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Carne Viva – Domenico Cacopardo

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Baldini Castoldi Dalai Pagg. 625 Euro 20,00
 
Accantonato, almeno per il momento, la figura del sostituto procuratore Italo Agrò, lo scrittore  ritorna  al romanzo storico. Questo libro non è altro che la prosecuzione di Giacarandà, pubblicato nell’ottobre del 2002, dove l’autore descrive, nel periodo che va dal 1747 al 1752, la vicenda si svolge in Sicilia, la famiglia Limìri di San Gabriele che va rafforzando la propria influenza sotto la guida del marchesino Giulio che si sposa con Costanza Mondìo, “una lupa, una donna selvaggia creata per l’amore, come lo era stata un tempo sua nonna”. Una donna insaziabile  pericolosa, che avrà una storia di sesso con il cognato Nicola, che sarà punito dal fratello con l’esilio a Luppinarìa per “l’infamia imperdonabile, una specie d’incesto e che la punizione naturale che avrebbe dovuto  essergli inflitta sarebbe stata la morte”. Nel suo romanzo–fiume, non è facile e non è corretto riassumere tutta la trama narrativa sapientemente orchestrata dallo scrittore,  Cacopardo ci descrive la morte del marchesino Giulio durante il colera scoppiato a Messina, la storia di Costanza ( uno dei personaggi meglio tratteggiati) che si sposerà con il cugino Andrea e che, piena di odio nei confronti dei Lìmìri, avrà una relazione con l’alchimista Mascarèm,  uomo di fiducia  di Elinunte,  con il quale fuggirà in Portogallo,   tratteggia diversi personaggi che il lettore difficilmente dimenticherà come il possidente Gerlando Mondo, “Lastima”,  Agata, l’amante di Giulio dalla quale avrà una figlia, Caterina,  Aurora, la vedova del capostipite dei Limìri  quale lo scrittore fa dire che tutto quello che succede è carne, carne viva, da qui il titolo, a riprova della  sessualità e della sensualità che permea il romanzo. Vicende narrative sullo sfondo delle quali l’autore inserisce  la guerra fra gesuiti e domenicani per il controllo delle anime e del potere e, non a caso, uno dei personaggi chiave del libro è Isidoro Cartello, de Montemar, accusatore celeste nella Sicilia Orientale.  Lo scrittore, prendendo spunto dalle vicende della famiglia Limìri, dà vita ad una trama consistente, articola e complessa, “popolata” da una miriade di personaggi, sovente in guerra fra di loro. Carne viva, nonostante le eccessive pagine che possono, inizialmente, disorientare il lettore, è un libro ricco di personaggi e di situazioni dovere lo scrittore alterna abilmente le  scene ai  dialoghi, tratteggia personaggi consistenti. Carne Viva è un libro politico nel senso più ampio del termine perché lo scrittore ci descrive poveri e ricchi,  diatribe all’interno della Chiesa, le lotte per la “roba”, in una Sicilia che resta il vero amore di Cacopardo.  Un libro che si inserisce, a pieno titolo, nel romanzo storico siciliano,  rinnovando, operazione letteraria non facile, la tradizione dei Verga, dei De Roberto e che dimostra le ottime capacità letterarie dello scrittore.

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