo sorriso
tuffarsi in un fascio di luce
giocar coi capelli di lei.

Sei falco, gabbiano
sei terra e sei acqua
e poi neve, tormenta
sei l’erba più verde.

E’ bello sapere di esistere
nei sogni di chi ti sta accanto.


(da Protetto dalla pioggia di ottobre, di Cesare Mortera)

Shamrock

Ti ho vista sulla sponda opposta
del Lough Gill.
Dormivi accanto al trifoglio,
sotto le pendici delle Glen Car,
cullata dai folletti che ti ornavano
i capelli con i fiori della terra verde.
Violento e felice soffiava l’impetuoso
vento del Crogh Patrick.
Il saggio e il bambino
Il folletto e il bardo
danzavano felici sulle note
di un tin whistle; e tu
poeta
narravi e cantavi le gesta
del bambino rapito dal lago
finchè anche l’ultimo respiro
non ti ha abbandonato
e di questa terra hai fatto
l’eterna dimora
per la tua anima.
E agli stanchi viandanti hai
dedicato le tue ultime parole.
Cavaliere che attraversi queste
rigogliose terre
getta la tua fredda occhiata
su questa tomba
e passa oltre
e dell’orizzonte fai il
tuo destino.
Dolce fanciulla dagli occhi d’ebano
abbandonati alla notte d’Irlanda
che all’albeggiare del nuovo giorno
verrà la cerva bianca
e ti porterà via.
Sono sulle rive del lago
e sento il muto pianto
di Teddy Bear in questa
crudele notte abitata
dalla strega e dallo spirito malvagio
Annego in questo mare
di Guinness e sangue
con in mano l’ultimo
shamrock colto
ai bordi di una strada di
Londonderry.


(da La stanza dei poeti ad Aundel, di Matteo Ranzi)

Maschera il tuo caffè

Cosa vuoi che ne sappia
del tuo tempo.
E’ stato

Come posso immaginare
occhi stretti come lame,
antiche ferite,
solitudini.

Che posso farci,
se quando non c’eri
stavo ancora cercando

E adesso?
Abbiamo scelta?

Sorriderai ancora
alle prossime carezze,
accetto volentieri un caffè.


(da Se si può si, di Enrico Miglino)

Marco Giorgini

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